Archivio Internet dei Marxisti

Sezione italiana

Enciclopedia Marxista

Personaggi storici

P

 

 

 

Pagnerre Laurent
Palcinski P. I.
Palicot
Panina S. V.
Pankhurst Sylvia Estella
Pannekoek, Anton
Parmentier
Parvus, Alexander Helphand
Passy Hippolyte
Pavlov, Ivan
Paz Magdeline e Maurice
Pécher
Pepper J.
Pereversev P. N.
Péricat Raymond
Perrot, Benjamin P.
Persigny, duca di
Pescekhonov A. V.
Petliura S. V.
Peucker Eduard von
Pflüger Paul Bernard
Pieper, Wilhelm

Pietro il Grande
Pilnyak Boris
Pilsudski, Josef
Pio decimo
Pio 11esimo
Pipes Richard
Platten Friedrtich (Fritz)
Plechanov, G. V.
Pletnev, Valerian F.
Podbelski V. N.
Podvoiski N. I.
Poincaré Raymond
Polano Luigi
Polignac, Jules A. de

Pollak Arthur
Pokrovskij Michail N.
Pokrovsky, N.N.
Pool D. C.
Porecki Nathan
Portugheis S. I.
Potresov, Aleksander
Prampolini Camillo
Preobrazenskij
Pressburg Henriette
Prezzolini Giuseppe
Price, Morgan Philips
Princip Gayrilo
Proscian P.P.
Proudhon, Pierre Joseph
Purcell Albert A.
Purishkevich, V. M.
Putifarre
Pyatakov Yuri

Pagnerre Laurent-Antoine (1805-1854),
Editore e uomo politico francese, repubblicano; nel 1848 segretario generale del governo provvisorio e della commissione esecutiva, deputato all'Assemblea nazionale costituente.

Palcinski P. I. ( - 1930),
ingegnere, organizzatore del sindacato "Produgol", fu strettamente legato ai circoli bancari. Vice-ministro del governo e dell'industria nel Governo Provvisorio, ispiratore del sabotaggio degli industriali, lottò contro le organizzazioni democratiche.

Palicot,
socialista francese, centrista. All'inizio del 1920 fece parte del Comitato per la ricostituzione della II Internazionale, in seguito entrò nel partito comunista francese.

Panina S. V.,
contessa, membro del CC del partito cadetto; vice-ministro nel Governo Provvisorio. Emigrò dopo la Rivoluzione d'Ottobre.

Pankhurst Sylvia Estella (1882-1960),
suffragetta, esponente del movimento operaio inglese. Dopo la rivoluzione d'Ottobre si battè per la cessazione dell'intervento armato contro la Russia sovietica, capeggiò la "Federazione operaia socialista", di estrema sinistra. Nel 1921 aderì al partito comunista, ma poco dopo fu espulsa per essersi rifiutata di sottomettersi alla disciplina del partito.

Pannekoek, Anton (1873-1960),
socialista e astronomo olandese. Fondatore di un partito marxista in Olanda. Fu attivo particolarmente nella socialdemocrazia tedesca negli anni in cui visse in Germania (1906-14). Lavorò per la Die Neue Zeit.

Parmentier,
Industriale e finanziere francese , rinviato a giudizio per corruzione di pubblico ufficiale nel 1847.

Parvus, Alexander Helphand (1869-1924),
prominente teorico marxista del est europeo di origine russo-tedesca; arrivò a conclusioni simili a quelle della teoria della rivoluzione permanente di Trotsky. Quest'ultimo ruppe con lui nel 1914, quando Parvus divenne il leader della setta pro-guerra all'interno della socialdemocrazia tedesca.

Passy Hippolyte-Philibert (1793-1880),
Economista e uomo politico francese, orleanista; più volte ministro durante la monarchia di luglio, ministro delle finanze nel 1848-1849.

Pavlov, Ivan (1849-1936),
psicologo russo conosciuto per il concetto di riflesso condizionato. In un esperimento ormai divenuto classico, egli educò un cane affamato a salivare al suono di una campanella, precedentemente associato alla vista di cibo. Egli sviluppò un approccio concettuale simile nello studio del comportamento umano, venendo premiato col Nobel nel 1904.
Pavlov, figlio maggiore di un prete, passò la sua giovinezza a Ryazan, nella Russia centrale, dove frequentò una scuola religiosa. Nel 1870 egli abbandonò lo studio della teologia per dedicarsi alla chimica ed alla psicologia.
Le sue relazioni con il partito comunista ed il governo sovietico sono di un tipo pressoché unico. Per quanto non fu mai un politico, egli espresse sempre e senza remore nè timori ciò che considerava esser vero. Nel 1922, durante le angosciose condizioni del dopo rivoluzione, egli chiese a Lenin il permesso di trasferire il suo laboratorio all'estero. Lenin rifiutò di acconsentire a questa richiesta, sostenendo che la Russia aveva bisogno di scienziati come Pavlov e promettendogli in cambio la stessa razione di cibo di un onorato comunista. Per quanto fosse un periodo di fame, Pavlov rifiutò questa concessione: "Non accetto questi privilegi a meno che non vengano concessi anche a tutti i miei collaboratori", fu la sua risposta. Malgrado tutti gli onori riconosciutigli dagli ufficiali tedeschi, egli non mancò mai di rimproverare questi apertamente. Al ritorno dalla sua prima visita negli USA nel 1923 (la seconda fu nel 1929), egli prese a denunciare pubblicamene il comunismo, sostenendo che le basi del marxismo internazionali erano false e dicendo che "Per il tipo di esperimento sociale che state compiendo, io non sacrificherei la gamba posteriore di un ranocchio!". Nel 1924, quando i figli dei preti vennero espulsi dall'Accademia medica militare di Leningrado (quella che prima era l'Accademia medica imperiale), egli presento le sue dimissioni annunciando: "Anche io sono figlio di un prete, e se voi espellete gli altri me ne vado anche io". Nel 1927, angosciato dal fatto che il suo fu l'unico voto negativo nell'Accademia delle scienze contro i neo raccomandati ìprofessori rossi', egli scrisse a Joseph Stalin una lettera di protesta: "A causa di ciò che state facendo all'intellighenzia russa – demoralizzandola, annientandola e corrompendola – mi vergogno d'esser chiamato russo".
Negli ultimi due anni di vita, Pavlov gradualmente abbandonò questa sua critica corrosiva, arrivando addirittura ad affermare, forse in conseguenza alla maggiore attenzione del governo russo verso la scienza e in onore del suo sentimento patriottico quando la guerra col Giappone pareva imminente, di sperare nel successo del governo.

Paz Magdeline e Maurice ,
intellettuali comunisti (lei giornalista, lui avvocato), espulsi dal PC francese, avvicinatisi a Trotsky nei primi mesi dell'esilio ad Alma Ata. Pubblicavano la rivista Contre le courant. Quando nel '29 Trotsky propose loro di integrarsi nell'OSI e di trasformare la rivista in un settimanale che fosse portavoce dell'Opposizione, essi rifiutarono, spaventati dalla debolezza delle forze dell'OSI e dalla difficoltà di un lavoro da svolgere in contrapposizione ai partiti comunisti stalinizzati.

Pécher,
socialista francese, centrista. All'inizio del 1920 fece parte del Comitato per la ricostituzione della II Internazionale.

Pereversev P. N.,
avvocato, populista, fu vicino ai socialisti-rivoluzionari; membro del Governo Provvisorio, pubblicò falsi e calunniosi documenti contro Lenin e i bolscevichi.

Péricat Raymond,
segretario della Federazione degli edili francese. Nel 1919 fondò il giornale L'Internationale, da lui diretto. Fece parte del Comitato della III Internazionale in Francia.

Pepper J.,
comunista ungherese, nel III Congresso della Internazionale comunista sostenne i punti di vista dell'estremismo di sinistra. Fu inviato successivamente negli Stati Uniti, dove collaborò con Lovestone. Venne espulso dall'Internazionale comunista nel 1929.

Perrot, Benjamin Pierre(1791-1865),
aveva combattuto in Spagna e Algeria, generale dal 1849. Appoggiò L. Bonaparte. Durante il Secondo Impero fu membro del Corpo legislativo ma non occupò posizioni di rilievo.

Persigny, Jean Gilbert Victor Fialin duca di (1801-1872),
il principale organizzatore del partito bonapartista dal 1834. Fu deputato alla Legislativa e uno degli organizzatori del colpo di stato del 2 dicembre. Fu uno degli uomini più influenti del Secondo Impero.

Pescekhonov A V. (1867-1933),
giornalista russo; dal 1906 fu uno dei capi del partito piccolo-borghese dei "socialisti popolari". Nel 1917 ricoperse la carica di ministro degli approvvigionamenti del Governo Provvisorio. Dopo l'Ottobre avversò il potere sovietico e dal '22 divenne un emigrato bianco.

Petliura S. V. (1877-1926),
uno dei capi nazionalisti borghesi ucraini. Nel '17 fu segretario alla guerra nella Rada controrivoluzionaria ucraina e fu poi tra i capi della controrivoluzione durante la guerra civile.

Peucker Eduard von (1791-1876),
generale prussiano, ministro imperiale della guerra nel 1848-49.

Pflüger Paul Bernard (1865 - ),
socialdemocratico di destra svizzero, socialsciovinista.

Pieper, Wilhelm (1826 - ),
comunista tedesco esiliato a Londra; fu a lungo assistente di Karl Marx.

Pietro il Grande, vedi Alekseevich, Peter

Pilnyak Boris (1894-1938),
autore sovietico di pubblicazioni sulla questione agraria durante la NEP.

Pilsudski, Josef (1867-1935),
esiliato in Siberia ancora studente per aver partecipato ad un presunto attentato contro Alessandro III. Al suo ritorno nel 1892, diede il suo aiuto nella fondazione del Partito Socialista polacco. Nel novembre 1918 divenne presidente della neonata repubblica polacca e nel 1920 guidò il suo esercito contro le forze sovietiche in Ucraina. Si ritirò nel 1923, ma riprese il potere tre anni dopo con un colpo di Stato, diventando dittatore della Polonia fino alla sua morte nel 1935.

Pio decimo (papa negli anni 1903-1914),
in politica Pio decimo fu decisamente un conservatore; tale si era mostrato fin dal patriarcato veneziano, opponendosi al fermento di rinnovamento sociale dei "democratici cristiani" e favorendo invece le alleanze tra liberali moderati e fedeli "parrocchiani". "I cattolici liberali sono dei lupi travestiti da agnelli", aveva sentenziato e, rivolto al sacerdoti veneziani, aveva detto: "Sarete chiamati papisti, clericali, retrogradi, intransigenti. Siatene fieri!".
La bestia nera era il modernismo, che si augurava una "manica larga" in fatto di tradizione e obbedienza, per una conciliazione tra scienza e fede con una libertà di coscienza del cattolico nella scelta politica. Pio decimo reagisce con violenza e fermezza e ordina lo scioglimento dell' "Opera dei Congressi", ma nello stesso tempo attenua la portata del "Non expedit" per favorire alleanze sotto banco di cattolici moderati con i liberali, dalle quali nascerà nel 1913 il patto Gentiloni.
Tutto cominciò con la condanna del modernismo nell'enciclica Pascendi del 1907, che aveva travolto gli elementi progressisti della cultura cattolica; uno scrittore come Fogazzaro fece tempestivo atto di sottomissione, ma il sacerdote Ernesto Buonaiuti, autore di scritti in diretta polemica con l'enciclica, perse la tonaca. Del resto nel "motu proprio" Sacrorum Antistitum del 1910 il papa impose ai sacerdoti, con uno speciale giuramento, il rifiuto di tutto il pensiero modernista; furono benedette invece quelle nuove organizzazioni volute da Pio decimo stesso, come l'Unione popolare, l'Unione economico-sociale e l'Unione elettorale, di cui fu presidente il Gentiloni. A queste venne affidata, in una sorta di "crociata", il compito di controllare i voti "cattolici", ormai strappati d'ufficio ai "democratici cristiani", a gente come il Murri sospeso a divinis o come Sturzo.
Papa Sarto "di fronte alle insidie del socialismo", che a suo parere non voleva ammettere come sia "conforme all'ordine stabilito da Dio che ci siano, nella società, principi e sudditi, padroni e proletari, ricchi e poveri, sapienti e ignoranti", aveva scelto il male minore, quello di una tacita alleanza clerico-moderata. La condanna globale di modernisti e progressisti in genere fu chiaramente il riflesso di posizioni integraliste di tipo medievale, con le quali veniva spazzato via anche il "socialismo corporativista" di Leone 13esimo.
Oltretutto l'impegno politico di Pio decimo fu decisamente provinciale; nel contesto internazionale, dove Leone 13esimo tanto aveva guadagnato, egli si fece attorno un vuoto, le relazioni diplomatiche con gli altri Stati erano ridotte al minimo. Un esempio fra tanti può esser costituito dalla Francia; nella sua ottica antistorica e retriva era favorevole al ritorno dei monarchici, tenendo un rapporto costante con gli stessi uomini dell'Action francaise. E intanto era saltato il concordato del 1801 in un'aperta rottura con la repubblica francese e nel 1905 si era arrivati alla separazione dello Stato dalla Chiesa; era l'immagine precisa del fallimento del suo integralismo.
All'interno della Chiesa, egli riformò le strutture in senso autoritario, centralistico, proibendo ai preti di andare a teatro, pena la sospensione ipso facto e raccomandando di non abbonarsi a giornali non allineati. Riformò il canto liturgico, la musica sacra, estromettendo dal tempio fanfare, tamburi, pianoforti, strumenti troppo profani..., ammessi solo i canti in latino, niente donne nella schola cantorum. Il Catechismo del 1912, con domande e risposte da imparare a memoria in preparazione alla "prima comunione", rimasto in uso fino al Concilio Vaticano secondo, era appunto il simbolo di certo suo programma di "restaurazione" in Cristo di ogni fedele, annunciato fin dalla prima enciclica Instaurare Omnia in Christo.
Pio decimo volle annullare definitivamente ogni manipolazione del papato da parte dei poteri laici; la costituzione Commissum nobis del 1904 aboliva il veto comunque manifestato da uno Stato durante un conclave, dichiarando senz'altro illegittima ogni ingerenza del potere civile nell'elezione papale. I cardinali che si fossero fatti portavoce dell'esclusiva di un qualsiasi governo sarebbero stati colpiti con la scomunica dal futuro pontefice.
La Chiesa elevò Pio decimo agli onori degli altari come santo e in questa sua canonizzazione c'è tutta la sua bontà e mitezza: questo papa ha nello stesso tempo dichiarato intangibili i diritti della proprietà privata ed esortato alla rassegnazione e alla pazienza i poveri, ai quali nulla spetta, a titolo di giustizia, dei beni del ricco: sono qui evidentemente fissati i termini estremi di una santità celeste che si sublima nell'esaltazione di un'ingiustizia terrena.

Pio 11esimo (papa negli anni 1922-1939),
dopo 14 fumate nere' la scelta infine di Achille Ratti, arcivescovo di Milano, fu un compromesso tra la fazione progressista e quella conservatrice.
L'eletto volle assumere il nome di Pio 11esimo e compì subito un gesto mai più verificatosi dai tempi della breccia di porta Pia: si affacciò dal balcone esterno alla basilica e impartì la benedizione ìurbi et orbi'. La folla applaudì al grido: ìViva Pio 11esimo! Viva l'Italia!'. Era un chiaro segno dei tempi nuovi; il papa si rivolgeva direttamente all'Italia senza mezzi termini per risolvere una volta per tutte la ìquestione romana'.
è convinto che il papa in pratica debba rientrare in possesso del suo potere temporale; e una volta eletto s'impegnerà per raggiungere questo programma.
Il 1922 è l'anno della ìmarcia su Roma'; pare che le camicie nere avessero avuto precisi ordini per il rispetto del clero nella loro avanzata verso la capitale; era prevista una manifestazione in favore del papa in piazza San Pietro. Su L'Osservatore Romano del 29 ottobre di quell'anno si legge: ìS'annunzia che l'onorevole Mussolini intende avviare alla collaborazione governativa... uomini di ogni parte, solleciti soprattutto degli interessi del popolo'. Non è un elogio, ma è perlomeno un atteggiamento di cauto ottimismo verso il regime fascista; Pio 11esimo sapeva benissimo con chi aveva a che fare, ma giocava da gran diplomatico le sue carte, e con autorità.
Mussolini ha teso una mano ai cattolici riconoscendo l'importanza della religione cristiana nella storia e nella vita italiana e si mostra disposto a concessioni alla Chiesa; il nuovo papa è propenso a soluzioni di vertice più che a mediazioni democratiche. Sta bene l' "Unione nazionale" di cattolici come Mattei-Gentile e Carapelle, ma non il Partito popolare di don Sturzo, che lascia l'Italia e va esule a Londra. Ai preti è proibita l'iscrizione a qualsiasi partito. Sta bene piuttosto l'Azione Cattolica riorganizzata sulla base dei quattro rami di giovani, uomini, gioventù femminile, donne, penetrando in ogni parrocchia.
è questa la strada sulla quale si attua il neo-temporalismo della Chiesa in Italia, sanzionato dai famosi ìPatti Lateranensi' dell'11 febbraio 1929, articolati su un trattato politico, una convenzione finanziaria e un concordato.
La Santa Sede ritrova se stessa: è la Città del Vaticano territorialmente, ma in sostanza è la ricostruzione di una teocrazia estesa gradatamente in tutto il mondo, con papa Ratti pronto a cogliere qualsiasi opportunità per entrare in rapporto con tutti gli Stati, qualunque siano le caratteristiche del loro regime, e piazzando di nuovo le roccaforti cattoliche in scuole e partiti che consolidino il neo-temporalismo della Santa Sede nel mondo.
Questa ìpolitica di presenza' viene attuata attraverso una serie di concordati; con la Lettonia nel 1922, con la Romania e la Lituania nel 1927, con la Germania e l'Austria nel 1933, con la Iugoslavia nel 1937 e la Polonia nel 1939. Al fine spirituale dei Concordati, non manca di accompagnarsi quello tutto terreno della riaffermazione di una sovranità e di concessioni e privilegi economici alle istituzioni ecclesiastiche.
Il grande politico si rivela in due momenti; nella fase iniziale d'aggancio a certe ìalleanze ripugnanti' che sono quelle di dittatori come Dollfuss, Horthy, Salazar, Hitler, Franco e naturalmente Mussolini, e in una seconda fase quando, ottenuto lo scopo, appare pronto a condannare, forte del proprio ritrovato prestigio, o perlomeno a risentirsi da capo di Stato ormai universalmente riconosciuto.
Nel 1931, nell'enciclica in italiano Non abbiamo bisogno del 5 luglio, si scagliò così contro la dottrina e la prassi fascista in difesa della sua Azione Cattolica, minacciata dalle organizzazioni ispirate all'ideologia fascista.
Non va comunque scordato che nella Quadragesimo anno aveva riconosciuto la ìstringente necessità di resistere con fronte unico alle schiere dei partiti sovversivi', giustificando così la rinuncia ai sindacati cattolici e approvando l'organizzazione corporativa in una sorta di connubio clerico-fascista.
Nel 1937 scrisse l'enciclica in tedesco Mit Brennender Sorge nella quale, partendo da una protesta contro i danni alle persone e ai beni ecclesiastici tedeschi, si allarga ad una vera e propria condanna del paganesimo hitleriano. Essa denuncia ìle violazioni del concordato, le mille forme di compressione della organizzata libertà religiosa, la divinizzazione idolatrice della razza e del sangue, le orrende campagne scandalistiche contro il clero, la lotta contro la scuola cattolica, il soffocamento della stampa'.
Sempre nel 1937 papa Ratti condannò in un'altra enciclica, la Divini Redemptoris, il comunismo; in tal modo egli rifiutava categoricamente qualsiasi dittatura che bloccasse la libertà religiosa dei cattolici.
Pio 11esimo morì nel '39 per attacco cardiaco; ma in un memoriale attribuito al cardinale Tisserant e pubblicato nel 1972 da 'Paris-Match' e 'Panorama' si affermava che Pio 11esimo era stato assassinato per ordine di Mussolini, che temeva di essere scomunicato. Autore materiale del delitto, il professor Francesco Petacci, padre di Claretta, mediante un'iniezione di veleno; il cardinale Confalonieri, segretario particolare del papa, disse che erano 'tutte fandonie'. L'episodio è passato alla storia come il 'giallo Tisserant'; il mistero resta.

Pipes Richard,
statunitense, insegnò all'Università di Harvard a partire dal 1957. Nel 1981-82 lavorò per l'agenzia di sicurezza nazionale USA sotto l'amministrazione Reagan, e dedicò la sua vita all'interpretazione della storia del socialismo russo. Nei suoi lavori egli misura tutti i russi in base al loro livello di depravazione, analizzando la storia russa nell'ottica di un errore dopo l'altro, fino alla Rivoluzione d'Ottobre, ultima e definitiva prova dell'arretratezza e stoltezza del popolo russo.

Platten Friedrtich (Fritz) (1883-1942),
socialdemocratico di sinistra svizzero, in seguito comunista. Durante la prima guerra mondiale fu siu posizioni internazionaliste e partecipò ai lavori delle conferenze di Zimmerwald e di Kienthal; aderì alla sinistra di Zimmerwald. Nel 1919 prese parte alla costruzione della III Internazionale e alla fondazione del Partito comunista svizzero (di cui fu segretario dal 1921 al 1923).

Plechanov, G. V. (1856-1918),
leader marxista del movimento operaio russo prima di Lenin; dopo la spaccatura del movimento venne presto a schierarsi coi menscevichi. Seppur in qualche occasione egli fu più vicino ai bolscevichi che a questi, fu sempre in sostanza un menscevico. Allo scoppio della guerra imperialista egli divenne un 'difensore della madrepatria' e fu ostile alla Rivoluzione d'Ottobre.
Nel diciannovesimo secolo Plechanov scrisse una serie di libri di stampo marxista, specialmente su questioni filosofiche. Nel suo scritto Le nostre differenze egli prende a combattere contro il socialismo piccolo-borghese dei populisti per la leadership sul movimento rivoluzionario operaio russo e in altre occasioni lottò aspramente contro il revisionismo bernesteniano, tanto da far affermare a Lenin "è impossibile diventare un conscio e reale comunista senza studiare tutto ciò che Plechanov ha scritto a proposito di filosofia". Allo stesso tempo, però, Lenin non mancò di combattere con forza contro i più gravi errori di Plechanov e contro il suo successivo tradimento del socialismo.

Pletnev, Valerian F. (1886-1942),
vecchio bolscevico presidente del Comitato Centrale del Proletcult dal 1920 al 1932.

Podbelski V. N. (1887-1920),
esponente del partito comunista e dello Staio sovietico. Dal maggio 1918 ricoperse la carica di Commissario del popolo per le poste e i telegrafi della RSFSR.

Podvoiski N. I. (1880-1948),
esponente militare e del partito bolscevico (dal 1901), dopo l'Ottobre fu membro del Comitato per la Guerra e la Marina, comandante del distretto militare di Pietrogrado.

Poincaré Raymond (1860-1934),
fu più volte primo ministro (1912, 1922-24, 1926-29) e Presidente della Repubblica francese dal 1913 al 1920. Era il simbolo della Prima guerra mondiale agli occhi dei lavoratori francesi: di qui il nomignolo "Poincaré-la-Guerra".

Polano Luigi,
era stato nel '19 segretario nazionale della federazione giovanile socialista, aderisce al PCd'I a Livorno e viene eletto al CC della FGCI. Fu rappresentante dei giovani sia al II che al III Congresso dell'IC.

Polignac, Jules Armand de(1780-1847),
ultrareazionario primo ministro di Carlo X, re di Francia dal 1824 al 1830. Fu l’autore delle "Ordinanze" (che provocarono la rivoluzione di luglio) favorevoli a una completa restaurazione della situazione precedente la Rivoluzione francese.

Pollak Arthur,
professore all'università di Praga, era uno dei dirigenti di un gruppo cecoslovacco legatosi all'Opposizione russa alla fine degli anni '20, pubblicava il periodico Rudy Prapor (Bandiera Rossa).

Pokrovskij Michail Nikolaevic (1868-1932),
storico russo, bolscevico dal 1905, costretto alla fuga all'estero visse dal 1905 al 1917 in Italia, dopo la Rivoluzione d'Ottobre divenne (dal novembre '17 al marzo '18) presidente del Soviet di Mosca. Per qualche tempo fece parte dei "comunisti di sinistra" e si schierò contro la pace di Brest-Litovsk. Dal 1918 fu vice segretario del popolo per la pubblica istruzione; divenne accademico nel 1929. Nei suoi studi mise in risalto l'importanza del capitale mercantile nella genesi del capitalismo e applicò questo schema alla storia dell'economia russa dal XVII al XIX secolo, mostrando la coerenza delle politiche zariste in questa direzione (sia all'interno che all'esterno). Fu sempre dissacrante nei confronti del ruolo di principi e zar, da Pietro il Grande a Caterina II. Nel '39-'40 venne attaccato con l'accusa di economicismo e "sociologismo volgare", per essere riabilitato solo nel decennio successivo.

Pokrovsky, N.N.,
ufficiale del Governo Provvisorio. Ricoprì le cariche di Ministro agli affari esteri, vice presidente del Comitato Centrale delle industrie belliche e di membro del Consiglio della Banca Russa per il commercio estero.

Pool D. C. (1885-1952),
diplomatico americano; dal novembre 1918 al giugno 1919 fu incaricato americano presso il "governo provvisorio del Nord" delle guardie bianche. Uno dei promotori dell'intervento dei paesi dell'Intesa contro la Russia sovietica.

Porecki Nathan, vedi Ignaz Reiss

Portugheis S. I., vedi Ivanovic, St.

Potresov, Aleksander (1869-1934),
menscevico che fu, in precedenza, molto vicino a Lenin. Durante la guerra fu social-sciovinista. è anche chiamato Starover.

Prampolini Camillo (1859-1930),
socialista riformista, contribuì allo sviluppo del movimento cooperativo della sua città (Reggio Emilia) e svolse un'intensa attività sindacale. Nel 1886 fondò il periodico La Giustizia. Difesa degli sfruttati, che diresse fino al 1925 (anno di chiusura della testata). Nel 1892 fu tra i fondatori del Partito dei Lavoratori Italiani (dal 1895 PSI), cui aderì fino al 1922, anno in cui con Turati e Matteotti fondò il PSU. Durante il fascismo abbandonò la politica in passiva attesa.

Preobrazenskij Evgenii Alekseevich (1886-1937)

Pressburg Henriette,
madre di Karl Marx.

Prezzolini Giuseppe (1882-1982),
di stampo nazionalista, scrisse nel settimanale La Voce, si accostò poi al modernismo cattolico, a Bergson e all'idealismo crociano, ma anche al socialismo sindacalista. Combatté da volontario nella guerra del '15-'18, che lo trasformò in un conservatore scettico e disincantato, intriso di disprezzo per la politica contingente e di una posizione intellettuale che vuol essere insieme aristocratica e vicina al senso comune (nel 1922, sulla Rivoluzione liberale, suggeriva l'idea di una Congregazione degli Apoti, ovvero di "coloro che non la bevono"). Diviso tra l'ammirazione di Mussolini e il disprezzo dei metodi fascisti, si allontanò dall'Italia.

Price, Morgan Philips (1885-1973),
figlio di un proprietario e parlamentare liberale. Educato a Cambridge, nel 1914 andò in Russia come corrispondente del Manchester Guardian. Ha scritto molto contro l'intervento alleato in Russia e a favore del governo sovietico, ma non si è mai unito al Partito comunista inglese. Al suo ritorno in Gran Bretagna nel 1919 si è invece unito all'Independent Labour Party e poi al Labour Party. Fu corrispondente dalla Germania (per il Daily Herald) durante gli eventi rivoluzionari avvenuti negli anni 1919-23. Tra il 1929 e il 1931 e negli anni 1935-50 sedette in Parlamento nelle schiere laburiste. Durante tutti questi anni ha occupato vari ruoli governativi di scarso livello. Sull'esperienza russa ha scritto nel 1918 My Reminiscences of the Russian Revolution e nel 1969, in ottica riformista, My Three Revolutions.

Princip Gayrilo (1895-1918),
studente bosniaco membro di un'organizzazione patriottica segreta per la liberazione dall'Austria. Uccise l'arciduca Franz Ferdinand e consorte il 28 giugno 1914 a Sarajevo. Condannato all'ergastolo, morì in prigione.

Proscian P.P. (1883-1918),
membro del partito dei socialisti-rivoluzionari. Nel 1917 entrò nel CC del Partito dei s-r di sinistra e nel dicembre dello stesso anno divenne Commissario del popolo per le poste e i telegrafi; nel marzo 1918, non essendo d'accordo con le conclusioni del trattato di Brest-Litovsk, uscì dal Consiglio dei Commissari del popolo; partecipò alla rivolta dei socialisti-rivoluzionari di sinistra a Mosca, dopodiché si allontanò da ogni attività politica.

Proudhon, Pierre Joseph (1803-1865),
"Socialista borghese", che ebbe per un lungo periodo (fin oltre la Comune parigina) una forte influenza sul proletariato francese. Autore di Che cos'è la proprietà? (in cui si espresse contro le disparità sociali e contro il principio della proprietà privata, definita un furto) e del Sistema delle contraddizioni economiche o filosofia della miseria. Contro di lui polemizzarono Marx ed Engels, specialmente nella Miseria della filosofia e nella Questione delle abitazioni, rilevando il carattere borghese del suo socialismo, che "desidera portar rimedio ai mali della società per assicurare l'esistenza della società borghese" (Marx-Engels, Manifesto). In tale quadro rientra la sua teoria del credito gratuito (definita da Marx una fantasia), su cui si basava la "Banca del popolo", fondata dal Proudhon senza successo nel gennaio 1849. Egli si opponeva alla gestione collettiva dei mezzi di produzione e riduceva la questione sociale a un problema di distribuzione. Escludendo la funzione dello Stato nella trasformazione della società, il Proudhon escludeva la conquista del potere politico da parte, del proletariato, ricollegandosi così all'anarchismo. Le sue idee esercitarono grande influsso sul movimento operaio francese. Deputato alla Costituente, fino al suo arresto nel 1849, fu vicino ai Montagnardi, malgrado i frequenti contrasti con le loro concezioni sociali. Oppositore di L. Napoleone, passò alcuni anni in carcere sotto il Secondo Impero. Per un certo tempo egli nutrì tuttavia l'illusione che l'imperatore potesse prendere le parti della rivoluzione sociale.

Purcell Albert A. (1872-1935),
leader di sinistra del Movimento unionista inglese e del Comitato Anglo-Russo.

Purishkevich, V. M. (1870-1920),
grande proprietario terriero russo, monarchico e reazionario dei Cento Neri.

Putifarre,
Personaggio biblico, eunuco del faraone.

Pyatakov Yuri (1890-1937),
vecchio bolscevico, giocò un ruolo importante nella Rivoluzione d'Ottobre e durante la guerra civile, ricoprendo molti posti chiave. Nell'ultima sua lettera al congresso, Lenin definì Pyatakov e Bucharin i "due più abili giovani uomini del partito". Nel 1923 egli prese ad appoggiare l'Opposizione di Sinistra, e fu espulso nel 1927. A quel puntò egli capitolò allo stalinismo e venne riaccettato all'interno del partito l'anno seguente. Come vice presidente del commissariato per l'industria pesante, egli aiutò all'industrializzazione della Russia nel anni Trenta. Egli fu presto giudicato colpevole di tradimento e giustiziato al secondo processo di Mosca.


Ultima modifica 27.06.2001