Come riorganizzare l'Ispezione operaia e contadina

Vladimir Lenin (1923)

 


L'articolo Come riorganizzare l'Ispezione operaia e contadina e l'altro articolo Meglio meno, ma meglio, che ne è la continuazione, furono scritti da Lenin per il XII congresso del partito.
Il XII congresso del PCR(b), che si tenne dal 17 al 25 aprile 1923, tenne conto nelle sue decisioni delle indicazioni date da Lenin negli ultimi articoli e lettere. Il congresso approvò una speciale risoluzione "Sui compiti dell'Ispezione operaia e contadina e della commissione centrale di controllo", nonché la decisione di unificare il lavoro degli organi della commissione centrale di controllo e del commissariato del popolo per l'Ispezione operaia e contadina (vedi Il PCR(b) nelle risoluzioni e decisioni dei congressi, delle conferenze e dei plenum del CC, parte I, 1940, pp. 498-501-502).
Pubblicato nella Pravda, n. 16, 25 gennaio 1923.
Trascritto dall'Organizzazione Comunista Internazionalista (Che fare) e da Pagine rosse, Gennaio 2003


 

Proposta al XII Congresso del partito

Non c'è dubbio che l'Ispezione operaia e contadina presenta per noi grandi difficoltà e che finora queste difficoltà non sono state superate. Secondo me, non hanno ragione quei compagni che le vogliono risolvere negando l'utilità e la necessità dell'Ispezione operaia e contadina. Non nego però con questo che il problema del nostro apparato statale e del suo miglioramento si presenta come un problema molto difficile, ben lontano dall'essere risolto e al tempo stesso straordinariamente urgente.

Il nostro apparato statale, se si eccettua il Commissariato del popolo degli affari esteri, è, più di ogni altro, una sopravvivenza di quello passato, e meno di ogni altro ha subìto serie modificazioni. È soltanto stato verniciato un po' alla superficie, ma per il resto è rimasto un tipico relitto del nostro vecchio apparato statale. E ora, per trovare il mezzo di rinnovarlo veramente, mi sembra necessario riportarci all'esperienza della guerra civile.

Come agivamo nei momenti più pericolosi della guerra civile?

Concentravamo le migliori forze del nostro partito nell'Esercito rosso; ricorrevamo alla mobilitazione dei nostri migliori operai; cercavamo nuove forze là dove la nostra dittatura ha le radici più profonde.

Ed anche in questa direzione, a parer mio, dobbiamo cercare il modo di iniziare la riorganizzazione dell'Ispezione operaia e contadina. Propongo al nostro XII Congresso del partito di approvare il seguente progetto di riorganizzazione, basato su un allargamento di tipo particolare della nostra Commissione centrale di controllo.

La riunione plenaria del Comitato centrale del nostro partito ha già mostrato la tendenza a svilupparsi in una specie di conferenza superiore di partito. Essa si riunisce in media non più di una volta ogni due mesi, e il lavoro corrente, a nome del Comitato centrale, lo fanno come è noto il nostro Ufficio politico, il nostro Ufficio organizzativo, la nostra Segreteria, ecc. Credo che noi dobbiamo percorrere fino in fondo il cammino che, in questo modo, abbiamo intrapreso e trasformare definitivamente le riunioni plenarie del Comitato centrale in conferenze superiori di partito, da convocarsi una volta ogni due mesi, con la partecipazione della Commissione centrale di controllo. E questa Commissione centrale di controllo bisogna fonderla, alle condizioni qui esposte, con il nucleo fondamentale dell'Ispezione operaia e contadina riorganizzata.

Propongo al congresso di eleggere da 75 a 100 operai e contadini a nuovi membri della Commissione centrale di controllo. I candidati dovranno essere sottoposti, come membri del partito, alla stessa verifica a cui sono sottoposti i membri ordinari del Comitato centrale, poiché dovranno godere di tutti i diritti dei membri del CC.

D'altra parte l'Ispezione operaia e contadina dev'essere ridotta a 300 o 400 impiegati, particolarmente provati per la loro scrupolosità e per la conoscenza del nostro apparato statale, che siano stati anch'essi sottoposti a uno speciale esame il quale provi che essi conoscono i princìpi dell'organizzazione scientifica del lavoro in generale e, in particolare, il lavoro delle amministrazioni, degli uffici, ecc.

A parer mio, tale fusione dell'Ispezione operaia e contadina e della Commissione centrale di controllo sarà utile per ambedue gli organismi. Da una parte l'Ispezione operaia e contadina acquisterà in questo modo una grande autorità, per lo meno non inferiore a quella del nostro Commissariato del popolo degli affari esteri. D'altra parte il nostro Comitato centrale, unitamente alla Commissione centrale di controllo, riuscirà a trasformarsi definitivamente in conferenza superiore di partito, cosa che in sostanza già sta facendo e che deve condurre a termine per adempiere in modo giusto i suoi compiti sotto un duplice aspetto: quello di pianificare, di rendere adeguati e sistematici la propria organizzazione e il proprio lavoro e quello di legarsi realmente alle larghe masse, tramite i nostri migliori operai e contadini.

Prevedo un'obiezione, proveniente, direttamente o indirettamente da quelle sfere che fanno del nostro apparato un apparato ormai superato; cioè da coloro che lo vogliono mantenere nell'impossibile e indegna forma prerivoluzionaria in cui esso è rimasto finora (a proposito, noi abbiamo oggi una possibilità abbastanza rara nella storia, quella di poter stabilire qual è il tempo necessario per effettuare cambiamenti sociali radicali, e vediamo ora chiaramente che cosa si può fare in cinque anni e per che cosa è necessario un periodo assai più lungo).

Secondo l'obiezione di costoro, la riforma che ho proposto potrebbe solamente generare il caos. I membri della Commissione centrale di controllo girerebbero per tutti gli uffici, senza saper dove, perché e a chi rivolgersi, portando dovunque la disorganizzazione, distogliendo gli impiegati dal loro lavoro corrente, ecc. ecc.

Credo che l'origine maligna di quest'obiezione sia così evidente che neppure valga la pena di rispondere. È ovvio che il presidium della Commissione centrale di controllo e il Commissariato del popolo per l'Ispezione operaia e contadina e il suo collettivo (e anche, nei casi che la riguardano, la nostra segreteria del Comitato centrale) dovranno lavorare tenacemente parecchi anni per organizzare in modo giusto il proprio commissariato e il suo lavoro. Il Commissariato del popolo dell'Ispezione operaia e contadina può (e deve), a parer mio, rimanere Commissariato del popolo, e anche tutto il collettivo deve rimanere tale, e dirigere il lavoro di tutta l'Ispezione operaia e contadina, compresi tutti i membri della Commissione centrale di controllo, che saranno " messi" a sua disposizione. Secondo il mio piano, i 300 o 400 impiegati dell'Ispezione operaia e contadina dovrebbero svolgere, da una parte, la funzione vera e propria di segretari degli altri membri dell'Ispezione operaia e contadina e dei membri aggiunti della Commissione centrale di controllo, e dall'altra parte, essere altamente qualificati, particolarmente sperimentati, particolarmente fidati, ben pagati, e sollevati da quelle condizioni veramente infelici (per non dire peggio) in cui versano oggi gli impiegati dell'ispezione operaia e contadina.

Sono convinto che la riduzione del personale sino alla cifra da me indicata migliorerà di molto qualitativamente sia i funzionari dell'Ispezione operaia e contadina che tutto il lavoro, e il Commissariato del popolo e il suo collettivo potranno concentrare completamente i loro sforzi sull'organizzazione del lavoro per migliorarlo qualitativamente in modo sistematico e costante, cosa quanto mai necessaria per il potere operaio e contadino e per il nostro regime sovietico.

D'altro lato ritengo che il Commissariato del popolo dell'ispezione operaia e contadina debba studiare la questione di fondere in parte e in parte coordinare quegli istituti superiori d'organizzazione del lavoro (Istituto centrale del lavoro, Istituto di organizzazione scientifica del lavoro, ecc.) che ora, nella nostra repubblica, non sono meno di dodici. L'uniformità eccessiva, e quindi la tendenza a fonderli sarebbero nocive. Al contrario, qui bisogna trovare una via di mezzo, sensata e conveniente, tra la fusione di tutte queste istituzioni in un complesso unico e la loro giusta delimitazione, mantenendo una certa indipendenza a ciascuna di esse.

Non v'è dubbio che il nostro Comitato centrale, non meno dell'Ispezione operaia e contadina, trarrà profitto da tale riorganizzazione nel senso che si legherà maggiormente alle masse e renderà più regolare ed efficace il proprio lavoro. Allora sarà possibile (e necessario) preparare con maggior rigore e senso di responsabilità le sedute dell'Ufficio politico, alle quali dovrà assistere un numero definito di membri della Commissione centrale di controllo, o per un certo periodo di tempo, o secondo un certo piano d'organizzazione.

Il Commissariato del popolo dell'Ispezione operaia e contadina, unitamente al presidium della Commissione centrale di controllo dovrà distribuire il lavoro fra i suoi membri, tenendo conto che essi sono tenuti a presenziare alle sedute dell'Ufficio politico e a verificare tutti i documenti i quali, in modo o nell'altro, saranno sottoposti al suo esame, o a dedicare la loro attività quotidiana alla preparazione teorica e allo studio dell'organizzazione scientifica del lavoro, oppure a partecipare praticamente al controllo e al miglioramento del nostro apparato statale, a cominciare dagli istituti statali superiori per finire a quelli più piccoli, locali, ecc.

Credo anche che al vantaggio politico, consistente nel fatto che i membri del Comitato centrale e i membri della Commissione centrale di controllo saranno, con questa riforma, molto meglio informati e meglio preparati per le sedute dell'Ufficio politico (tutti i documenti riguardanti le sedute dovranno essere trasmessi a tutti i membri del Comitato centrale e della Commissione centrale di controllo non più tardi del giorno precedente alla riunione dell'Ufficio politico, ad eccezione dei casi urgentissimi, ai quali è necessario dare la precedenza assoluta affinché il Comitato centrale e la Commissione centrale di controllo siano immediatamente messi al corrente e li risolvano), si debba anche aggiungere il vantaggio che nel nostro Comitato centrale diminuirà l'influenza di fattori puramente personali e casuali, e con ciò diminuirà il pericolo di una scissione.

Il nostro Comitato centrale è diventato un gruppo rigidamente centralizzato e sommamente autorevole, ma il lavoro di questo gruppo non è condotto in condizioni corrispondenti al suo prestigio. A questo deve ovviare la riforma che propongo. I membri della Commissione centrale di controllo, che dovranno partecipare in un certo numero ad ogni seduta dell'Ufficio politico, debbono costituire un gruppo compatto, il quale, " senza riguardo per chicchessia " dovrà vigilate affinché nessuno, per quanto autorevole, possa impedir loro di presentare una richiesta, di verificare i documenti e di ottenere in generale d'essere completamente al corrente dei problemi e di trattarli con la più rigorosa rettitudine.

Naturalmente nella nostra Repubblica sovietica il regime sociale è basato sulla collaborazione di due classi, gli operai e i contadini, collaborazione alla quale sono ammessi oggi, a determinate condizioni, anche i "nepmen", cioè la borghesia. Se sorgeranno seri contrasti di classe fra queste classi, allora la scissione sarà inevitabile, ma nel nostro regime sociale non sono necessariamente insiti i germi di tale scissione; e il compito principale del nostro Comitato centrale e della nostra Commissione centrale di controllo, e anche di tutto il nostro partito, è quello di seguire con occhio attento le circostanze che potrebbero provocare una scissione e prevenire quest'eventualità, perché in fin dei conti il destino della nostra repubblica dipenderà da questo: la massa contadina sarà con la classe operaia, rimanendo fedele all'alleanza con questa, oppure permetterà ai "nepmen", cioè alla nuova borghesia, di staccarla dagli operai, di provocare una scissione? Quanto più chiaramente vedremo davanti a noi questa alternativa, quanto più chiaramente la comprenderanno tutti i nostri operai e i nostri contadini, tanto maggiori saranno le possibilità di evitare una scissione che sarebbe funesta per la Repubblica sovietica.

23 gennaio 1923

N.Lenin

 


Ultima modifica 13.01.2003