Progetto di programma del PCR(b)

Vladimir Lenin (1903)

 


Scritto nel marzo 1919.
Si ringrazia Antonio Maggio - Primo Maggio
HTML mark-up per il MIA: Mishù, novembre 2003.

 

1. ABBOZZO DEL PROGETTO DI PROGRAMMA DEL PCR
2 PROGETTO DI PROGRAMMA DEL PCR (BOLSCEVICO)
3 AGGIUNTA ALLA PARTE POLITICA DEL PROGRAMMA
4 DA INSERIRE NELLA PARTE POLITICA DEL PROGRAMMA
5 PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AI RAPPORTI NAZIONALI
6 AGGIUNTA AL PROGETTO DEFINITIVO DEL PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO ALLA QUESTIONE NAZIONALE
7 INTRODUZIONE AL PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AL LAVORO MILITARE
8PRIMO CAPOVERSO DEL PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AI TRIBUNALI
9 PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO ALL'ISTRUZIONE PUBBLICA
10 PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AI RAPPORTI RELIGIOSI
11 PUNTI RELATIVI ALLA PARTE ECONOMICA DEL PROGRAMMA
12 IL PUNTO DEL PROGRAMMA SULLA QUESTIONE AGRARIA

1. ABBOZZO DEL PROGETTO DI PROGRAMMA DEL PCR

Piano: il programma è composto delle seguenti parti:

1) Introduzione. La rivoluzione proletaria è incominciata in Russia e si estende dovunque rapidamente. Per comprenderla bisogna capire la natura del capitalismo e la inevitabilità del suo sviluppo verso la dittatura del proletariato.
2) Capitalismo e dittatura del proletariato. A questo proposito riprodurre, nella sua parte principale, il nostro vecchio programma marxista redatte da Plekhanov; contemporaneamente bisogna spiegare anche le "radici storiche" della nostra concezione del mondo.
3) Imperialismo. Dal progetto di programma del maggio 1917.
4) Le tre correnti nel movimento operaio internazionale e la nuova Internazionale. Rimaneggiamento del progetto del maggio 1917.
5) I compiti fondamentali della dittatura proletaria in Russia. Dal progetto del dicembre 1917 - gennaio 1918.
6) Concretizzazione di questi compiti in campo politico (nuovo).
7) Idem in campo nazionale, religioso, pedagogico (nuovo).
8) Idem in campo economico, (nuovo).
9) Idem in campo agrario (nuovo).
10) Idem nel campo della protezione dei lavoratori (lo scrive Schmidt).
11) e 12) Aggiunte per altri campi (non ancora scritte).

In questo abbozzo molte cose sono incompiute, soprattutto dal punto di vista della redazione, e talvolta invece di formulare un programma si è temporaneamente ricorsi a un commento.

1) La rivoluzione del 25-10 (7-11)-1917 in Russia ha realizzato la dittatura del proletariato che, con l'aiuto dei contadini poveri o semiproletari, ha incominciato a costruire la società comunista. Lo sviluppo del movimento rivoluzionario del proletariato in tutti i paesi avanzati, la comparsa e lo sviluppo, dovunque, della forma sovietica di questo movimento, cioè della forma che tende direttamente a realizzare la dittatura del proletariato, e infine l'inizio e lo sviluppo della rivoluzione, soprattutto in Austria-Ungheria e in Germania, tutto ciò indica chiaramente che è incominciata l'era della rivoluzione proletaria comunista mondiale.

2) Per comprendere in modo giusto le cause, il significato, e gli scopi di questa rivoluzione occorre, in primo luogo, spiegarsi l'essenza, la natura fondamentale del capitalismo e della società borghese, la inevitabilità del loro sviluppo verso il comunismo e, in secondo luogo, la natura dell'imperialismo e delle guerre imperialistiche che hanno accelerato il crollo del capitalismo e hanno messo all'ordine del giorno la rivoluzione proletaria.

3) La natura del capitalismo e della società borghese, che domina ancora nella maggioranza dei paesi civili e il cui sviluppo conduce inevitabilmente e ha già condotto alla rivoluzione comunista mondiale del proletariato, era così caratterizzata dal nostro vecchio programma marxista:

4) "La caratteristica principale di questa società consiste nella produzione mercantile fondata sui rapporti capitalistici di produzione, in base ai quali la parte maggiore e più importante dei mezzi di produzione e di circolazione delle merci appartiene a una classe numericamente esigua, mentre la stragrande maggioranza della popolazione è composta di proletari e semiproletari, costretti dalla loro situazione economica a vendere costantemente e periodicamente la propria forza-lavoro, cioè a mettersi al servizio dei capitalisti e a creare con il proprio lavoro i redditi delle classi superiori della società.

5) "Il campo in cui dominano i rapporti capitalisti di produzione si estende sempre di più, via via che il continuo perfezionamento della tecnica, accrescendo l'importanza economica delle grandi aziende, conduce alla soppressione dei piccoli produttori indipendenti, ne trasforma una parte in proletari, restringe la funzione degli altri nella vita economico-sociale e li pone, in un modo o nell'altro, in un stato di soggezione, più o meno completa, più o meno manifesta, più o meno dura, al capitale.

6) "Lo stesso progresso tecnico dà inoltre agli imprenditori la possibilità di impiegare sempre più estesamente, nella produzione e nella circolazione delle merci, il lavoro delle donne e dei fanciulli. E poiché esso determina, d'altra parte, una diminuzione relativa del fabbisogno di mano d'opera per gli imprenditori, la domanda di forza-lavoro è di necessità inferiore all'offerta, e ciò contribuisce ad aggravare la soggezione del lavoro salariato al capitale e a intensificare lo sfruttamento del lavoro.

7) "La situazione che così si determina all'interno dei singoli paesi borghesi e la loro sempre più acuta rivalità sul mercato mondiale rendono sempre più difficile la vendita delle merci, la cui produzione è in continuo aumento. La sovrapproduzione, che si manifesta in crisi industriali più o meno acute, seguite da periodi più o meno lunghi di ristagno produttivo, è, nella società borghese, una conseguenza inevitabile dello sviluppo delle forze produttive. A loto volta, le crisi e i periodi di ristagno industriale rovinano ancora di più i piccoli produttori, accentuano, la dipendenza del lavoro salariato dal capitale, conducono ancor più rapidamente a un peggioramento relativo, e talora assoluto, delle condizioni della classe operaia.

8) "Così, il perfezionamento della tecnica, che comporta un incremento della produttività del lavoro e della ricchezza sociale, accentua nella società borghese la disuguaglianza sociale, approfondisce il distacco tra i possidenti e i non abbienti, accresce l'insicurezza, la disoccupazione e le privazioni d'ogni genere in strati sempre più vasti delle masse lavoratrici.

9) "Ma via via che queste contraddizioni, proprie della società borghese, crescono e si sviluppano, si acuisce il malcontento suscitato tra le masse lavoratrici e sfruttate dall'attuale stato di cose, aumenta il numero, e si consolida la coesione dei proletari, si inasprisce la loro lotta contro gli sfruttatori. Al tempo stesso il perfezionamento della tecnica, concentrando i mezzi di produzione e di circolazione e socializzando il processo del lavoro nelle imprese capitalistiche, crea sempre più raramente la possibilità materiale di sostituire ai rapporti socialisti, di compiere cioè quella rivoluzione sociale che è lo scopo ultimo di tutta l'attività della social-democrazia internazionale, come espressione cosciente del movimento di classe del proletariato.

10) "Sostituendo, alla proprietà privata dei mezzi di produzione e di circolazione, la proprietà sociale e organizzando secondo un piano il processo sociale di produzione, al fine di garantire il benessere e lo sviluppo completo di tutti i membri della società, la rivoluzione sociale del proletariato sopprimerà la divisione della società in classi ed emanciperà così tutta l'umanità oppressa, perché metterà fine a tutte le forme di sfruttamento di una parte della società sull'altra.

11) "Condizione indispensabile di questa rivoluzione sociale è la dittatura del proletariato, cioè la conquista, da parte del proletariato, di un potere politico che gli consenta di reprimere ogni resistenza degli sfruttatori. Il movimento comunista internazionale, proponendosi di rendere il proletariato atto ad assolvere la sua grande missione storica, lo organizza in un partito politico indipendente, opposto a tutti i partiti borghesi, dirige tutte le manifestazioni della sua lotta di classe, gli rivela l'irriducibile contraddizione tra gl'interessi degli sfruttatori e quelli degli sfruttati, gli chiarisce il significato storico e le condizioni necessarie dell'imminente rivoluzione sociale. Esso rivela inoltre a tutta la restante massa dei lavoratori e degli sfruttati la situazione disperata in cui essi versano nella società capitalistica e la necessità della rivoluzione sociale ai fini della loro emancipazione dal giogo del capitale. Il partito della classe operaia, il partito comunista, chiama nelle sue file tutti gli strati della popolazione lavoratrice e sfruttata, nella misura in cui essi accettano le posizioni del proletariato".

12) Ai giorni nostri – approssimativamente dall'inizio del secolo XX – il capitalismo mondiale è giunto alla fase dell'imperialismo. L'imperialismo, o epoca del capitale finanziario, è un'economia capitalistica altamente sviluppata nella quale le società monopolistiche (sindacati cartelli, trust) hanno assunto un'importanza decisiva, il capitale bancario, pervenuto a un grado estremo di concentrazione, si è fuso con il capitale industriale, l'esportazione di capitale nei paesi stranieri ha acquistato dimensioni enormi, il mondo è già diviso territorialmente fra i paesi più ricchi e la spartizione economica del mondo fra i trust internazionali è già incominciata.

13) Le guerre imperialistiche, cioè le guerre per il dominio del mondo, per i mercati del capitale bancario, per lo strangolamento delle nazioni piccole e deboli, sono inevitabili in questa situazione. Tale è precisamente la prima grande guerra imperialistica degli anni 1914-1918.

14) Il grado eccezionalmente alto di sviluppo del capitalismo mondiale in generale, la sostituzione del capitalismo monopolistico alla libera concorrenza, la creazione da parte delle banche e delle associazioni capitalistiche di un apparato per disciplinare socialmente il processo di produzione e di ripartizione dei prodotti, il carovita e l'oppressione della classe operaia che si accrescono con lo sviluppo dei monopoli capitalistici, le gigantesche difficoltà della lotta economica e politica della classe operaia, gli orrori, la miseria, la rovina, l'imbarbarimento generati dalla guerra imperialistica: tutto questo converte l'attuale fase di sviluppo del capitalismo nell'era della rivoluzione proletaria socialista.

Quest'era è già incominciata.

15) Soltanto la rivoluzione proletaria socialista può trarre l'umanità dal vicolo cieco in cui l'hanno condotta l'imperialismo e le guerre imperialistiche. Quali che siano le difficoltà della rivoluzione e le sue eventuali sconfitte temporanee, quali che siano le ondate della controrivoluzione, la vittoria del proletariato è immancabile.

16) La vittoria della rivoluzione proletaria esige da parte della classe operaia di tutti i paesi progrediti una fiducia illimitata, la coesione fraterna più stretta e la massima unità delle azioni rivoluzionarie. Queste condizioni sono irrealizzabili senza una rottura immediata e di principio, senza una lotta spietata contro la deformazione borghese del socialismo che è prevalsa nelle sfere dirigenti della stragrande maggioranza dei partiti "socialdemocratici" e "socialisti" ufficiali.

17) Questa deformazione si manifesta, da un lato, nella corrente dell'opportunismo e del socialsciovinismo, che è socialismo a parole e sciovinismo nei fatti, e che mediante la parola d'ordine della "difesa della patria" difende gl'interessi predatori della "propria" borghesia nazionale, sia in generale, sia in particolare durante la guerra imperialistica del 1914-1918. Questa corrente è sorta perché quasi tutti i paesi avanzati, depredando i popoli coloniali e deboli, hanno dato alla borghesia la possibilità di corrompere lo strato superiore del proletariato con le briciole dei sovrapprofitti, di assicurare loro in tempo di pace una esistenza piccolo borghese sopportabile e di mettere al proprio servizio i capi di questo strato. Gli opportunisti e i socialsciovinisti, diventati lacchè della borghesia, sono nemici di classe diretti del proletariato.

18) Dall'altro lato, questa deformazione borghese del socialismo si manifesta nella corrente "centrista", altrettanto diffusa e internazionale, che esita tra i socialsciovinisti e i comunisti, difendendo l'unità con i primi e cercando di far risorgere la II Internazionale, fallita e imputridita. La sola Internazionale veramente proletaria e rivoluzionaria è la nuova, la III, Internazionale comunista, che di fatto è stata fondata attraverso la formazione di partiti comunisti sorti dai vecchi partiti socialisti in una serie di paesi, e soprattutto, in Germania, e che acquista crescenti simpatie fra le masse del proletariato di tutti i paesi.

GLI OBIETTIVI FONDAMENTALI DELLA DITTATURA
DEL PROLETARIATO IN RUSSIA

Gli obiettivi fondamentali della dittatura del proletariato, in Russia consistono oggi in questo: portare a termine, fino alla fine, l'espropriazione, già iniziata, dei grandi proprietari fondiari e della borghesia, trasmettere la proprietà di tutte le fabbriche, officine, ferrovie, banche, flotta e degli altri mezzi di produzione e di scambio, alla repubblica sovietica; utilizzare l'unione degli operai urbani e dei contadini poveri - alla quale già si deve l'abolizione della proprietà privata della terra e la legge sulla forma di passaggio della piccola azienda contadina al socialismo, forma che gli ideologi moderni dei contadini, schieratisi dalla parte del proletariato, hanno definito socializzazione della terra - per il passaggio, graduale ma inflessibile, verso la coltivazione collettiva della terra e verso la grande azienda socialista in agricoltura;

rafforzare e sviluppare la repubblica federativa dei soviet come forma di democrazia infinitamente più! elevata e progressiva del parlamentarismo borghese, e come unico tipo di Stato, che corrisponde, in base all'esperienza della Comune di Parigi del 1871 e delle rivoluzioni russe del 1905 e del 1917-1918, al periodo di passaggio dal capitalismo al socialismo, cioè al periodo della dittatura del proletariato;

utilizzare a fondo e in tutti i campi la fiaccola della rivoluzione socialista mondiale accesa in Russia, per paralizzare i tentativi degli Stati imperialistici borghesi d'ingerirsi negli affari interni della Russia o di coalizzarsi per la letta diretta e la guerra contro la repubblica socialista sovietica, e per portare la rivoluzione nei paesi più avanzati e in generale in tutti i paesi; annientare, con una serie di provvedimenti graduali, ma inflessibili, il commercio, privato, organizzando uno scambio regolare e pianificato di prodotti fra le comuni di produzione e quelle di consumo di quell'unico complesso, economico che la repubblica. sovietica deve diventare.

Sviluppando più concretamente gli obiettivi generali del potere sovietico, il PCR li definisce, per il periodo attuale, nel modo seguente:

In campo politico

Se, prima della conquista del potere politico da parte del proletariato, l'utilizzazione della democrazia borghese e, in particolare, del parlamentarismo era (assolutamente) necessaria per l'educazione politica e l'organizzazione delle masse operaie, oggi, dopo la conquista del potere politico, da parte del proletariato e con la democrazia di tipo superiore realizzata nella repubblica sovietica, ogni passo indietro verso il parlamentarismo borghese, verso la democrazia borghese, sarebbe indubbiamente una difesa reazionaria degli interessi degli sfruttatori, dei grandi proprietari fondiari e dei capitalisti. Le parole d'ordine di una democrazia che si pretende generale, per tutti, per tutte le nazioni, al di fuori delle classi, ma che è in realtà una democrazia borghese, servono soltanto gli interessi degli sfruttatori; e finché esisterà la proprietà privata della terra e degli altri mezzi di produzione, la repubblica più democratica resterà inevitabilmente una dittatura della borghesia, una macchina per l'oppressione dell'immensa maggioranza dei lavoratori da parte di un pugno di capitalisti.

Il compito storico della repubblica sovietica, tipo di Stato nuovo, di transizione verso la completa abolizione dello Stato, è il seguente:

1) Creare e sviluppare in tutti i campi l'organizzazione di massa proprio delle classi oppresse dal capitalismo, il proletariato e il semiproletariato. La repubblica democratica borghese, nel migliore dei casi, ammetteva l'organizzazione delle masse sfruttate dichiarandola libera, ma in realtà le frapponeva innumerevoli ostacoli, e questi erano indissolubilmente legati alla proprietà privata dei mezzi di produzione. Il potere sovietico, per la prima volta nella storia, non soltanto facilita in ogni modo l'organizzazione delle masse oppresse dal capitalismo, ma ne fa il fondamento, costante, e permanente di tutto l'apparato dello Stato, dal basso in alto, dell'apparato locale e di quello centrale. Solamente in tal modo si realizza di fatto la democrazia per la maggioranza del popolo, cioè la partecipazione effettiva della stragrande maggioranza del popolo, dei lavoratori, alla direzione dello, Stato, invece di una direzione assicurata in realtà principalmente dai rappresentanti delle classi borghesi, come accade nelle repubbliche borghesi più democratiche.

2) L'organizzazione sovietica dello Stato dà una certa priorità di fatto proprio a quella patte delle masse lavoratrici che è più concentrata, più unita, più istruita e temprata nella lotta da tutto lo sviluppo, capitalistico che ha preceduto il socialismo, cioè al proletariato, urbano industriale. Questa priorità deve essere fermamente e sistematicamente utilizzata per far da contrappeso Agli interessi strettamente corporativi e di categoria che il capitalismo coltivava fra gli operai, dividendoli in gruppi concorrenti, per unire più strettamente agli operai d'avanguardia le masse più arretrate e disperse dei proletari e dei semiproletari rurali, per sottrarli all'influenza dei kulak e della borghesia rurale, per organizzarli e educarli per la costruzione del comunismo.

3) La democrazia borghese, pur proclamando solennemente l'eguaglianza di tutti i cittadini, in effetti celava ipocritamente il dominio degli sfruttatori capitalisti ingannando le masse e facendo loro credere che fosse possibile una reale eguaglianza fra sfruttatori e sfruttati. L'organizzazione sovietica dello Stato distrugge quest'inganno e questa ipocrisia attuando una vera democrazia, cioè una vera eguaglianza fra tutti i lavoratori, ed escludendo gli sfruttatori dal godimento dei pieni diritti civili. L'esperienza della storia mondiale, di tutte le insurrezioni delle masse oppresse contro gli oppressori, insegna che non si può evitare una resistenza lunga e accanita degli sfruttatori che lottano per mantenere i loro privilegi. L'organizzazione sovietica dello Stato è fatta per schiacciare questa resistenza, senza di che non si può neppure parlare di una rivoluzione comunista vittoriosa.

4) Il tipo, sovietico. di Stato permette anche un'azione più diretta delle masse lavoratrici nell'edificazione e nella direzione dello Stato, cioè una forma superiore di democrazia, che si ottiene, in primo luogo, perché l'organizzazione delle elezioni e la possibilità di indirle più spesso, e così pure le condizioni per la rielezione e la revoca dei deputati, sono assai più facili e più accessibili ai lavoratori della città e della campagna di quanto non lo siano nelle migliori forme di democrazia borghese;

5) in secondo luogo perché, col potere sovietico, la circoscrizione elettorale di base, la cellula fondamentale dell'organizzazione statale non è la circoscrizione territoriale, ma l'unità economica, produttiva (officina, fabbrica). Questo legame più stretto fra l'apparato dello Stato e le masse dei proletari avanzati, uniti dal capitalismo, offre, oltre a una democrazia superiore, la possibilità di attuare profonde trasformazioni socialiste.

6) L'organizzazione sovietica ha permesso di creare una forza armata degli operai e dei contadini, legata assai più strettamente di prima alle masse dei lavoratori e degli sfrattati. Senza di ciò sarebbe impossibile realizzare una delle condizioni fondamentali della vittoria del socialismo, cioè l'armamento degli operai e il disarmo della borghesia.

7) L'organizzazione sovietica ha sviluppato in modo incomparabilmente più alto quell'aspetto della democrazia borghese che ne contrassegnava il carattere storicamente progressivo in confronto al Medioevo, cioè la partecipazione della popolazione alla scelta dei funzionari. In nessuno, degli Stati democratici borghesi le masse lavoratrici hanno mai goduto del diritto di voto, formalmente concesso loro dalla borghesia, ma di fatto assai ristretto, in una misura anche solo approssimativamente cosi larga, frequente, generale, semplice e facile, quanto con il potere sovietico. Ma nello stesso tempo l'organizzazione sovietica ha spazzato via i lati negativi della democrazia borghese, che già la Comune di Parigi aveva incominciato ad abolire, e di cui il marxismo aveva da tempo rilevato la ristrettezza e la limitatezza, e precisamente il parlamentarismo, come separazione del potere legislativo da quello esecutivo. Fondendo questi due poteri i soviet avvicinano l'apparato statale alle masse lavoratrici e sopprimono quella barriera che era il parlamento borghesi, che ingannava le masse con etichette ipocrite, copriva i traffici finanziari e di borsa degli affaristi parlamentari, assicurava l'inviolabilità dell'apparato borghese di amministrazione dello Stato.

8) Soltanto grazie all'organizzazione sovietica dello Stato la rivoluzione del proletariato ha potuto spezzare e distruggere dalle fondamenta il vecchio apparato dello Stato borghese, senza di che sarebbe stato impossibile persino accingersi alla costruzione del socialismo. Attualmente in Russia le fortezze della burocrazia, che incatenavano sempre e dovunque il potere statale Agli interessi dei grandi proprietari fondiari e dei capitalisti, sia sotto la monarchia, sia nella repubblica borghese più democratica, sono state completamente distrutte. Ma la nostra lotta contro la burocrazia è tutt'altro che finita. La burocrazia cerca di riconquistare una parte delle posizioni perdute avvalendosi, da una parte, del basso livello culturale della popolazione e, dall'altra parte, della tensione estrema, quasi sovrumana, delle forze dello strato più avanzato degli operai delle città nell'attività militare. Perciò è necessario e urgente continuare la lotta contro, la burocrazia, se si vuole continuare a costruire il socialismo.

9) Il lavoro in questa direzione, che è indissolubilmente legato al raggiungimento del principale obiettivo storico del potere sovietico, cioè la soppressione completa dello Stato, deve consistere in questo: in primo luogo, ogni membro di un soviet deve compiere assolutamente un determinato lavoro nell'amministrazione dello Stato; in secondo luogo, questo lavoro deve variare, in modo da abbracciare tutto il ciclo degli affari relativi all'amministrazione dello Stato, tutte le sue branche; in terzo luogo, prendendo misure graduali e scelte con cautela, ma attuate con fermezza, si deve al tempo stesso invitare tutta la popolazione lavoratrice a partecipare in modo autonomo all'amministrazione dello Stato.

10) In complesso la differenza fra la democrazia borghese e il parlamentarismo da una parte, e la democrazia sovietica o proletaria, dall'altra, consiste in questo: la prima aveva il suo centro di gravità nella proclamazione solenne e pomposa di ogni genere di libertà e di diritti, mentre in realtà non permetteva proprio alla maggioranza della popolazione, gli operai e i contadini, di goderne in modo anche solo relativamente sufficiente. La democrazia proletaria o sovietica, invece, ha il suo centro di gravità non già nella proclamazione di diritti e di libertà per tutto il popolo, ma nella garanzia reale che proprio le masse lavoratrici, che erano oppresse e sfruttate dal capitale, avranno effettivamente accesso alla direzione dello Stato, potranno effettivamente servirsi dei migliori edifici e locali per le loro riunioni e i loro congressi, servirsi delle migliori tipografie e dei più grandi magazzini (riserve) di carta per l'istruzione di coloro che il capitale abbrutiva e trascurava, nella garanzia che proprio queste masse avranno la possibilità reale (di fatto) di liberarsi gradualmente dal giogo, dei pregiudizi religiosi, ecc. ecc. Il lavoro più importante del potere sovietico, che esso deve incessantemente e continuamente proseguire, consiste precisamente nel date ai lavoratori e agli sfruttati la possibilità di godere realmente dei beni della cultura, della civiltà e della democrazia.

Nella questione nazionale, la politica del PCR, a differenza dalla proclamazione, da parte della democrazia borghese, dell'eguaglianza delle nazioni, irrealizzabile sotto l'imperialismo, consiste nell'attuare sistematicamente un ravvicinamento e una fusione dei proletari e delle masse lavoratrici di tutte le nazioni nella loro lotta rivoluzionaria per l'abbattimento della borghesia. La diffidenza nei confronti dei grandi russi, ereditata dall'epoca dell'imperialismo grande-russo, zarista e borghese, scompare rapidamente fra le masse lavoratrici delle nazioni che facevano parte dell'impero russo, scompare per l'influenza della Russia sovietica, via via che le masse la conoscono; ma questa diffidenza non è ancora completamente sparita. in tutte le nazioni e in tutti gli strati delle masse lavoratrici. Perciò è necessaria una particolare cautela nei confronti del sentimento nazionale, bisogna difendere con cura il principio dell'eguaglianza fra le nazioni e della loro effettiva libertà di separazione per eliminare la base di questa sfiducia e provocare una alleanza volontaria e salda delle repubbliche sovietiche di tutte le nazioni. L'aiuto alle nazioni arretrate e deboli deve essere rafforzato favorendo l'organizzazione autonoma e l'educazione degli operai e dei contadini di ogni nazione nella lotta contro, l'oppressione medioevale e borghese, promuovendo lo sviluppo della lingua e della letteratura delle nazioni finora oppresse o che non godevano di pieni diritti.

Nel campo della politica religiosa l'obiettivo (del PCR) della dittatura del proletariato è di non fermarsi alla già decretata separazione della Chiesa dallo Stato e della scuola dalla Chiesa, cioè a provvedimenti che la democrazia borghese ha promesso, ma che non ha mai applicato fino in fondo in nessun luogo al mondo, a causa dei molteplici legami di fatto fra il capitale e la propaganda religiosa. La dittatura del proletariato deve distruggere totalmente il legame fra le classi sfruttatrici, i grandi proprietari fondiari e i capitalisti da una parte, e l'organizzazione della propaganda religiosa dall'altra, la quale contribuisce a mantenere le masse nell'ignoranza. La dittatura del proletariato deve instancabilmente perseguire la emancipazione delle masse lavoratrici dai pregiudizi religiosi, e persegue questo scopo attraverso la propaganda ed elevando il livello culturale delle masse, ma evitando nello stesso tempo con cura di offendere in qualunque modo i sentimenti della parte credente della popolazione e di rafforzare il fanatismo religioso.

Nel campo dell'istruzione pubblica, il PCR si pone l'obiettivo di portare a termine l'opera iniziata con la Rivoluzione d'ottobre, cioè di trasformare la scuola da strumento del dominio di classe della borghesia in strumento per la distruzione di tale dominio, così come si pone l'obiettivo di abolire completamente la divisione della società in classi.

Nel periodo della dittatura del proletariato, cioè nel periodo di preparazione delle condizioni che renderanno possibile la piena realizzazione del comunismo, la scuola non deve essere soltanto il veicolo, dei principi del comunismo in generale, ma anche dell'influenza ideologica, organizzativa, educativa del proletariato sugli strati semiproletari e non proletari delle masse lavoratrici, al fine di formare una generazione capace di realizzare definitivamente il comunismo.

Gli obiettivi più immediati in questa direzione sono attualmente:

1) Istruzione generale politecnica. (che fornisca i fondamenti teorici e pratici delle principali branche della produzione) gratuita e obbligatoria fino a sedici anni per i ragazzi di ambo i sessi.

2) Stretto legame fra l'insegnamento e il lavoro socialmente produttivo.

3) Distribuzione del vitto, degli abiti e degli oggetti di uso scolastico a tutti gli scolari a carico dello Stato.

4) Intensificazione dell'agitazione e della propaganda fra gli insegnanti.

5) Formazione dei quadri di un nuovo corpo insegnante, permeato dalle idee del comunismo.

6) Partecipazione attiva della popolazione lavoratrice al lavoro di educazione (sviluppo dei Consigli di educazione popolare, mobilitazione delle persone istruite, ecc.).

7) Massimo aiuto del potere sovietico auto-educazione e auto-formazione degli operai e dei contadini lavoratori (creazione di biblioteche, di scuole per adulti, di università popolari, cicli di conferenze, cinematografi, studi, ecc.).

8) Il più largo sviluppo della propaganda delle idee del comunismo.

Sviluppando, più concretamente gli obiettivi generali del potere sovietico per il momento attuale, il PCR li definisce nel modo seguente:

In campo economico

il potere sovietico ha attualmente i seguenti obiettivi:

1) Continuare e portare a termine l'espropriazione della borghesia, già iniziata e compiuta nelle sue grandi linee; trasformare i mezzi di produzione e di scambio in proprietà della repubblica sovietica, cioè in proprietà collettiva di tutti i lavoratori.

2) Dedicare particolare attenzione allo sviluppo, e al rafforzamento della disciplina fraterna dei lavoratori e all'elevamento, della loro iniziativa e del loro senso di responsabilità. È questo, il mezzo principale, se non l'unico, per superare definitivamente il capitalismo e le abitudini create dal dominio, della proprietà privata sui mezzi di produzione. Per raggiungere questo scopo occorre un lungo e tenace lavoro di rieducazione delle masse, e tale rieducazione è non soltanto possibile, ora che le masse hanno, visto in pratica l'eliminazione dei proprietari fondiari, dei capitalisti e dei mercanti, ma si effettua per mille vie, attraverso la pratica esperienza personale degli operai e dei contadini. È assai importante a questo proposito il lavoro che mira allo sviluppo, dell'associazione sindacale dei lavoratori, associazione che non ha mai progredito cosi rapidamente, in nessun paese del mondo, come accade sotto il potere sovietico, ma che deve arrivare a riunire tutti i lavoratori, senza eccezioni, in sindacati di produzione bene organizzati, centralizzati, disciplinati. Senza limitarci in alcun modo al vecchio modello del movimento, sindacale, dobbiamo sistematicamente, controllando ad ogni passo i risultati dell'esperienza pratica, da una parte, trasformare i sindacati in organi di direzione di tutta l'economia nazionale; il ravvicinamento, e lo stretto legame dei sindacati con il Consiglio superiore dell'economia nazionale, con il commissariato per il lavoro, e poi con tutte le altre branche dell'amministrazione dello Stato, devono svilupparsi e rafforzarsi; dall'altra parte, i sindacati devono trasformarsi in organismi di educazione professionale e socialista di tutte le masse lavoratrici, affinché, sotto il controllo dell'avanguardia operaia, gli strati più arretrati degli operai acquistino esperienza pratica nella partecipazione alla direzione.

3) L'aumento della produttività del lavoro è uno dei nostri obiettivi basilari, perché senza di esso il passaggio definitivo al comunismo è impossibile. A tale scopo, oltre a un lungo lavoro, d'istruzione delle masse e di elevamento del loro livello culturale, occorre utilizzare subito, largamente e in tutti i campi, gli specialisti della scienza e della tecnica che ci sono stati lasciati in eredità dal capitalismo, e che di solito, com'è ovvio, sono imbevuti di concezioni e di abitudini borghesi. Il partito, in stretta collaborazione con le associazioni sindacali, deve continuare a portare avanti la linea perseguita fin qui: da un lato, non fare la minima concessione politica a questo strato borghese e reprimere inflessibilmente ogni sua velleità controrivoluzionaria e, dall'altro lato, lottare altrettanto inflessibilmente contro lo pseudoradicalismo, che è in realtà una grossolana presunzione secondo cui i lavoratori sarebbero in grado di superare il capitalismo e il sistema borghese senza imparare dagli specialisti borghesi, senza servirsi di loro, senza fare una lunga scuola di lavoro accanto a loro.

Pur mirando all'eguaglianza della retribuzione per ogni lavoro e al comunismo, integrale, non possiamo assolutamente proporci di realizzare subito tale eguaglianza quando vengono compiuti appena i primi passi verso il passaggio dal capitalismo al comunismo. Perciò bisogna mantenere per un certo, tempo una retribuzione più alta per gli specialisti, affinché essi lavorino, non peggio, ma meglio, di prima; appunto per lo stesso motivo non si può rinunziare al sistema dei premi per il lavoro, migliore, e soprattutto per il lavoro organizzativo. I premi saranno, inammissibili durante il comunismo integrale, ma nell'epoca di transizione dal capitalismo al comunismo non se ne può fare a meno, come dimostrano alcune considerazioni teoriche e l'esperienza di un anno di potere sovietico.

Nello stesso tempo bisogna lavorare incessantemente per 1 porre gli specialisti borghesi in un'atmosfera di fraterno lavoro collettivo, a fianco della massa dei semplici operai, guidati dai comunisti coscienti; con molta pazienza, senza lasciarsi abbattere dagli inevitabili insuccessi, bisogna cercare di risvegliare nelle persone che hanno una preparazione scientifica la consapevolezza di quanto sia ignobile servirsi della scienza per il profitto personale e per lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, la consapevolezza che esiste uno scopo più nobile: quello di servirsi della scienza per trasmetterla a tutti i lavoratori.

4) La realizzazione del comunismo, che esige assolutamente la più grande e la più rigida centralizzazione del lavoro su scala statale, presuppone il superamento della dispersione e del frazionamento dei lavoratori sul piano professionale e locale, che costituiscono, una delle fonti della forza del capitale e della debolezza del lavoro. La lotta contro la ristrettezza corporativa, contro l'egoismo corporativo, strettamente legata alla lotta per l'abolizione del contrasto fra città e campagna, presenta gravi difficoltà e non può essere intrapresa su larga scala senza prima elevare notevolmente la produttività del lavoro. Tuttavia bisogna accingersi subito a quest'opera, foss'anche, inizialmente, in ristretti limiti locali e in forma di esperimento, per confrontare i risultati dei diversi provvedimenti che saranno presi nelle varie professioni e nelle varie località. La mobilitazione di tutta, senza eccezioni, la popolazione idonea al lavoro da parte del potere sovietico, con la collaborazione dei sindacati, per l'esecuzione di determinati lavori di utilità sociale, deve essere adottata assai più largamente e sistematicamente di quanto non sia stato fatto finora.

5) Nel campo della distribuzione, l'obiettivo del potere sovietico è attualmente di continuare con fermezza a sostituire il commercio con una distribuzione dei prodotti pianificata e organizzata su scala statale. La meta è di organizzare tutta la popolazione in comuni di produzione e di consumo, capaci di distribuire tutti i prodotti necessari nel modo più rapido, sistematico, economico e con il minimo dispendio di lavoro, centralizzando rigidamente tutto l'apparato di distribuzione. Le cooperative sono un mezzo intermedio per raggiungere tale scopo. La loro utilizzazione è un compito analogo a quello dell'utilizzazione degli specialisti borghesi, dato che alla testa dell'apparato cooperativo che abbiamo ereditato, dal capitalismo si trovano uomini con abitudini di pensiero, e metodi borghesi di gestione economica. Il PCR deve proseguire sistematicamente la sua politica, obbligare tutti i membri del partito a lavorate nelle cooperative, a dirigerle, anche con l'aiuto dei sindacati, in uno spirito comunista; deve sviluppare l'iniziativa e la disciplina della popolazione lavoratrice riunita nelle cooperative e fare in modo che queste comprendano tutta la popolazione e si fondano, dall'alto in basso, in un'unica. cooperativa che abbracci rutta la repubblica sovietica; infine, ed è questa la cosa principale, à partito deve fare in modo che l'influenza del proletariato sugli altri strati di lavoratori sia costante e prevalente, e che dappertutto si sperimentino in pratica i diversi provvedimenti che mirano a facilitare e ad assicurare il passaggio Me cooperative piccolo-borghesi del vecchio tipo capitalistico, alle comuni di produzione e di consumo, dirette da proletari e da semiproletari.

6) È impossibile abolire subito il denaro nei primi tempi del passaggio dal capitalismo al comunismo. Di conseguenza, gli elementi borghesi della popolazione continuano a utilizzare la cartamoneta, che resta proprietà privata, che attesta il diritto degli sfruttatori di procurarsi i beni sociali e di continuare a utilizzarlo a scopi di speculazione, di lucro e di rapina dei lavoratori. Per lottare contro queste sopravvivenze di rapina borghese la sola nazionalizzazione delle banche non basta. Il PCR si sforzerà di prendere al più presto possibile i provvedimenti più radicali per preparare l'abolizione del denaro, e in primo luogo la sua sostituzione con libretti di risparmio, assegni, buoni a breve scadenza per diversi prodotti sociali, ecc., l'obbligo, di depositare il denaro nelle banche, ecc. L'esperienza pratica nella preparazione e attuazione di queste misure, e di altre simili, mostrerà quali di esse sono più razionali.

7) In campo finanziario, in tutti i casi in cui se ne offrirà la possibilità, il PCR dovrà applicare un'imposta progressiva sul reddito e sulla proprietà. Ma questi casi non possono essere numerosi dopo la abolizione della proprietà privata della terra e della maggior parte delle fabbriche, delle officine e delle altre imprese. Nell'epoca della dittatura del proletariato e della proprietà statale dei principali mezzi di produzione, le finanze dello Stato devono essere basate sulla diretta destinazione di una parte determinata delle entrate dei diversi monopoli statali ai bisogni dello Stato.

L'equilibrio tra le entrate e le uscite si può ottenere soltanto con una giusta impostazione dello scambio delle merci, alla quale si potrà giungere organizzando comuni di produzione e di consumo e rimettendo, in funzione i trasporti, il che costituisce uno degli obiettivi immediati più importanti del potere sovietico.

In campo agrario

Dopo l'abolizione della proprietà privata della terra, l'espropriazione [quasi] completa dei grandi proprietari fondiari e la promulgazione della legge sulla socializzazione della terra che riconosce la priorità delle grandi aziende collettive, l'obiettivo principale del potere sovietico è di ricercare e sperimentare i provvedimenti transitori più razionali e pratici in questa direzione.

In questa situazione, la linea fondamentale e il principio ispiratore della politica agraria del PCR è sempre la tendenza a basarsi sugli elementi proletari e semiproletari della campagna. Bisogna prima di tutto organizzarli in una forza autonoma, avvicinarli al proletariato urbano e strapparli all'influenza della borghesia rurale e degli interessi inerenti alla piccola proprietà. L'organizzazione dei comitati dei contadini poveri è stata un passo in questa direzione; l'organizzazione delle cellule di partito nelle campagne, le nuove elezioni dei deputati ai soviet con l'esclusione dei kulak, la creazione di un tipo particolare di sindacati dei proletari e dei semiproletari della campagna, tutte queste misure e altre simili debbono essere rigorosamente applicate.

Nei confronti dei kulak, della borghesia rurale, la politica del PCR consiste nella lotta decisa contro le loro velleità di sfruttamento, nella repressione della loro resistenza alla politica sovietica, socialista.

Nei confronti dei contadini medi, la politica del PCR consiste nel tenere verso di loro un atteggiamento cauto: bisogna separarli dai kulak e non estendere in nessun caso ai contadini medi le misure di repressione. I contadini medi, per la loro posizione di classe, possono allearsi al potere sovietico durante il passaggio al socialismo o, almeno, essere un elemento neutrale. Perciò, nonostante gli inevitabili insuccessi parziali e nonostante i tentennamenti dei contadini medi, bisogna assolutamente cercare un accordo con loro, prestando orecchio a tutti i loro desideri e facendo delle concessioni nella scelta dei mezzi per attuare le trasformazioni socialiste. A uno dei primi posti va messa la lotta contro gli eccessi di quei rappresentanti del potere sovietico che, abusando della loro autorità di comunisti, seguono, in realtà una politica non comunista, ma burocratica, caporalesca; costoro debbono essere cacciati senza pietà, esercitando il più rigido controllo sia con l'aiuto dei sindacati, sia con altri mezzi.

Per quanto riguarda le misure di passaggio all'agricoltura comunista il PCR verificherà nella pratica le tre misure già messe in atto dalla vita stessa: le aziende sovietiche, le comuni agricole e le società (le cooperative) per la coltivazione collettiva della terra, vigilando affinché queste misure siano applicate più largamente e meglio, preoccupandosi soprattutto, dei mezzi per sviluppare la partecipazione volontaria dei contadini a queste nuove forme d'associazione agricola e dell'organizzazione dei contadini lavoratori per attuare il controllo, dal basso e una disciplina fraterna.

Nel campo della politica degli approvvigionamenti il PCR è per il rafforzamento e lo sviluppo del monopolio, di Stato, senza rifiutarsi di utilizzare le cooperative e i commercianti privati o gli impiegati del commercio né di applicare un sistema di premi, a condizione che vi sia un controllo, del potere sovietico e al fine di ottenere una migliore organizzazione. Le concessioni parziali che bisogna fare di tanto in tanto sono dovute soltanto a un particolare aggravamento del bisogno e non debbono mai farci rinunciare alla tenace volontà di realizzare il monopolio statale, la cui attuazione è assai difficile in un paese di piccole aziende contadine e richiede un lungo lavoro e la verifica pratica di una serie di misure transitorie che conducono, per diverse vie, allo stesso scopo, cioè a un'organizzazione generale e al regalare funzionamento delle comuni di produzione e di consumo, con la consegna allo, Stato di tutti i prodotti eccedenti.

 

2 PROGETTO DI PROGRAMMA DEL PCR (BOLSCEVICO) 

1) La rivoluzione del 25-X (7-XI)-1917 in Russia ha realizzato la dittatura del proletariato che, con l'aiuto, dei contadini più poveri e del semiproletariato, ha incominciato a costruire la società comunista. Lo sviluppo, del movimento rivoluzionario del proletariato in tutti i paesi avanzati, la comparsa e lo sviluppo, dovunque, della forma sovietica di questo movimento, cioè della forma che tende direttamente a realizzare la dittatura del proletariato, e infine, in particolare, l'inizio e 10 sviluppo della rivoluzione in Austria-Ungheria e in Germania: tutto ciò indica chiaramente che è incominciata l'era della rivoluzione mondiale proletaria, comunista.

2) Per comprendere in modo giusto le cause, il significato e gli scopi di questa rivoluzione è necessario spiegare l'essenza del capitalismo e l'inevitabilità del suo sviluppo, verso il comunismo, attraverso l'imperialismo e le guerre imperialistiche che accelerano il crollo del capitalismo.

3) La natura del capitalismo e della società borghese che domina ancora nella maggioranza dei paesi civili e il cui sviluppo conduce inevitabilmente alla rivoluzione comunista mondiale del proletariato, era stata caratterizzata correttamente (se si eccettua la denominazione inesatta di partito socialdemocratico) nelle seguenti tesi del nostro, vecchio programma:

4) "La caratteristica principale di questa società consiste nella produzione mercantile fondata sui rapporti capitalistici di produzione, in base ai quali la parte maggiore e più importante dei mezzi di produzione e di circolazione delle merci appartiene a una classe numericamente esigua, mentre la stragrande maggioranza della popolazione è composta di proletari e semiproletari, costretti dalla loro situazione economica a vendere costantemente o periodicamente la propria forza lavoro, cioè a mettersi al servizio dei capitalisti, e a creare con il proprio lavoro i redditi delle classi superiori della società.

5) "Il campo in cui dominano i rapporti capitalistici di produzione si estende sempre più, via via che il continuo perfezionamento della tecnica, accrescendo l'importanza economica delle grandi aziende, conduce alla soppressione dei piccoli produttori indipendenti, ne trasforma una parte in proletari, restringe la funzione degli altri nella vita economico-sociale e li pone, in un modo o nell'altro, in uno stato di soggezione, più o meno completa, più o meno manifesta, più o meno dura, al capitale.

6) "Lo stesso progresso tecnico dà inoltre agli imprenditori la possibilità di impiegare sempre più estesamente, nella produzione e nella circolazione delle merci, il lavoro delle donne e di fanciulli. E poiché esso determina, d'altra parte, una diminuzione relativa del fabbisogno di mano, d'opera per gli imprenditori, la domanda di forza lavoro è di necessità inferiore all'offerta, e ciò contribuisce ad aggravare la soggezione del lavoro salariato al capitale e a intensificare lo sfruttamento del lavoro.

7) "La situazione che cosi si determina all'interno dei singoli paesi borghesi e la loro sempre più acuta rivalità sul mercato mondiale rendono sempre più difficile la vendita delle merci la cui produzione è in continuo aumento. La sovrapproduzione, che si manifesta in crisi industriali più o meno acute, seguite da periodi più o meno, lunghi di ristagno produttivo, è, nella società borghese, una conseguenza inevitabile dello sviluppo delle forze produttive. A loro volta, le crisi e i periodi di ristagno industriale rovinano ancora di più i piccoli produttori, accentuano la dipendenza del lavoro salariato dal capitale, conducono ancor più rapidamente a un peggioramento relativo, e talora assoluto, delle condizioni della classe operaia.

8) "Così il perfezionamento della tecnica, che comporta un incremento della produttività del lavoro e della ricchezza sociale, accentua nella società borghese la diseguaglianza sociale, approfondisce il distacco tra i possidenti e i non possidenti, accresce l'insicurezza, la disoccupazione e le privazioni d'ogni genere in strati sempre più vasti delle masse lavoratrici.

9) "Ma, via via che queste contraddizioni proprie della società borghese crescono e si sviluppano, si acuisce il malcontento suscitato tra le masse lavoratrici e sfruttate dall'attuale stato di cose, aumenta il numero e si consolida la coesione dei proletari, si inasprisce la loro lotta contro gli sfruttatori. AI tempo stesso il perfezionamento della tecnica, concentrando i mezzi di produzione e di circolazione e socializzando il processo del lavoro nelle imprese capitalistiche, crea sempre più rapidamente la possibilità materiale di sostituire ai rapporti capitalistici di produzione i rapporti socialisti, di compiere cioè quella rivoluzione sociale che è lo scopo ultimo di tutta l'attività del movimento comunista internazionale, come espressione cosciente del movimento di classe del proletariato.

10) "Sostituendo la proprietà privata dei mezzi di produzione e di circolazione con la proprietà sociale e organizzando secondo un piano il processo sociale di produzione, al fine di garantire il benessere e lo sviluppo, completo di tutti i membri della società, la rivoluzione sociale del proletariato sopprimerà la divisione della società in classi ed emanciperà cosi tutta l'umanità oppressa, perché metterà fine a tutte le forme di sfruttamento di una parte della società sull'altra.

11) "Condizione indispensabile di questa rivoluzione sociale è la dittatura del proletariato, cioè la conquista, da parte del proletariato, di un potere politico che gli consenta di reprimere ogni resistenza degli sfruttatori. Il movimento comunista internazionale, proponendosi di rendere il proletariato atto ad assolvere la sua grande missione storica, lo organizza in un partito politico indipendente, opposto a tutti i partiti borghesi, dirige tutte le manifestazioni della sua lotta di classe, gli rivela l'irriducibile contraddizione tra gli interessi degli sfruttatori e quelli degli sfruttati, gli chiarisce il significato storico e le condizioni necessarie dell'imminente rivoluzione sociale. Esso rivela inoltre a tutta la restante massa dei lavoratori e degli sfruttati la situazione disperata in cui essi versano nella società capitalistica e la necessità della rivoluzione sociale ai fini della loro emancipazione dal giogo del capitale. Il partito comunista, partito della classe operaia, chiama nelle sue file tutti gli strati della popolazione lavoratrice e sfruttata, nella misura in cui essi accettano le posizioni del proletariato".

12) Il processo di concentrazione e di centralizzazione del capitale, distruggendo, la libera concorrenza, ha portato nel XX secolo alla formazione di potenti associazioni monopolistiche di capitalisti (sindacati, cartelli, trust) che hanno assunto un'importanza decisiva in tutta la vita economica, alla fusione del capitale bancario con un capitale industriale altamente concentrato, all'aumentata esportazione di capitale nei paesi stranieri, all'inizio della spartizione economica del mondo, già diviso territorialmente fra i paesi più ricchi, fra i trust che comprendono gruppi sempre più larghi di potenze capitalistiche. Quest'epoca del capitale finanziario, epoca di una lotta di un accanimento senza precedenti fra gli Stati capitalistici, è l'epoca dell'imperialismo.

13) Da qui derivano inevitabilmente le guerre imperialistiche, guerre per i mercati, per i settori d'investimento del capitale, per le materie prime e la mano d'opera a buon mercato, cioè per il dominio mondiale e l'asservimento delle nazioni piccole e deboli. Tale è precisamente la prima grande guerra imperialistica degli anni 1914-1918.

14) Il grado eccezionalmente alto di sviluppo, del capitalismo mondiale in generale, la sostituzione del capitalismo monopolistico alla libera concorrenza, la creazione da parte delle banche o dei complessi capitalistici di un apparato per disciplinare socialmente il processo di produzione e di ripartizione dei prodotti, il carovita e la pressione sulla classe operaia che si accrescono con lo sviluppo dei monopoli capitalistici, il suo asservimento per mezzo dello Stato imperialistico, le immense difficoltà della lotta economica e politica della classe operaia, gli orrori, la miseria, la rovina generati dalla guerra imperialistica: tutto questo converte l'attuale fase di sviluppo del capitalismo nell'era della rivoluzione proletaria, comunista.

Quest'era è già incominciata.

15) Soltanto la rivoluzione proletaria comunista può trarre l'umanità dal vicolo cieco in cui l'hanno condotta l'imperialismo e le guerre imperialistiche. Quali che siano le difficoltà della rivoluzione e le sue eventuali sconfitte temporanee, quali che siano le ondate della controrivoluzione, la vittoria finale del proletariato è immancabile.

16) La vittoria della rivoluzione proletaria mondiale esige da parte della classe operaia di tutti î paesi progrediti una fiducia illimitata, la coesione fraterna più stretta e la massima unità delle azioni rivoluzionarie. Queste condizioni sono irrealizzabili senza una rottura immediata e di principio, senza una lotta spietata contro la deformazione borghese del socialismo che è prevalsa nelle sfere dirigenti dei partiti "socialdemocratici" e "socialisti" ufficiali.

17) Questa deformazione si manifesta, da un lato, nella corrente dell'opportunismo e del social-sciovinismo, che è socialismo, a parole e sciovinismo nei fatti e che, mediante la ingannevole parola d'ordine della "difesa. della patria", difende gl'interessi predatori della "propria" borghesia. nazionale, sia in generale, sia in particolare durante la guerre, imperialistica degli anni 1914-1918. Questa corrente è sorta perché i paesi capitalistici avanzati, depredando i popoli coloniali e deboli, hanno dato, alla borghesia la possibilità di corrompere lo strato superiore del proletariato con le briciole dei sovrapprofitti ottenuti con tale rapina, di assicurare loro in tempo di pace una esistenza piccolo-borghese sopportabile e di mettere al proprio servizio i capi di questo strato. Gli opportunisti e i socialsciovinisti, diventati lacché della borghesia, sono nemici diretti del proletariato, specialmente adesso che, alleati ai capitalisti, reprimono con la violenza armata il movimento rivoluzionario del proletariato nei loro paesi e in quelli altrui.

18) Dall'altro lato, questa deformazione borghese del socialismo si manifesta nella corrente "centrista", altrettanto diffusa in tutti i paesi capitalistici, che esita tra i socialsciovinisti e i comunisti, difendendo l'unità con i primi e cercando di far risorgere la II Internazionale, ormai fallita. La sola guida della lotta del proletariato per la sua liberazione è la nuova, la III, Internazionale comunista, che di fatto è stata fondata attraverso la formazione di partiti comunisti con gli elementi veramente proletari degli ex partiti socialdemocratici e in una serie di paesi, e principalmente in Germania, e che acquista crescenti simpatie fra le masse del proletariato di tutti i paesi. Quest'Internazionale ritorna al marxismo non soltanto per il suo nome, ma, con tutto il suo contenuto, politico-ideologico, con tutte le sue azioni, realizza anche la teoria rivoluzionaria di Marx, purificata dalle deformazioni borghesi-opportunistiche.

 

Pravda, n. 43, 25 febbraio 1919.

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3 AGGIUNTA ALLA PARTE POLITICA DEL PROGRAMMA

Nello, stesso tempo il PCR deve spiegare alle masse lavoratrici, per evitare false generalizzazioni di necessità storiche transitorie, che la privazione di una parte di cittadini del loro diritto,di voto, nella repubblica sovietica non si riferisce affatto, come invece accadeva nella maggior parte delle repubbliche democratiche borghesi, a una determinata categoria di cittadini dichiarati senza diritti a vita, ma concerne soltanto gli sfruttatori, soltanto coloro che, in contrasto con le leggi fondamentali della Repubblica socialista sovietica, si ostinano a difendere la loro situazione di sfruttatori, a mantenere rapporti capitalistici. Di conseguenza, nella repubblica sovietica, da un lato, col rafforzamento quotidiano del socialismo e la diminuzione del numero di coloro che hanno oggettivamente la possibilità di restare sfruttatori o di mantenere rapporti capitalistici, diminuisce automaticamente la percentuale di coloro che sono privati del diritto di voto. Oggi in Russia questa percentuale non deve superare il. due o il tre per cento. Dall'altro lato, nel più prossimo futuro, la fine dell'invasione straniera e l'ultimazione dell'espropriazione degli espropriatori potranno, in determinate condizioni, creare una situazione in cui il potere statale proletario scelga altri metodi per reprimere la resistenza degli sfruttatori e istituisca 'il diritto elettorale universale senza nessuna limitazione.

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4 DA INSERIRE NELLA PARTE POLITICA DEL PROGRAMMA

Assicurando alle masse lavoratrici una possibilità incomparabilmente maggiore che nelle democrazie borghesi e parlamentari di eleggere e revocare i deputati nel modo più facile e più accessibile per gli operai e i contadini, la Costituzione sovietica elimina nello stesso tempo gli aspetti negativi del parlamentarismo già messi in luce dai tempi della Comune di Parigi, e in particolare la separazione tra il potere legislativo ed esecutivo, il distacco del parlamento dalle masse, ecc.

La Costituzione sovietica avvicina l'apparato statale alle masse anche perché l'unità elettorale e la cellula fondamentale dello Stato non è un distretto territoriale, ma un'unità produttiva (officina, fabbrica).

Il legame più stretto dell'apparato statale con le masse, sotto i soviet permette di creare un...

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5 PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AI RAPPORTI NAZIONALI 

Nella questione nazionale la politica del proletariato che ha conquistato il potere statale, a differenza della proclamazione formule, da parte della democrazia borghese, dell'eguaglianza delle nazioni, irrealizzabile sotto l'imperialismo, consiste nell'attuare sistematicamente, nei fatti, un ravvicinamento e una coalizione degli operai e dei contadini di tutte le nazioni nella loto lotta rivoluzionaria per l'abbattimento della borghesia. La realizzazione di tale obiettivo esige la completa liberazione delle nazioni coloniali e di quelle che sono oppresse o non godono di pieni diritti, inclusa la concessione della libertà di separazione, quale garanzia che la diffidenza ereditata dal capitalismo fra le masse lavoratrici delle diverse nazioni e il risentimento, degli operai delle nazioni oppresse contro gli operai delle nazioni dominanti sono stati completamente dissipati e cancellati da un'alleanza cosciente e volontaria. Gli operai delle nazioni che durante il capitalismo ne opprimevano altre devono essere particolarmente cauti nei confronti del sentimento, nazionale delle nazioni oppresse (per esempio, i grandi-russi, gli ucraini, i polacchi nei confronti degli ebrei, i tartari nei confronti dei basckiri, ecc.); essi devono non solo sostenere l'effettiva parità di diritti, ma anche promuovere lo sviluppo della lingua e della letteratura delle masse lavoratrici delle nazioni precedentemente oppresse, per eliminare ogni traccia. di diffidenza e di alienazione ereditate dall'epoca del capitalismo.

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6 AGGIUNTA AL PROGETTO DEFINITIVO DEL PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO ALLA QUESTIONE NAZIONALE

Per stabilire chi sia il portatore della volontà di una nazione di separarsi, il PCR si attiene a un criterio determinato in modo storico e classista, considerando in quale fase di sviluppo storico si trovi una determinata nazione: sulla via del passaggio dal medioevo alla democrazia borghese o dalla democrazia borghese alla democrazia sovietica o proletaria, ecc. In ogni caso, da parte ...

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7 INTRODUZIONE AL PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AL LAVORO MILITARE

Circa gli obiettivi militari e il lavoro militare, la situazione che, con la dittatura del proletariato, si è creata nella repubblica sovietica è la seguente.

La guerra imperialistica, come aveva da tempo previsto il nostro partito, non si è potuta concludere non solo con una pace giusta, ma neppure con la semplice conclusione di una pace più o meno durevole fra i governi borghesi. Questa illusione piccolo-borghese dei democratici, dei socialisti e dei socialdemocratici, è stata completamente distrutta dal corso degli avvenimenti. Anzi, la guerra imperialistica si è inevitabilmente trasformata e si trasforma sotto i nostri occhi in guerra civile delle masse lavoratrici sfruttate, col proletariato alla testa, contro gli sfruttatori, contro, la borghesia.

Sia la resistenza degli sfruttatori, che cresce con l'aumento della pressione del proletariato e che è particolarmente rafforzata dalla vittoria del proletariato in singoli paesi, sia la solidarietà internazionale e l'organizzazione internazionale della borghesia, conducono inevitabilmente all'intreccio della guerra civile all'interno di singoli paesi con le guerre rivoluzionarie tra i paesi proletari e i paesi borghesi che difendono il dominio del capitale. Considerando il carattere di classe di queste guerre, la distinzione fra guerre difensive e guerre offensive perde definitivamente ogni senso.

In generale, il processo di sviluppo della guerra civile internazionale che si svolge sotto i nostri occhi, con particolare rapidità dalla fine del 1918, è un normale prodotto della lotta di classe sotto il capitalismo, e una tappa normale verso la vittoria della rivoluzione proletaria internazionale.

Il PCR respinge perciò decisamente, come illusioni reazionarie e filistee di democratici piccolo-borghesi, anche se si chiamano socialisti e socialdemocratici, le speranze in un disarmo sotto il capitalismo e contrappone a tutte le parole d'ordine di questo genere, che in realtà fanno soltanto il giuoco della borghesia, le parole d'ordine: armamento del proletariato e disarmo della borghesia; repressione totale e spietata della resistenza degli sfruttatori; lotta fino alla vittoria sulla borghesia di tutto il mondo, tanto nella guerra civile interna quanto nelle guerre rivoluzionarie internazionali.

L'esperienza pratica di oltre un anno, di lavoro militare e la creazione dell'esercito proletario rivoluzionario dopo l'esaurimento e la stanchezza indicibili di tutte le masse lavoratrici causati dalla guerra, ha condotto il PCR alle seguenti conclusioni fondamentali:

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8 PRIMO CAPOVERSO DEL PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AI TRIBUNALI

Sulla via del comunismo, attraverso la dittatura del proletariato, il partito comunista, respingendo le parole d'ordine democratiche, abolisce completamente anche quegli organi del dominio borghese che erano i tribunali nella loro precedente struttura, e li sostituisce con tribunali di classe di operai e contadini. Il proletariato, avendo, preso tutto il potere nelle sue mani, invece della vecchia formula nebulosa: "Elezione dei giudici da parte del popolo", lancia la parola d'ordine di classe: "Elezione dei giudici, scelti fra i lavoratori e solo da parte dei lavoratori", e l'applica in tutta l'organizzazione giudiziaria. Eleggendo, a far parte dei tribunali solo i rappresentanti degli operai e dei contadini che non si servono del lavoro salariato per trarne profitto, il partito comunista non fa differenza tra uomini e donne, concedendo ai due sessi gli stessi diritti, sia nell'elezione dei giudici, sia nell'esercizio della funzione di giudice. E il partito, avendo abolito le leggi dei governi rovesciati, dà ai giudici scelti dagli elettori sovietici questa parola d'ordine: adempiere la volontà del proletariato applicando i suoi decreti e, qualora non vi sia un decreto adatto o ve ne sia uno incompleto, farsi guidare dal diritto socialista senza tener conto delle leggi dei governi rovesciati.

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9 PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO ALL'ISTRUZIONE PUBBLICA

Nel campo dell'istruzione pubblica il PCR si pone l'obiettivo di portare a termine l'opera iniziata con la Rivoluzione d'ottobre del 1917, cioè di trasformare la scuola da strumento del dominio di classe della borghesia in strumento per la distruzione di tale dominio, come si pone quello di abolire pienamente la divisione della società in classi. La scuola deve diventare uno strumento della dittatura del proletariato, cioè non deve essere soltanto il veicolo dei principi del comunismo in generale, ma anche dell'influenza ideologica, organizzativa, educativa del proletariato, sugli strati semiproletari e non proletari delle masse lavoratrici, per rendere possibile la repressione completa della resistenza degli sfruttatori e la realizzazione del regime comunista. Gli obiettivi più immediati in questa direzione sono attualmente:

1) ulteriore sviluppo dell'iniziativa degli operai e dei contadini lavoratori nel campo dell'istruzione, col massimo aiuto da patte del potere sovietico;

2) conquista definitiva non soltanto di una parte o della maggioranza del personale insegnante, come accade attualmente, ma di tutto il personale, cioè eliminazione degli elementi incorreggibilmente borghesi e controrivoluzionari e garanzia di una coscienziosa applicazione dei principi comunisti (della politica);

3) istruzione generale politecnica (che fornisca i fondamenti teorici e pratici delle principali branche della produzione) gratuita e obbligatoria fino a sedici anni per i ragazzi di ambo i sessi;

4) stretto legame fra l'insegnamento e il lavoro socialmente produttivo dei ragazzi;

5) distribuzione del vitto, degli abiti e degli oggetti di uso scolastico a tutti gli scolari a carico dello Stato;

6) partecipazione attiva della popolazione lavoratrice al lavoro di educazione (sviluppo dei Consigli di educazione popolare; mobilitazione delle persone istruite, ecc.);

7) (oppure al punto 2) stretto legame fra il corpo insegnante e l'apparato di agitazione e propaganda del PCR.

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10 PUNTO DEL PROGRAMMA RELATIVO AI RAPPORTI RELIGIOSI 

Quanto alla religione, la politica del PCR consiste nel non fermarsi alla già decretata separazione della Chiesa dallo Stato e della scuola dalla Chiesa, cioè a provvedimenti che la democrazia borghese ha promesso, ma che non ha mai applicato fino in fondo in nessun luogo al mondo, a causa dei molteplici legami di fatto fra il capitale e la propaganda religiosa.

Il partito mira alla distruzione completa del legame fra le classi sfruttatrici e l'organizzazione della propaganda religiosa, e alla emancipazione reale delle masse lavoratrici dai pregiudizi religiosi, organizzando a tal fine la più larga propaganda scientifica e antireligiosa. Nel fare ciò bisogna evitare con cura di offendere i sentimenti dei credenti, il che condurrebbe soltanto al rafforzamento del fanatismo religioso.

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11 PUNTI RELATIVI ALLA PARTE ECONOMICA DEL PROGRAMMA 

Sviluppando più concretamente gli obiettivi generali del potere sovietico, per il momento attuale, il PCR li definisce nel modo seguente:

In campo economico

Il potere sovietico ha attualmente i seguenti obiettivi:

1) Continuare e portare a termine l'espropriazione della borghesia già iniziata e compiuta nelle sue grandi linee; trasformare i mezzi di produzione e di scambio in proprietà della repubblica sovietica, cioè in proprietà collettiva di tutti i lavoratori.

2) Dedicare particolare attenzione allo sviluppo e al rafforzamento della disciplina fraterna dei lavoratori e all'elevamento della loro iniziativa e del loto senso di responsabilità. È questo il mezzo principale, se non l'unico, per superare definitivamente il capitalismo e le abitudini create dal dominio della proprietà privata dei mezzi di produzione. Per raggiungere questo scopo occorre un lungo e tenace lavoro di rieducazione delle masse, e tale rieducazione è non soltanto possibile, ora che le masse hanno visto in pratica l'eliminazione dei proprietari fondiari, dei capitalisti e dei mercanti, ma si effettua per mille vie, attraverso la pratica esperienza personale degli operai e dei contadini. Ê assai importante a questo proposito il lavoro che mira allo sviluppo dell'associazione sindacale dei lavoratori, associazione che non ha mai progredito cosi rapidamente, in nessun paese del mondo, come accade sotto il potere sovietico, ma che deve arrivare a riunire tutti i lavoratori senza eccezione in sindacati di produzione bene organizzati, centralizzati, disciplinati.

8) "Per raggiungere appunto l'obiettivo dello sviluppo delle forze produttive, occorre utilizzare subito, largamente e in tutti i campi, gli specialisti della scienza e della tecnica che ci sono stati lasciati in eredità dal capitalismo, benché nella maggior patte dei casi essi siano, com'è ovvio, imbevuti di concezioni e di abitudini borghesi. Il partito, in stretta collaborazione coi sindacati, deve continuare a portare avanti la linea perseguita fin qui. da un lato, non fare la minima con. cessione politica a questo strato borghese e reprimere inflessibilmente ogni sua velleità controrivoluzionaria, e dall'altro lato lottare altrettanto inflessibilmente contro lo pseudoradicalismo, che è in realtà una grossolana presunzione secondo cui i lavoratori sarebbero, in grado di superare il capitalismo, e il sistema borghese senza imparare dagli specialisti borghesi, senza servirsi di loro, senza fare una lunga scuola di lavoro, accanto a loro.

Pur tendendo all'eguaglianza della retribuzione per ogni lavoro e al comunismo integrale, il potere sovietico non può assolutamente proporsi di realizzare subito tale eguaglianza, quando vengono compiuti appena i primi passi verso il passaggio dal capitalismo al comunismo. Perciò bisogna mantenere per un certo tempo una retribuzione più alta per gli specialisti, affinché essi lavorino non peggio, ma meglio di prima; appunto per lo stesso motivo non si può rinunziare al sistema dei premi per il lavoro migliore, e soprattutto per il lavoro organizzativo.

Nello stesso modo, bisogna porte gli specialisti borghesi in una atmosfera di cordiale, concorde collaborazione con la massa dei semplici operai, guidati dai comunisti coscienti, e in tal modo promuovere la reciproca comprensione e il ravvicinamento fra lavoratori manuali e intellettuali, che il capitalismo ha diviso.

La mobilitazione di tutta, senza eccezioni, la popolazione idonea al lavoro da parte del potere sovietico, con la collaborazione dei sindacati, per l'esecuzione di determinati lavori di utilità sociale, deve avvenire assai più largamente e sistematicamente di quanto non sia avvenuta finora.

Nel campo della distribuzione, l'obiettivo del potere sovietico è attualmente di continuare con fermezza a sostituire il commercio con una distribuzione dei prodotti pianificata e organizzata su scala statale. La meta è di organizzare tutta la popolazione in una unica rete di comuni di consumo, capaci di distribuire tutti i prodotti necessari nel modo più rapido, sistematico, economico e col minimo dispendio di lavoro, centralizzando rigidamente tutto l'apparato di distribuzione.

A tale scopo, in questo periodo di forme transitorie che uniscono in sé principi diversi, è particolarmente importante che gli organi d'approvvigionamento sovietici utilizzino le cooperative, come unico apparato di massa per la distribuzione pianificata lasciatoci in eredità dal capitalismo.

Ritenendo giusto, per principio, soltanto e unicamente uno sviluppo in senso comunista di questo apparato, e non il suo rifiuto, il PCR deve proseguire sistematicamente la sua politica: obbligare tutti i membri del partito a lavorare nelle cooperative, a dirigerle, anche con l'aiuto dei sindacati, in uno spirito comunista; sviluppare l'iniziativa e la disciplina della popolazione lavoratrice riunita in cooperative; fare in modo che le cooperative comprendano tutta la popolazione e si fondano, dall'alto in basso, in un'unica cooperativa che abbracci tutta la repubblica sovietica; infine, ed è questa la cosa principale il partito deve fare in modo che l'influenza del proletariato sugli altri strati di lavoratori sia costante e prevalente, e che dappertutto si sperimentino in pratica i diversi provvedimenti che tendono a facilitare e ad assicurare il passaggio dalle cooperative piccolo-borghesi, del vecchio tipo capitalistico, alle comuni di consumo dirette da proletari e da semiproletari.

6) È impossibile abolire subito il denaro nei primi tempi del passaggio dal capitalismo al comunismo. Di conseguenza, gli elementi borghesi della popolazione continuano a utilizzare la carta-moneta, che resta proprietà privata, che attesta il diritto degli sfruttatori di procurarsi i beni sociali e di continuare a utilizzarli a scopo di speculazione, di lucro e di rapina dei lavoratori. Per lottare contro queste sopravvivenze di rapina borghese, la sola nazionalizzazione delle banche non basta. Il PCR si sforzerà di prendere al più presto possibile i provvedimenti più radicali per preparare l'abolizione del denaro, e in primo luogo la sua sostituzione con libretti di risparmio, assegni, buoni a breve scadenza per diversi prodotti sociali, ecc. l'obbligo di depositare il denaro nelle banche, ecc. L'esperienza pratica nella preparazione e attuazione di queste misure, e di altre simili, mostrerà quali di esse sono più razionali.

7) In campo finanziario, in tutti i casi in cui se ne offrirà la possibilità, il PCR dovrà applicare un'imposta progressiva sul reddito e sulla proprietà. Ma questi casi non possono essere numerosi dopo l'abolizione della proprietà privata della terra e della maggior parte delle fabbriche, delle officine e delle altre imprese. Nell'epoca della dittatura del proletariato e della proprietà statale dei principali mezzi di produzione, le finanze dello Stato devono essere basate sulla diretta destinazione di una parte determinata delle entrate dei diversi monopoli statali ai bisogni dello, Stato. L'equilibrio tra le entrate e le uscite si può ottenere soltanto con una giusta impostazione dello scambio delle merci, alla quale si potrà giungere organizzando comuni di consumo e rimettendo in funzione i trasporti, il che costituisce uno degli obiettivi immediati più importanti del potere sovietico.

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12 IL PUNTO DEL PROGRAMMA SULLA QUESTIONE AGRARIA 

Il potere sovietico, dopo l'abolizione completa della proprietà privata della terra, è già passato all'attuazione di una serie di provvedimenti che tendono all'organizzazione della grande azienda socialista in agricoltura. I più importanti di questi provvedimenti sono la creazione di aziende sovietiche, cioè di grandi economie socialiste; l'incoraggiamento alle comuni agricole, cioè alle unioni volontarie di agricoltori per la conduzione di grandi aziende collettive, cioè alle società o cooperative per la lavorazione collettiva della terra; l'organizzazione di una agricoltura statale allo scopo di coltivare tutte le terre abbandonate, di chiunque esse siano; la mobilitazione da parte dello Stato di tutte le forze agronomiche per agire energicamente al fine di elevare il livello delle colture agricole, ecc.

Considerando tutte queste misure come l'unica via per giungere all'aumento, assolutamente indispensabile, della produzione nel lavoro agricolo, il PCR si sforza di applicarle nel modo più completo possibile, di estenderle alle regioni più arretrate del paese e di continuare la sua azione in questo, senso.

Dato che il contrasto fra città e campagna è una delle ragioni più profonde dell'arretratezza economica e culturale della campagna, e siccome in un'epoca di crisi profonda, come l'attuale, questo contrasto pone sia la città che la campagna di fronte al pericolo immediato della rovina e dello sfacelo, il PCR vede nell'eliminazione di questo contrasto uno degli obiettivi fondamentali della costruzione del comunismo; il PCR, oltre ai provvedimenti sopra indicati, ritiene necessario far partecipare largamente e regolarmente gli operai dell'industria alla costruzione del comunismo nell'agricoltura e sviluppare l'attività del "Comitato di aiuto operaio", già costituito a tale scopo dal potere sovietico, e così via.

In tutto il suo lavoro nelle campagne il PCR si appoggia, oggi come ieri, sugli strati proletari e semiproletari. Li organizza innanzi tutto in forza autonoma, creando comitati di contadini poveri, cellule di partito in campagna, un tipo speciale di sindacati dei proletari e semiproletari della campagna, ecc.; li avvicina in tutte le maniere al proletariato della città e li strappa all'influenza della borghesia rurale e degli interessi della piccola proprietà.

Nei confronti dei kulak, della borghesia rurale, la politica del PCR consiste nella lotta decisa contro le loro velleità di sfruttamento, nella repressione della loro resistenza alla politica sovietica comunista.

Nei confronti dei contadini medi, la politica del PCR consiste nel far partecipare gradualmente e regolarmente questi contadini al lavoro di costruzione socialista. Il partito si propone di separare i contadini medi dai kulak, di attirarli dalla parte della classe operaia mostrandosi attento, alle loro esigenze, combattendo la loro arretratezza con l'azione ideologica, e non con misure di repressione, cercando, ogni volta che si tratta dei loro interessi vitali, di giungere a degli accordi pratici, e facendo delle concessioni nella scelta dei mezzi per attuare le trasformazioni socialiste.

 


Ultima modifica 24.12.2003