Il Plenum Emette il Suo Verdetto

Capitolo 27

 

La discussione sul caso Bukharin-Rikov terminò con le riflessioni di Yezhov [corsivo del traduttore], il cui obbiettivo principale consisteva nel respingere gli argomenti degli accusati. In riposta all’affermazione che i membri immaginari del “centro di destra” non si erano praticamente incontrati tra loro, Yezhov dichiarò:”Qui sta il punto: basandovi sull’esperienza dei trotskisti, voi siete diventati dei provetti cospiratori”. Ancora più minacciosa fu la risposta che Yezhov diede alle considerazioni di Rikov, secondo le quali, dalle testimonianze degli arrestati, niente emergeva della sua attività cospirativa negli anni passati. ”Sarete lieto di conoscere, Alesksei Ivanovich”,disse Yezhov,”che io non credo che la nostra ricerca sia finita. Andremo avanti pure per il 1936, e anche per il 1937”.

Nonostante tutte le maledizioni pronunciate da Bukharin e Rykov nei confronti delle vittime dei processi contro i “Trotskisti”, Yezhov insisteva nell’accusarli : ”Avete completamente evitato di stigmatizzare nel suo complesso la banda della canaglia Trotskista-Zinovevista che abbiamo fucilato tempo fa”. A questo proposito, aggiunse Yezhov che Bukharin e Rykov ”dovrebbero affrontare anche l’accusa politica di essere rimasti dei nemici irriducibili che stanno dando un segnale a tutte le forze ostili, in URSS e all’estero (voci dai partecipanti: giusto!)…Stanno avvertendo i loro complici: continuate il vostro lavoro, continuate a cospirare ancora di più, e se ci scoprono, non confessate”. Quando Yezhov ripeté l’attacco,”voi state difendendo tutta la miserabile banda”, Bukharin rispose con un grido di protesta: ”Di cosa state parlando? Questo è mostruoso! Io non sto difendendo niente di tutto questo. Io sono pienamente d’accordo con voi [vale a dire, d’accordo con i processi e con l’esecuzione degli accusati-V.R.]. ”

Yezhov avanzò nuove “prove” del comportamento “criminale” di Bukharin, rivelando che anche durante lo svolgimento dei lavori del Plenum, l’apparato della NKVD aveva continuato con fervore a “sviluppare” il suo caso. Dopo aver menzionato i documenti confiscati nell’ufficio di Bukharin, Yezhov dichiarò:”Per qualche ragione era fortemente appassionato a collezionare, per esempio, tutte le lettere e le dichiarazioni anti-sovietiche in cui si imbatteva. Non consegnava niente alla GPU, ma conservava tutto nel suo archivio”.

Yezhov terminò il suo discorso con una frase che non lasciava alcun dubbio sul destino di Bukharin e Rykov:”Io penso che il Plenum permetterà a Bukharin e Rykov di convincersi, coi fatti, dell’obbiettività di questa indagine e di apprezzarne i modi in cui si è svolta”.

Dopo il discorso di Yezhov il Plenum incaricò una commissione composta da trentacinque membri di scrivere una proposta di risoluzione sul caso. I membri della commissione furono unanimi nel raccomandare l’espulsione di Bukharin e Rykov dal Comitato Centrale e dal partito e il loro arresto. Differenze sorsero soltanto sull’entità della rappresaglia che bisognava adottare. Diversi membri della commissione volevano attenersi al decreto del Plenum che invitava a non predeterminare la sentenza della corte. La maggioranza invece propendeva a riproporre una pratica ormai consueta, secondo la quale, nei casi politici rilevanti la misura della pena doveva essere stabilita, non dalla corte, ma dai supremi organi del partito. Yezhov propose il massimo della pena per Bukharin e Rykov. Alcuni membri della commissione sostenevano che era possibile non fucilarli, ma ritenevano sufficiente che “ricevessero una condanna a dieci anni di prigione”.

Dopo che queste proposte vennero fatte, Stalin ne offrì una sua propria:” Non processare immediatamente Bukharin e Rikov, ma affidare il loro caso alla NKVD.” Apparentemente questa formulazione poteva lasciar sopravvivere la speranza che l’istruttoria non dovesse portare per forza a un processo. In realtà si sospendeva il processo per un tempo indeterminato: il tempo necessario per spezzare la resistenza di Bukharin e Rikov. Ed effettivamente, ci volle una anno intero di “istruttoria” condotta dalla NKVD nelle camere della tortura , per ottenere da Bukharin e Rikov le “confessioni” necessarie al processo contro il “Blocco della Destra e dei Trotskisti”.

Dopo un’ulteriore discussione, tutte le proposte vennero ritirate, eccetto la risoluzione presentata da Stalin, che venne adottata all’unanimità. Nello stesso giorno, Stalin riassunse per il Plenum le motivazioni che avevano spinto la commissione ad approvare la sua risoluzione: “ Certamente il sentimento di indignazione contro l’attività anti-Sovietica e anti-partito di Bukharin e Rikov, e contro il loro comportamento tenuto qui al Plenum, era enorme sia da parte della commissione che di tutto il Plenum. Ma la commissione non può e non dovrebbe farsi guidare dal sentimento di indignazione.”Dopo aver dichiarato che un “piuttosto significativo numero” di membri della commissione non vedevano alcuna differenza tra, Bukharin e Rikov da un lato, e Trotsky e Zinovev dall’altro, Stalin disse che, nelle sue analisi conclusive, la commissione era giunta alla conclusione “Che sarebbe errato considerare Bukharin e Rykov alla stessa stregua dei Trotskisti e degli Zinovevisti, in quanto c’è una differenza tra di loro, e questa differenza è a favore di Bukharin e Rikov”. Stalin spiegò che la relativa “mitezza” della sua proposta era dovuta al fatto che Bukharin e Rikov, a differenza dei Trotskisti, non era mai stati espulsi dal CC e dal partito in precedenza.

La risoluzione riportava che il Plenum del CC aveva stabilito che Bukharin e Rikov erano“quantomeno” a conoscenza dell’attività di terrorismo, spionaggio e sabotaggio del blocco dei Trotskisti e dell’organizzazione di formazioni terroristiche da parte di loro allievi e sostenitori ma, nascondendo tutto al partito avevano, di fatto,”favorito i criminali.”

Venivano enumerati gli esempi della battaglia di Bukharin e Rikov (chiamati ancora compagni),”contro il partito e contro lo stesso Lenin, sia prima che dopo la Rivoluzione d’Ottobre”. Gli “esempi” includevano sia le polemiche di prima della rivoluzione tra Bukharin e Lenin su questioni teoriche, che le falsa accusa a Rikov di “essere stato contro la Rivoluzione d’Ottobre”.Questi fatti, enfatizzava la risoluzione ”dimostrano in modo indiscutibile, che la caduta politica di Bukharin e Rikov non ha niente di incidentale e di inaspettato”.

La risoluzione venne approvata all’unanimità, con le sole astensioni di Bukharin e Rikov, che vennero arrestati immediatamente. Il fatto che tra i partecipanti al Plenum, oltre gli accusati,nessuno abbia osato almeno di astenersi durante le votazioni, non significa che fossero tutti convinti della colpevolezza di Bukharin e Rikov. Così I. A. Piatnisky, subito dopo il Plenum, disse al figlio che “Bukharin non è certamente un nemico. Parlò di Bukharin con grande calore e con immenso dispiacere”.

Secondo la procedura vigente nel partito a quell’epoca, la trascrizione stenografica dei Lavori del Plenum del CC venivano spedite a tutte la organizzazioni di partito nelle repubbliche e nelle regioni. Con questo in mente, Bukharin corresse attentamente la trascrizione dei suoi interventi, sperando che infine sarebbero arrivati ai dirigenti delle province. Invece, le trascrizioni che vennero spedite con il sigillo di ”segretissimo”, vennero amputate del materiale riguardante il primo punto in agenda, che ammontava a un terzo dell’intera trascrizione. Questo permise ai gerarchi di Stalin, nelle discussioni sui risultati del Plenum, di presentare i contributi di Bukharin e Rikov in modo irriconoscibile e distorto. Così, a Leningrado, Zhdanov poteva dichiarare: ”non ricordo un comportamento più vergognoso e disgustoso di quello tenuto tenuto da Bukharin e Rikov… Hanno dichiarato che non si sarebbero lasciati giudicare da noi”.

Per capire la logica del comportamento di Bukharin nel periodo che va dal Plenum di Febbraio-Marzo fino al processo contro il “Blocco della Destra e dei Trotskisti”, bisogna tenere conto non solo di cosa è stato detto al Plenum, ma anche di quanto è stato lasciato volutamente inespresso. Ci riferiamo alla storia della cosiddetta “Lettera di un Vecchio Bolscevico”, che giocò un ruolo cruciale nel destino di Bukharin.


 

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Ultima modifica 5.03.2008