Discussioni interne al Partito


Dichiarazioni di otto membri e candidati ai membri del Politburo   del CC   del  PCR(b)

 

Pubblicato su Ivstetija 1990
Traduzione di Giorgio Paganini
CPA IML, f.51, op.1, d.21, l. 62-63;
Testo tipografico



14 Dicembre 1923

 

 


 

La Risoluzione del Comitato Centrale e della CCC sulla democrazia operaia (1) significa, per il partito, l’assunzione di compiti immediati e difficili. Il Politburo ed il Presidium della CCC hanno capito chiaramente che la prima e più essenziale garanzia del suo successo è costituita dalla concordia unanime dei dirigenti degli organi del partito, sia nell’accettazione della medesima decisione sia nella sua attuazione futura. Ecco perché nella Sottocommissione che ha elaborato il testo della Risoluzione - nella Commissione del Politburo, come pure nella riunione plenaria del Politburo e del Presidium della CCC - noi sottoscritti ci siamo sforzati di raggiungere l’unanimità.

Non c’è alcun dubbio che l’unanimità, raggiunta con la messa ai voti della Risoluzione, è approvata da tutto il partito e che quest’ultimo veda nella decisione unanime del CC e della CCC sulla democrazia interna, il compromesso, meno doloroso per il partito, del passaggio ad un regime di democrazia interna.

Il c. Trockij, discutendo la Risoluzione nella Commissione del CC e successivamente anche nella Sottocommissione, ha presentato una serie di emendamenti che minacciavano, secondo il nostro profondo convincimento, di conferire a questo passaggio il carattere di un travaglio pericoloso per il nostro partito. Con tutti i suoi emendamenti il c. Trockij ha cercato di caratterizzare il documento del Comitato Centrale come una condanna di tutta la precedente attività non soltanto dello stesso Comitato Centrale ma anche di tutto l’apparato del partito. Nello stesso tempo il c. Trockij non è stato assolutamente d’accordo per una chiara e categorica condanna, sostenuta dal Comitato Centrale, dei cosiddetti “gruppuscoli” all’interno del partito.

Per noi è anche risultato evidente che con i suoi emendamenti il c. Trockij ha tentato di minare la decisione del Plenum d’Ottobre del Comitato Centrale e della CCC il quale aveva denunciato, con 102 voti favorevoli, 2 contrari e 10 astenuti, la lettera del c. Trockij e quella dei 46 come “un grave errore politico” di natura frazionistica che minacciava l’unità del partito.

Anche nella Commissione del Politburo e nella Sottocommissione noi, in tutti i modi, abbiamo tentato di convincere il c. Trockij a ritirare quella parte dei suoi emendamenti che minacciavano di trasformare la delibera sulla democrazia operaia, da strumento di pace nella vita interna del partito, a strumento di lotta e di sovvertimento dell’autorità dei suoi organi dirigenti.

Il c. Trockij ha ritirato quella parte dei suoi emendamenti e in tal modo si è creata la possibilità per l’approvazione unanime della Risoluzione.

Oggi tuttavia siamo costretti a richiamare l’attenzione del Comitato Centrale sugli ulteriori passi compiuti dal c. Trockij, che riteniamo estremamente pericolosi. Il giorno, successivo all’approvazione della Risoluzione, il c. Trockij, scavalcando il CC, si è rivolto pubblicamente alle assemblee di zona di Mosca e poi ha pubblicato sulla “Pravda” un articolo, “Il nuovo Corso”. (2) A nostro avviso questo articolo, per il suo contenuto, rappresenta il fallimento di quella decisione unanime che fu possibile raggiungere soltanto perché il c. Trockij aveva ritirato i suoi emendamenti.

Il contenuto sostanziale di questo articolo si può così riassumere: 1) nel mettere una parte del partito contro l’altra, 2) nell’istigare i giovani contro il nucleo storico del partito e 3) nel gettar discredito sui dirigenti dell’ apparato centrale.

Il c. Trockij scrive in questo articolo: ”la Risoluzione del Politburo testimonia il serio punto di svolta cui è approdato il partito nel suo cammino storico”. Questa esagerazione intenzionale serve al c. Trockij per le sue successive conclusioni, e orienta scorrettamente il partito. Ci sono stati indubbiamente dei seri punti di svolta nel “cammino storico del partito” segnati da vicende quali la decisione dell’insurrezione, il riconoscimento della pace di Brest, la svolta rappresentata dalla NEP, etc. Ma la Risoluzione del Politburo sulla democrazia interna non testimonia di una seria svolta nel “cammino storico del partito” : essa rappresenta soltanto una ristrutturazione che facilita al partito il compito di assumere delle decisioni sui reali ed importanti obiettivi che esso ha di fronte. Il tono esagerato è usato consapevolmente dal c. Trockij soltanto allo scopo di predisporre gli ulteriori attacchi diretti contro l’apparato del partito e contro la politica delle sue istituzioni centrali.

Il c. Trockij più avanti stabilisce una contrapposizione, teoricamente errata, praticamente inammissibile e pericolosa, fra “il ruolo dell’apparato” e “lo spirito di iniziativa del partito”. Il c.Trockij fissa in questi termini il compito del partito: ” Il partito deve sottomettere a se stesso il suo apparato”. Una simile impostazione della questione è chiaramente sbagliata. Non si può contrapporre “l’apparato” rispetto a “l’attività e lo spirito di iniziativa del partito”. Non si può affermare che l’apparato non sia stato fino ad ora sottomesso al partito, che non sia stato il suo strumento, e che oggi il partito dovrebbe condurre una lotta per sottomettere l’apparato al partito.

Non è teoricamente vera, e nemmeno praticamente ammissibile, la successiva affermazione del c. Trockij sul fatto che la creazione di gruppuscoli illegali “chiaramente sotto la direzione di elementi nemici del comunismo, sia stato il risultato” “di un eccessivo rafforzamento dell’apparato centrale”. Affermare ciò di fronte al partito significa indirettamente assolvere la mjasnikovščina [Mjasnikov], nascondendo al partito le vere cause e le obiettive contraddizioni che hanno portato alla creazione di gruppi quali “Il Gruppo Operaio” e “La Verità Operaia” (3) che sono sorti per eccitare l’odio contro l’apparato del partito.

Tutte queste affermazioni ed esagerazioni non possono non creare nel partito, al quale si rivolge il c.Trockij, un’atmosfera di continua sfiducia nei confronti dei suoi dirigenti. Esse rappresentano soltanto una parafrasi, in senso lato, dell’originaria proposta del c. Trockij - che doveva integrare la Risoluzione - all’insegna della parola d’ordine: “spogliare degli incarichi” e “punire” i funzionari dell’apparato.

Di seguito il c. Trockij tenta di imbeccare il partito, convincendolo che l’attuale apparato è soltanto “formalmente pronto a prendere atto del nuovo corso, ma è intenzionato a nullificarlo burocraticamente”. In pratica, l’impostazione della questione da parte del c.Trockij mira chiaramente a sostituire quel lavoro sistematico per il miglioramento dell’apparato - al quale fa appello il Comitato Centrale - aizzandogli contro il partito stesso.

A coronamento di tutto il discorso costruito dal c .Trockij c’è, nella lettera al CC del PCR, la dichiarazione sul fatto che “ Il Plenum di Ottobre è stata l’espressione massima del corso burocratico dell’apparato”. Per noi è del tutto evidente che il c. Trockij, appellandosi qui al partito , non fa che alludere al suo vero convincimento e cioè che il Comitato Centrale e l’apparato oggi vigente, costituiscono essenzialmente “un gruppuscolo burocratico” che non merita la fiducia del partito.

Un simile intervento, avvenuto il giorno successivo alla decisione unitaria del Comitato Centrale, non è nient’altro, secondo noi, che il tentativo di far fallire l’attuale Risoluzione unitaria assunta dal CC e dalla CCC.

In una sua dichiarazione al CC del PCR il c. Trockij afferma : ” Il Plenum di Ottobre ha condannato ciò che, due mesi dopo, il Politburo ha ritenuto necessario approvare”. Siamo costretti a correggere questo grossolano travisamento dei fatti.

L’ 8 ottobre il c. Trockij si rivolse al CC con una lettera che, prima del suo inoltro e prima di un suo esame all’interno del CC, egli ritenne possibile far conoscere ad alcuni membri del partito. Questa lettera conteneva un attacco su tutta la linea alla politica del CC. Nello stesso tempo, assieme alla lettera del c.Trockij, il CC ricevette la dichiarazione dei 46 (gruppo di Preobraženskij, Sapronov,Osinskij ed altri) che era stata largamente diffusa negli ambienti del partito allo scopo di raccogliere delle firme in calce. La dichiarazione, che ripeteva in generale quanto era scritto nella “lettera” del c. Trockij e a lui già nota prima del suo inoltro al CC, diceva che il CC “condurrà il partito ed il Paese alla rovina”.

Venuti a conoscenza di queste lettere, tutti i rimanenti membri del Politburo e i candidati membri ( i cc. Bucharin, Zinov’ev, Kalinin, Kamenev,Molotov, Rykov, Stalin, Tomskij) risposero immediatamente, con un esame dettagliato, alla sostanza di tutte le questioni toccate dal c. Trockij. (4) In questa risposta obbligata i membri del Politburo, ponendo l’accento su tutte le immaginarie e artificiose divergenze ivi contenute,determinarono esattamente e chiaramente gli errori del c. Trockij. La risposta terminava con queste conclusioni:

“Nelle dichiarazioni del c. Trockij, molte immaginarie e artificiose “divergenze” risultano tirate per i capelli. Invece le reali divergenze (le principali tra di esse) sono le seguenti:

1) Nel settore delle questioni economiche il c. Trockij non capisce i ritmi dello sviluppo. Dà uno strattone al partito. Egli esige una linea così poco flessibile di “dura concentrazione” delle industrie - incarnata nella dittatura economica dei cc.Trockij e Kolegaev - che porterebbe ad una rottura del partito con il nucleo responsabile della classe operaia.

2) Nel campo della politica estera il c. Trockij ci offre una politica di “spinte risolute” che può portare il Paese ad un’avventura bellica, collegata alla perdita completa di ogni credito politico da parte dei contadini.

3) Nel campo della politica interna del partito il c. Trockij diventa l’elemento catalizzatore di tutti coloro che combattono contro i quadri qualificati del nostro partito.

4) Il c. Trockij non conosce il partito, la sua vita interna ed è evidente che non può capirla. Di qui derivano le sue “lapidarie” e tipiche osservazioni come “ l’oblomovismo del gubkomovskoj ” [comitato di gubernija], di qui la sua mancanza di fiducia nelle organizzazioni locali del partito, di qui i suoi pericolosi errori sulla questione delle correlazioni tra il partito e lo Stato : sono errori i quali giocano completamente a favore degli avversari politici del nostro partito.

5) Sul problema dei contadini il c. Trockij ha commesso,più di una volta, degli errori radicali. Anche prima del X e del XII congresso del PCR, gli errori del c. Trockij consistevano essenzialmente in una svalutazione del ruolo dei contadini. In un Paese come il nostro ciò può portare a complicazioni pericolose.

6) Nel settore dell’attività militare il c. Trockij, respingendo il miglior gruppo che abbiamo di militari cekisti, indebolisce il RVSR [Soviet Militare Rivoluzionario della Repubblica] e lo separa dal partito.
Sono queste le nostre reali divergenze.” ( Cfr. la “Risposta” dei membri del Politburo).

Nel medesimo tempo all’interno del Politburo sorse la questione: che fare adesso? O trovare un accordo per una immediata, aperta e larga discussione davanti a tutto il Paese e al proletariato mondiale tra il c. Trockij e tutto il Politburo, sulla base di due piattaforme (la lettera del c.Trockij e la risposta dei membri del Politburo) o scegliere un’altra strada che ci desse la speranza di riuscire ad evitare una lotta interna al partito, alla vigilia della prevedibile insurrezione dei comunisti in Germania. (5)

A queste condizioni il Politburo non poteva assumersi la responsabilità di aprire “una discussione sulla base di piattaforme”. La dichiarazione dei 46 esigeva la convocazione del Plenum del CC. Stando così le cose, il Politburo decise all’unanimità di trasferire la questione sull’ammissibilità della discussione per piattaforme alla decisione dei massimi organi dirigenti del partito e convocò immediatamente un Plenum straordinario del CC e della CCC, in sede comune con i rappresentanti delle 10 più grandi organizzazioni di partito.

Questa assemblea, dopo aver discusso una dichiarazione del c. Trockij e dei 46, approvò con 102 voti favorevoli, 2 contrari e 10 astenuti la seguente delibera : (6)
    

“Il Plenum del CC e della CCC, assieme ai rappresentanti delle 10 organizzazioni del partito, in un momento di grave apprensione, il più importante per la rivoluzione mondiale e per il partito, denunciano l’intervento del c.Trockij,come un profondo errore politico, soprattutto perché il suo attacco contro il Politburo, oggettivamente assume il carattere di una presa di posizione frazionistica che minaccia di portare un colpo mortale all’unità del partito e alla creazione di una crisi al suo interno. Le Sessioni Plenarie constatano con rammarico che il c. Trockij, per affrontare le questioni da lui sollevate, ha scelto di rivolgersi a singoli membri del partito anziché seguire l’unica via consentita, quella di portare preventivamente questi problemi alla discussione degli organi collegiali dei quali il c. Trockij è membro. 

La via intrapresa dal c.Trockij è servita da stimolo ad un  gruppuscolo frazionistico (la Dichiarazione dei 46). 

I Plenum del CC e della CCC, unitamente ai rappresentanti delle 10 organizzazioni di partito, condannano decisamente la Dichiarazione dei 46, come l’azione di una politica frazionistica e scissionistica che ha assunto questo carattere, anche al di là della volontà dei firmatari. Una simile dichiarazione rischia di porre tutta la vita del partito per i prossimi mesi, sotto il segno di una lotta interna e, per ciò stesso, di indebolire il partito nel momento più importante per i destini della rivoluzione mondiale.

L’Assemblea è consapevole del fatto che il Politburo, data la situazione, non era in grado di impedire la diffusione della lettera del c.Trockij e della Dichiarazione dei 46, dirette proprio contro il Politburo. L’Assemblea ritiene che il Politburo, opponendosi all’intento di trasferire la disputa sul piano di una discussione più ampia e convocando immediatamente un Plenum straordinario, ha scelto un modo del tutto corretto per conservare l’unità del partito. L’Assemblea, grazie a tutte le informazioni in suo possesso, prende oggi su di sé la responsabilità di porre fine alla discussione frazionistica iniziata. L’Assemblea ritiene che siamo già entrati in una fase che si può chiamare senz’altro di scontro aperto (gli avvenimenti in Germania, una possibile guerra).  I Plenum del CC [e] della CCC, unitamente ai rappresentanti delle 10 organizzazioni  di  partito, sono certi di interpretare il pensiero di tutto il partito, proibendo, nell’attuale momento, una discussione frazionistica, sulla base di piattaforme.” 
( Cfr. la Delibera del Plenum del CC e della CCC del 25 ottobre).

Noi ritenevamo e riteniamo giusta questa decisione. Il partito non poteva agire in modo diverso.

Per quanto concerne il problema della democrazia, quello stesso Plenum di ottobre, senza alcun contrasto e senza una qualsiasi obiezione, approvò la seguente Risoluzione :

“Le Sessioni Plenarie riunite approvano pienamente l’istituzione di un corso sulla democrazia interna del partito, tempestivamente previsto dal Politburo, come pure il rafforzamento, proposto dal Politburo, della lotta contro gli eccessi e l’influenza corruttrice della NEP su singoli elementi del partito. Il Politburo deve adottare le misure necessarie per cominciare a rendere immediatamente operative le iniziative suddette e presentare una relazione alla prossima riunione del Plenum del CC”.
Alla luce di questi fatti, l’affermazione del c.Trockij che “ Il Plenum di Ottobre è stata l’espressione massima del corso burocratico dell’apparato” e che “ Il Plenum di Ottobre ha condannato ciò che, due mesi dopo, il Politburo ha ritenuto necessario approvare”, non è che una menzogna inqualificabile. Menzogna progettata soltanto per minare l’autorità degli organi centrali del partito, approfittando della mancanza di informazioni dei militanti nei confronti dei quali il CC – d’accordo con la non abrogata Risoluzione di quello stesso Plenum – non può intervenire con una completa esposizione delle reali circostanze della questione * .

Infine il c. Trockij estende i suoi attacchi, (8) contrapponendo la gioventù “alla vecchia generazione che incarna in se stessa l’esperienza pratica del partito e le sue tradizioni rivoluzionarie”. E’ teoricamente scorretto affermare che la gioventù sarebbe “il più sicuro barometro del partito”. Non è vero che la gioventù, da noi immessa in gran numero fra le mura delle Facoltà per i Lavoratori [Rabfak] e negli istituti universitari, possa essere considerata come una sorta di raggruppamento partitico che dovrebbe orientare, al pari di un barometro, il Comitato Centrale. I giovani non costituiscono uno strato sociale, posto in condizioni del tutto specifiche e soggetto a processi peculiari. Per il CC ma, in generale, per il partito, essi sono e devono essere una componente proletaria fondamentale del partito stesso. E invece, il c.Trockij si serve di una sua costruzione teorica, profondamente sbagliata, per compiere un passo ulteriore verso la contrapposizione della giovane generazione al nucleo storico del partito che, minato nella sua autorità, potrebbe “gradualmente diventare la più compiuta espressione dell’apparato burocratico”.

L’inequivocabile allusione agli “allievi di Marx” i quali “degenerarono nell’opportunismo “, naturalmente è diretta a scuotere ancor più l’autorità degli organi centrali del partito, all’interno dei quali i diretti allievi del c. Lenin costituiscono la stragrande maggioranza. Al c. Trockij può non piacere la composizione di questi organi dirigenti; tuttavia noi non possiamo non rilevare che tali analogie ed allusioni sull’opportunistica trasformazione dei quadri fondamentali bolscevichi - che sono cresciuti e si sono rafforzati nella lotta contro l’opportunismo - sono in ogni caso inopportune, se fatte proprie dal c. Trockij che per lunghi anni si è battuto fianco a fianco con gli opportunisti, contro il bolscevismo.

Nel suo appello al partito il c. Trockij non affronta la questione dei gruppuscoli. Ma noi sappiamo molto bene che la questione su una loro libertà, all’interno del partito, è stato uno dei punti fondamentali di disaccordo nell’elaborazione della Risoluzione del Comitato Centrale e naturalmente, ma inevitabilmente, ha costituito anche l’istanza di fondo,dibattuta in tutte le assemblee di partito in questi ultimi tempi. L’ex frazione del centralismo democratico, (9) dal momento della pubblicazione dell’appello del c.Trockij, instancabilmente e del tutto tranquillamente, continua a dichiarare la sua piena solidarietà ai punti di vista del c.Trockij sulle questioni interne al partito. D’altro lato il c.Trockij, in una seduta del Politburo ha dichiarato la sua piena solidarietà al gruppo dei 46 e l’ha ribadita, anche in altra forma, in una sua dichiarazione scritta al Comitato Centrale. Nel frattempo proprio questo gruppo dei 46, nelle persone dei suoi rappresentanti: i cc. Sapronov, Preobraženskij, I.N. Smirnov ed altri, in tutte le assemblee rivendica la libertà per i gruppuscoli, ritenendo che, altrimenti, la democrazia all’interno del partito si ridurrà a “nient’altro che ad un pezzo di carta”.

Nella commissione del Politburo il c.Trockij si è decisamente opposto all’introduzione nella Risoluzione di un punto di condanna dei gruppuscoli ed ha affermato che, l’introduzione di una simile aggiunta, lo avrebbe spinto necessariamente a votare contro tutta la Risoluzione. In tal modo, anche qui, il c.Trockij si è messo in una posizione che dà la possibilità all’ex gruppo del centralismo burocratico - che costituisce il nucleo dei 46 - di ritenersi capeggiato dal c.Trockij.

La concezione sulla costruzione del partito sviluppata dal c.Trockij è, in particolare, chiaramente evidenziata dalla sua posizione sul problema dell’apparato, cioè del nucleo fondamentale del partito,ed anche sulla libertà dei gruppuscoli. Essa chiaramente si discosta dai principi organizzativi con i quali, nel corso di lunghi anni, è stato costruito il nostro partito e, indubbiamente, racchiude in sé quei tratti caratteristici che noi siamo abituati ad incontrare nelle pagine dei giornali che, da molto tempo ormai, criticano sistematicamente “il centralismo bolscevico”, “la bolscevica comitetcina” [il ricorso continuo alla creazione di comitati], “il burocratismo bolscevico”. Se il partito cominciasse a costruire la propria democrazia interna secondo le prescrizioni del c.Trockij, esso si sfalderebbe e si trasformerebbe in qualcosa di simile al partito dei menscevichi della II Internazionale, composto da coalizioni, gruppi e frazioni.

Il Comitato Centrale è stato quindi posto di fronte al fatto che, il giorno dopo l’approvazione di una decisione votata all’unanimità, il c. Trockij si è rivolto al partito con un articolo che, di fatto, rappresenta la rottura di una concorde Risoluzione,approvata all’unanimità e resa esecutiva. Ciò può portare proprio a quel salto di binario, a quelle tensioni e convulsioni frazionistiche, che sono state ricordate dal c.Trockij e che noi in ogni modo avremmo voluto evitare. Non solleviamo la questione dell’intervento del c.Trockij sull’ordine del giorno del Politburo, soltanto per il timore che un’immediata discussione su questo intervento, considerati i fatti accaduti, possa rendere difficile al partito l’attuazione della Risoluzione del CC e della CCC. Tuttavia crediamo nostro dovere comunicare ai membri del CC e della CCC che, per noi, la dichiarazione del c. Trockij rivolta al partito 1) è teoricamente errata, 2) orienta erroneamente il partito sull’attuazione della democrazia operaia ed è pericolosa per la realizzazione programmata dei principi del partito e 3) mina alle radici quell’unanimità che era stata raggiunta nel Comitato Centrale e che costituisce la garanzia fondamentale per la più efficiente realizzazione della democrazia all’interno del partito.

Noi non vogliamo rinunciare alla speranza che il c.Trockij introduca, nei suoi ultimi interventi sul problema della costruzione del partito, quelle correzioni e cambiamenti che avvicinino la sua posizione a quella del Comitato Centrale del partito.

                                                                       
Bucharin
Zinov’ev
Kalinin
Kamenev
Molotov
Rykov
Stalin
Tomskij

* Poiché il c.Trockij si richiama al Plenum di Ottobre e, nelle assemblee, i suoi richiesti e non richiesti difensori non cessano di alludere a ciò che è stato detto nel Plenum di Ottobre, anche noi alleghiamo alla nostra dichiarazione al CC, il testo della “Risposta dei membri del Politburo” e il testo completo della decisione dei Plenum di Ottobre, al fine di farli conoscere ai membri del CC (7) .





NOTE:

 

(1) Si riferisce alla Risoluzione “Sulla costruzione del partito”.

(2) Cfr. la nota al documento dell’11 dicembre 1923.

(3) “Il Gruppo Operaio” e “La Verità Operaia”. Cfr. “Izvestija CC PCUS”, 1990, N.5, p.174, nota 3.

(4) Il riferimento è alla risposta dei membri del Politburo del CC del PCR(b) del 19 ottobre 1923 alla lettera di L.D. Trockij dell’8 ottobre (“Izvestija CC PCUS”, 1990, N.7, pp.176-189).

(5) Si riferisce alle azioni rivoluzionarie del proletariato tedesco nell’autunno del 1923.

(6) Si tratta della delibera del CC e della CCC del PCR(b) riuniti in Seduta Plenaria, cfr. (“Izvestija CC PCUS”, 1990, N.10, pp.188-189).

(7) Il riferimento è alla risposta dei membri del Politburo del CC del PCR(b) del 19 ottobre 1923, cfr. (“Izvestija CC PCUS”, 1990, N.7, pp.176-189).

(8) In questo paragrafo, ed anche nel successivo,il discorso si riferisce all’articolo all’articolo di L.D. Trockij, “Il Nuovo Corso”.

(9) Il gruppo del “Centralismo Democratico” era intervenuto, con una sua piattaforma sulle questioni della costruzione sovietica e del partito all’VIII, al IX e al X congresso del PCR(b). Dopo il 1921 il gruppo smise di esistere.

 
 

 


 

 


Ultima modifica 31-07-2009