I filo-secessionisti alla camera bassa - riconoscimento del blocco americano

Marx (1862)

 


Trascritto da Roberto Saranga, Settembre 2000


 

Londra, 8 marzo 1862

Parturing montes! Fin dall'apertura del Parlamento gli inglesi filo-secessionisti avevano minacciato una "mozione" sul blocco americano. La risoluzione è stata presentata infine alla Camera Bassa nella veste assai modesta di una mozione che esorta il governo a "presentare altri documenti sullo stato del blocco" - e anche questa mozione insignificante è stata respinta, senza la formalità della votazione.

La risoluzione era proposta da Gregory, il rappresentante di Galway, che nella sessione parlamentare dell'anno scorso, subito dopo lo scoppio della guerra civile, aveva già presentato una mozione mirante al riconoscimento della Confederazione degli Stati del Sud. Nel suo discorso di quest'anno è innegabile una certa abilità sofistica. Il discorso risente soltanto del fatto di essere sfortunatamente diviso in due parti, che si annullano a vicenda. Una parte descrive gli effetti disastrosi del blocco dell'industria cotoniera inglese e di conseguenza chiede la rimozione del blocco stesso. L'altra parte dimostra, sulla base dei documenti presentati dal governo, tra i quali due memoriali di Yancey e Mann e di Mason, che il blocco non esiste affatto, tranne che sulla carta, e che di conseguenza non dovrebbe più essere riconosciuto. Gregory ha condito il suo discorso con una citazione dietro l'altra di articoli del Times. Il Times, per il quale è molto seccante sentirsi ricordare in questo momento le sue dichiarazioni profetiche, ringrazia Gregory con un articolo di fondo nel quale lo espone al pubblico ludibrio. La mozione di Gregory era appoggiata da Bentick, un Tory a oltranza che per due anni si è sforzato invano di allontanare da Disraeli parte dei conservatori.

E' stato uno spettacolo ridicolo in sé e per sé vedere i presunti interessi dell'industria inglese sostenuti da Gregory, rappresentante di Galway, un posto di mare senza importanza dell'Irlanda occidentale, e da Bentinck, rappresentante del Norfolk, una zona puramente agricola.

Forster, rappresentante di Bradford, un centro industriale inglese, si è opposto ad entrambi. Il discorso di Forster merita un esame più attento, dal momento che dimostra in modo singolare, l'inconsistenza delle voci sul blocco americano propalate in Europa dagli amici della secessione. In primo luogo, ha detto, gli Stati Uniti hanno osservato tutte le formalità richieste dal diritto internazionale. Non hanno dichiarato alcun porto in stato di blocco senza il dovuto proclama, senza preavviso del momento del suo inizio o senza aver fissato i quindici giorni allo scadere dei quali sarebbe stato proibito alle navi straniere neutrali di entrare ed uscire dal porto.

Il discorso sulla "inefficacia" legale del blocco si basa quindi soltanto sui casi, a quanto pare frequenti, in cui sarebbe stato violato. Prima dell'apertura del Parlamento è stato detto che era stato violato da 600 navi. Gregory ora riduce il numero a 400. La sua asserzione si basa su due elenchi forniti al governo, uno il 30 novembre dai rappresentanti del Sud Yancey e Mann, l'altro, l'elenco supplementare, da Mason. Secondo Yancey e Mann più di 400 navi - in partenza e in arrivo - hanno rotto il blocco, tra la proclamazione e il 20 agosto. Secondo i rapporti della dogana, comunque, il numero totale delle navi ammonta soltanto a322. Di queste, 119 sono partite prima della dichiarazione del blocco, 56 prima della scadenza dei quindici giorni di preavviso. Restano 147 navi. Di queste 147 navi, 25 erano battelli fluviali che andavano nell'entroterra a New Orleans, dove sono rimasti fermi; 106 erano navi costiere; ad eccezione di tre vascelli, erano tutte navi "quasi interne", secondo quanto ha detto lo stesso Mason. Di queste 106, 66 sono salpate tra Mobile e New Orleans.

Chiunque conosca questa costa sa quanto sia assurdo chiamare violazione del blocco il passaggio di un battello dietro le lagune, toccando appena il mare aperto e scivolando lungo la costa. Lo stesso vale per i battelli tra Savannah e Charleston, dove si insinuano tra le isole tra strette lingue di terra. Secondo la dichiarazione del console inglese Bunch, queste chiatte comparvero solo per alcuni giorni sul mare aperto. Dopo avere detratto 106 battelli costieri, restano 16 partenze per porti stranieri; di queste 15 erano porti americani, soprattutto per Cuba, e una per Liverpool. La "nave" che attraccò a Liverpool era una goletta, come tutte le altre "navi", ad eccezione di uno "sloop". Si è parlato molto, ha esclamato Forster, di blocchi fittizi. Quest'elenco di Yancey e Mann non è un elenco fittizio? Egli ha sottoposto l'elenco supplementare di Mason ad un esame analogo, e ha ulteriormente dimostrato che solamente tre o quattro incrociatori sono sfuggiti dal blocco, mentre nell'ultima guerra anglo-americana non meno di 516 incrociatori americani forzarono il blocco inglese e si spinsero sino alle coste inglesi. " Il blocco, al contrario, è stato straordinariamente efficace sin dall'inizio ".

Un'ulteriore prova è fornita dalle relazioni dei consoli inglesi; soprattutto, comunque, dalle liste dei prezzi del Sud. L'11 gennaio il prezzo del cotone a New Orleans offriva un aggio del 100% per l'esportazione in Inghilterra; il guadagno sull'importazione del sale ammontava al 1500% e il guadagno sul contrabbando di guerra era incomparabilmente superiore. Malgrado questa allettante prospettiva di guadagno, era impossibile tanto spedire cotone in Inghilterra quanto spedire il sale a New Orleans o a Charleston. " Di fatto, comunque, Gregory non si lamentava dell'inefficacia del blocco, bensì della sua eccessiva efficacia. Ci esorta a porre termine al blocco e con esso alla paralisi dell'industria e del commercio. Basta una risposta: chi esorta questa camera a violare il blocco? I rappresentanti delle zone che ne risentono negativamente? Quest'appello viene da Manchester, dove le fabbriche hanno dovuto chiudere, o da Liverpool, dove per mancanza di carichi le navi stanno ferme nei bacini? Al contrario, viene da Galway, ed è sostenuta dal Norfolk ".

Tra gli amici dei secessionisti si è messo in vista Lindsay, un grosso armatore di North Shields. Lindsay aveva offerto all'Unione i suoi cantieri navali, e all'uopo era andato a Washington, dove ha avuto il dispiacere di veder rifiutare le sue proposte d'affari. Da allora le sue simpatie sono andate tutte ai secessionisti.

Il dibattito si concludeva con un discorso molto circostanziato di Sir R. Palmer, il vice-procuratore generale, che parlava a nome del governo. Egli ha fornito convincenti prove giuridiche sulla forza e la validità del blocco secondo il diritto internazionale. In tale occasione egli ha fatto scempio - e di questo l'ha accusato Lord Cecil - dei "nuovi princìpi" proclamati nella Convenzione di Parigi del 1856. Tra l'altro ha espresso la sua meraviglia per il fatto che nel Parlamento britannico Gregory ed i suoi alleati osassero fare appello all'autorità di Monsieur de Hautefeuille. Quest'ultimo è senza dubbio una "autorità" di nuovo conio del partito bonapartista. Gli articoli di Hautefeuille nella Revue Contemporaine sui diritti marittimi dei neutrali dimostrano la più completa ignoranza o mauvaise foi per ordine superiore.

Con il fallimento dei parlamentari filo-secessionisti sulla questione del blocco viene eliminata ogni eventualità di rottura fra l'Inghilterra e gli Stati Uniti.

Die Presse, 12 marzo 1862

 


Ultima modifica 28.9.2000