Trotsky combatte di nuovo

Capitolo 16

 


Fino a metà dicembre Trotsky visse in condizioni di stretto isolamento. L’undici dicembre fu chiamato come testimone al processo contro i fascisti che avevano assaltato la sua casa. In quanto la corte era interessata alla sua attività politica fece un discorso di quattro ore che terminava con queste parole: “Difficilmente si può trovare in tutto il corso della storia umana un gigantesco cumulo di calunnie come quello che è stato preparato contro di me. Il costo di questa campagna internazionale di calunnie ammonta a diversi milioni in lingotti di oro puro”. Finché Trotsky restò in Norvegia, questo discorso tenuto durante il processo (a porte chiuse), non venne pubblicato. Più tardi Trotsky usando gli appunti in suo possesso, lo rielaborò e lo incluse nel suo libro I crimini di Stalin.

A quell’epoca Trosky ricevete la visita di Trygve Lie, al quale il prigioniero ricordò le parole del Dottor Stockman, l’eroe dell’opera di Ibsen Il nemico del popolo: “Noi stiamo ancora a vedere se la bassezza e la codardia riusciranno a tappare la bocca di un uomo libero e onesto”. Quando il ministro gli disse che il suo governo aveva commesso uno stupido errore ad aver concesso l’asilo politico a Trotsky, questi rispose: “E voi vorreste rimediare a questa stupidaggine commettendo un crimine? Voi state facendo a me quello che Noskes e Scheidemanns hanno fatto a Rosa Luxemburg e a Karl Liebknecht. Voi state lastricando la strada al Fascismo. Se non vi salveranno i lavoratori Spagnoli e Francesi, in pochi anni sarete degli esiliati, come i vostri predecessori socialdemocratici Tedeschi”. Nel 1940, quando le truppe tedesche invasero la Norvegia, il re, prima di fuggire verso l’Inghilterra ricordò a Trygve Lie la profezia di Trotsky. Nelle sue memorie sulla guerra , Koth, ex presidente del parlamento, scrisse con rimpianto che il dirigenti del suo partito ignorarono le parole di Trotsky, considerando la sue previsioni completamente irrealistiche.

A metà dicembre ricevette la notizia che il governo Messicano gli offriva asilo politico. La decisione era stata presa dal Presidente, Lazaro Cardenas, il quale aveva attivamente partecipato alla rivoluzione del 1910-1917. Eletto nel 1934, Cardenas nazionalizzò le ferrovie e l’industria petrolifera, allora in mano a capitalisti Inglesi e Americani . Solo dopo la morte di Stalin le autorità Sovietiche riconobbero a Cardenas le sue grandi capacità di politico e di riformatore sociale. Nel 1955 gli venne conferito il Premio Lenin Internazionale, per aver rafforzato la pace e l’amicizia tra le nazioni.

Quando apprese della decisione del governo Messicano, Trotsky chiese a Lie il permesso di raggiungere il Messico via Francia, dove desiderava incontrare il figlio e gli amici. Lie impedì a Trotsky di seguire questa percorso. Per far arrivare Trotsky e la moglie in Messico, il governo Norvegese noleggiò una nave: i preparativi per la partenza furono fatti in gran segreto per il timore che gli agenti di Stalin potessero sistemare dell’esplosivo sulla nave, o organizzare un assalto in mare. Non escludendo la possibilità del suo assassinio durante il viaggio, Trotsky scrisse in segreto una lettera-testamento al figlio. Riuscì anche a scrivere e spedire a Parigi una articolo intitolato 'Vergogna’, scritto con l’inchiostro simpatico. L’editore del Bollettino dell’Opposizione, pubblicando il testo avvertì che alcune parole erano state tagliate in quanto indecifrabili. Il testo si concludeva con queste parole: “La risposta finale agli inquisitori e ai loro lacchè…La darò in Messico se riuscirò ad arrivarci…Non so se questa lettera giungerà a voi. In ogni caso affido questa ‘bottiglia’ al mare.

Pochi mesi dopo il suo arrivo in Messico, Trotsky scrisse: “Ho lasciato un' Europa squassata da terribili contraddizioni e agitata dai preparativi di una nuova guerra. L’ansietà generale spiega l’origine degli innumerevoli attacchi di panico e delle false notizie che sono circolate, anche riguardanti me stesso. I mie nemici stanno utilizzando abilmente il clima di inquietudine generale per meglio attaccarmi. Non c’è dubbio che continueranno con i loro sforzi anche nel Nuovo Mondo. Su questo non mi faccio alcuna illusione.

Durante il viaggio Trotsky scrisse nel suo diario le note preparatorie per una contro-inchiesta sul Processo dei Sedici. In Messico le arricchì con ragionamenti sul secondo processo-farsa. Tutto questo materiale servì per il libro I crimini di Stalin, pubblicato nel 1937, tradotto nelle principali lingue Europee eccetto che in Russo (in Russia venne pubblicato per la prima volta nel 1994). “Questo libro”, scrisse Trotsky, ”spero che renda più facile a una gran quantità di lettori, l’individuazione dei criminali: cioè chi sta sul banco degli imputati e chi in quello degli accusatori.”

Individuando nei Processi di Mosca la conclusione logica di anni di battaglia della cricca Staliniana contro il Trotskismo, Trotsky notò :“ in Occidente nemmeno si riesce a immaginare neanche approssimativamente la quantità di letteratura pubblicata in URSS contro l'Opposizione di Sinistra in generale, e contro chi scrive in particolare. Decine di migliaia di articoli di giornale stampati in decine di milioni di copie, trascrizioni stenografiche di innumerevoli requisitorie, opuscoli a tiratura milionaria diretti alle masse: questa letteratura ha diffuso e continua a diffondere le più spregevoli menzogne di cui sono capaci migliaia di scrittori prezzolati e cinici, senza idee e ispirazione”.

“Queste bugie” ,evidenziava Trotsky, "cambiano in relazione alle varie svolte di Stalin in politica estera . Nel 1933, tutta la stampa Sovietica e dell’internazionale sosteneva che Trotsky era andato in Francia con lo scopo di sostenere Daladier e Blum per organizzare un intervento militare contro l’URSS. Dopo che Blum e Deladier divennero i capi del Fronte Popolare appoggiato dal Comintern e dalla diplomazia Sovietica, la stessa stampa, con ancor più frenesia, iniziò ad accusare Trotsky di essersi alleato con Hitler e di voler sfasciare il Fronte Popolare in Francia”. A proposito di queste svolte Trotsky scrisse: “I tempi cambiano, e con essi cambiano le falsificazioni della GPU.”

Così Trosky spiega il vero significato di simili capovolgimenti: “Durante il periodo nel quale io, secondo l’ultima versione, sarei stato alleato di Hitler, la stampa Moscovita e quella del Comintern mi dipingevano come agente della Francia e dell’imperialismo anglosassone. Io sono stato trasferito nel campo Tedesco-Giapponese solo quando Hitler ha respinto la mano tesagli da Stalin, costringendo quest’ultimo, a dispetto dei suoi piani e calcoli iniziali a cercare l’amicizia delle ‘Democrazie Occidentali’. Le accuse contro di me erano e rimangono un ulteriore risvolto dei fallimenti della diplomazia di Mosca “.

Trotsky arrivò a Città del Messico il 9 gennaio 1937. Alcuni suoi sostenitori lo accompagnarono alla villa di Diego Rivera, da cui aveva ricevuto un invito. Rivera, non solo era un pittore noto in tutto il mondo, ma anche uno dei fondatori del Partito Comunista Messicano, e negli anni venti era stato membro del Comitato Centrale. Nel 1927 visitò Mosca, dove fu testimone delle prime rappresaglie contro l’Opposizione di Sinistra . Scandalizzato dagli eventi abbandonò il partito e ruppe la sua amicizia con un altro grande artista Messicano, l’ormai Stalinista fervente David Siqueiros.

Uno dei lavori migliori di Rivera fu l’affresco al centro Rockfeller a New York .Questa opera scandalizzò i borghesi Americani, in quanto rappresentava scene di lotta di classe nella rivoluzione proletaria: al centro del murales erano rappresentati Lenin e Trotsky.

Il primo giorno della presenza di Trotsky in Messico, il Partito Comunista locale e i dirigenti della Confederazione Messicana del Lavoro, guidata dallo stalinista Toledano, misero in moto una campagna di calunnie con lo scopo di costringere Trotsky ad abbandonare il paese. Stalin sperava che Trotsky, isolato in una terra distante e sconosciuta, perdendo il contatto con la stampa e con altri mezzi contro-propaganda , non sarebbe stato in grado di resistere alla sua massiccia campagna di diffamazioni.

Se le continue provocazioni contro Trotsky non ottennero il risaltato voluto, fu merito del Presidente Cardenas, avendo proclamato che Trotsky era ospite del Governo Messicano. In una lettera spedita a Cardenas dopo la morte di Trosky, N. I. Sedova scrisse :” In Norvegia vivevamo sotto continua minaccia di morte, e nessuna delle nazioni era disposta ad ospitarci. L’unica eccezione fu il leggendario Messico e il suo popolo coraggioso. Saggio e indipendente. Voi avete allungato la vita di Leone Trotsky di 43 mesi.”

Immediatamente dopo l’arrivo in Messico, Trotsky riprese pienamente la sua attività politica. Mentre Stalin tentava di costringerlo all'autodifesa e alla ritirata, Trotsky scelse di andare all’attacco, svelando non solo le montature giudiziarie, ma l’intero sistema Staliniano che tali montature aveva prodotto. Nei suoi innumerevoli articoli non difese esclusivamente se stesso, ma la causa del socialismo, sulla quale la cricca Stalinista aveva gettato un ombra nera.

Il 9 febbraio del 1937 il Comitato Americano per la Difesa di Trotsky organizzò una assemblea a New York a cui parteciparono diverse migliaia di persone. Trotsky avrebbe parlato al telefono dal Messico. Ma all’ultimo momento la connessione telefonica tra New York e Città del Messico si interruppe (dopo si seppe che ci aveva messo lo zampino un operatore telefonico stalinista): in ogni caso il discorso di Trotsky venne letto da uno degli organizzatori, Max Shachtman.

La segretaria di Trotsky, presente negli Stati Uniti, descrisse l’assemblea di New York in una lettera a Trotsky: “Prima di mezzanotte il teatro era traboccante di gente (circa settemila persone) che aspettava il Vostro discorso. Aspettavano con ansia in un incredibile e assoluto silenzio. Alle 10:40 Max Shachtman aveva proposto di leggere il Vostro discorso.’No, No’, aveva gridato la gente da tutti i settori del teatro, ’noi vogliamo aspettare ’, e di nuovo si era fatto un silenzio teso, rotto solo, di tanto in tanto, dagli annunci della compagnia telefonica . Solo alle 11:30 fu permesso a Shachtman di leggere il vostro discorso. La risoluzione che proponeva la costituzione di una commissione di inchiesta fu approvata quasi all’unanimità-solo poche esitanti voci isolate votarono ‘no’. Nonostante il nostro grande disappunto per non poter sentire la Vostra voce (specialmente di chi conosce il russo), e di non poter stabilire un contatto diretto tra il pubblico di New York e Voi da Città del Messico, il vostro discorso ha avuto un impatto straordinario. Questo è testimoniato dal fatto che gli stalinisti (ce ne erano alcuni,venuti con l’intenzione di compiere atti teppistici), non hanno osato disturbare, e sono rimasti in silenzio, come il resto del pubblico”.

Nel suo discorso, Trotsky chiese che fosse costituita una commissione di inchiesta autorevole, forte e imparziale, per verificare le accuse dei Processi di Mosca. Si dichiarò disposto a comparire davanti a questa commissione internazionale fornendo documentazione e testimonianze sulla sua attività politica. “Se questa commissione appura”, disse Trotsky,”che sono anche minimamente colpevole dei crimini di cui Stalin mi accusa, prometto di consegnarmi volontariamente nelle mani dei boia della GPU…Ma se la commissione dovesse stabilire che i processi di Mosca sono una montatura cosciente e premeditata, costruita sulle ossa e sui nervi umani, io non chiedo che gli accusatori si mettano volontariamente davanti al plotone di esecuzione. No , sarebbe sufficiente per loro essere svergognati nella memoria delle generazioni umane! Mi sentono gli accusatori del Cremlino? Io gli lancio in faccia la mia sfida. E aspetto la loro risposta…Noi non stiamo trattando di questioni personali. Io chiedo accertamenti! Propongo accertamenti! Esigo accertamenti !”.

Parlando della assurdità dei crimini di cui erano accusati gli imputati, Trotsky sottolineò che “questi delitti erano un non senso dal punto di vista degli accusati, sebbene avessero un significato dal punto di vista degli accusatori”, in quanto, “con nessun altro tipo di regime, uomini come Radek e Piatakov avrebbero potuto sperare di raggiungere una posizione più elevata di quella che occupavano prima del loro arresto”. Trotsky definì assurdi e demenziali i principali capi di accusa dei processi, come se ”la via per conquistare il potere in URSS potesse passare attraverso… la Gestapo”.

Esponendo le falsificazioni dei Processi Di Mosca, Trotsky fece notare che esse dipingevano una cospirazione che coinvolgeva una vera moltitudine. Ma stranamente, gli accusatori sorvolavano sul fatto che nel decennio passato, migliaia di oppositori erano stati arrestati, esiliati, morti in prigione e nei campi di concentramento, o fucilati. Durante questi innumerevoli arresti, perquisizioni, intercettazioni della corrispondenza, la GPU avrebbe “ messo insieme una enorme quantità di prove. Ma ai processi non è stata presentata una autentica lettera, un documento genuino, o una vera prova inconfutabile.”

Se la mancanza di prove poteva essere spiegata dalla cautela usata nell’attività cospirativa da autentici rivoluzionari di professione, il fatto ancora più anomalo era che, secondo i processi, nel corso degli anni, tra gli accusati non era emerso nessun caso di disaccordo, rottura, denuncia. Solo al processo, questa unanimità senza precedenti di ‘criminali’, si trasformava in una ancora più stretta unanimità in senso opposto: “l’ora del pentimento era scoccata. Un altro miracolo si era prodotto. Gente che aveva organizzato assassini di massa, favorito lo scoppio della guerra, progettato lo smembramento della Patria, criminali incalliti, improvvisamente si erano pentiti…non sotto il peso di prove schiaccianti, no, perché non c’era alcuna prova. Ma per non si sa quale ragione mistica…Ieri organizzavano deragliamenti di treni e avvelenamenti di operai sotto il comando dell’invisibile Trotsky, oggi odiano Trotsky e caricano sulle sue spalle la responsabilità dei loro crimini immaginari. Ieri erano ossessionati da un unico assillo -come assassinare Stalin. Oggi tutti a intonare inni a Stalin. Osservando che gli ‘psicologi’ occidentali ricorrevano all’infame teoria del carattere misterioso della “ Anima Russa ”, Trotsky dichiarò rabbiosamente : “Mie cari signori, voi state calunniando non solo l’anima russa, ma l’animo umano in generale”.

Nelle reazione ai Processi di Mosca apparse all’estero, Trotsky ravvisava due posizioni estremamente pericolose.

Da una parte gli “amici dell’URSS ” che mantenevano la ʽcongiura del silenzio’ sulle evidenti falsificazioni giuridiche dei processi – per la paura che la verità potesse indebolire l’Unione Sovietica e così rendere un servigio al fascismo. A questo riguardo Trotsky precisò che la burocrazia Stalinista, contenendo in sé “i tratti più repellenti di un regime totalitario”, stava agevolando il consolidarsi delle posizioni in mano al fascismo. (In seguito,molto prima del patto “Molotov-Ribbentropp”, Trotsky avvertì ripetutamente che, purgando il partito di tutti i Bolscevichi coscienti, Stalin si stava preparando a una vergognosa trattativa con Hitler).

Dall’altra parte, la stampa anticomunista vedeva nei Processi di Mosca il risultato della Rivoluzione d’Ottobre e dell’ideologia Bolscevica. Trotsky replicò:”I Processi di Mosca non disonorano la Rivoluzione, in quanto essi sono il prodotto della reazione. I Processi di Mosca non disonorano la vecchia generazione dei Bolscevichi; dimostrano soltanto che i Bolscevichi – anche loro- sono fatti di carne e sangue, e che non possono resistere all’infinito, quando il pendolo della morte oscilla per anni sopra il loro capo. I Processi di Mosca disonorano il regime politico che li ha apprestati, un regime Bonapartista senza onore e senza coscienza “.

Trotsky capì chiaramente il danno a lungo termine portato alla causa del socialismo dai crimini commessi dagli Stalinisti, sotto la copertura delle bandiera rivoluzionaria: “Noi non dobbiamo lasciare questa bandiera nelle mani dei maestri della falsificazione! Se la nostra generazione si è dimostrata troppo debole per instaurare il socialismo su questa terra, non dobbiamo preservare intatta la bandiera per passarla ai nostri figli. La lotta che abbiamo da sostenere supera di gran lunga l’importanza delle singole persone, delle frazioni, dei partiti. Si tratta di una lotta per il futuro dell’umanità. Sarà dura. Sarà lunga. Quelli che cercano la sicurezza materiale e il conforto spirituale si allontanino da noi. Durante i periodi di reazione è più semplice appoggiarsi alla burocrazia che confrontarsi con la verità. Per tutti coloro per cui il socialismo non è una parola vuota ma il contenuto stesso della loro vita morale, avanti! Né le minacce, né le persecuzioni, né la violenza ci fermeranno. Dovesse passare pure sulle nostre ossa, ma la verità avrà la vittoria. E sotto i terribili colpi del destino, sarò felice come nei giorni migliori della mia giovinezza, se potrò contribuire, insieme a voi, a questa vittoria. Perché, amici, la più grande felicità umana non sta nello sfruttamento del presente, ma nella preparazione dell’avvenire.”



 

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Ultima modifica 22.02.2008