La situazione

Errico Malatesta (1922)


Pubblicato in Umanità Nova, anno III, n° 195, Roma, 02 dicembre 1922


Mussolini continua a troneggiare e il parlamento striscia più che mai ai suoi piedi.

I pieni poteri sono stati accordati colla premura di servi che gareggiano in bassezza. Mussolini aveva detto: «datemeli o me li piglio», e nessuno ha avuto la dignità di rispondere: Pigliateveli, ma non ci costringete a far la parte in commedia di padroni, quando noi siam servi e ci compiacciamo di esserlo.

Gli stessi socialisti non han capito che non possono restare dignitosamente in un'assemblea che funziona sotto il terrore del manganello, o della dissoluzione, e dove l'opposizione non può essere che una farsa.

La dittatura trionfa: dittatura di avventurieri senza scrupoli e senza ideali, che è arrivata al potere e vi resta per la disorientazione delle masse proletarie e per la trepida avarizia della classe borghese in cerca di un salvatore. Ma tutti sentono che la situazione è tale da non poter durare, e i conservatori più illuminati, pur facendo i dovuti omaggi ai padroni dell’ora e tradendo a ogni parola la paura che li domina, domandano la restaurazione dello «Stato liberale», cioè il ritorno alle menzogne costituzionali.

I detti conservatori comprendono certamente tutto l'umorismo che v'è nel domandare un regime di libertà, sia pure limitata, a gente che ha costume d'imporre la propria volontà col manganello, l'olio di ricino e peggio a persone fatte prima prudentemente disarmare; ma essi non si curano della libertà. Quello che vogliono è un regime, quale i regimi cosiddetti costituzionali, che riesca a far credere al popolo che esso è libero, e assicuri così ai proprietari e ai governanti il tranquillo godimento dei loro privilegi.

Il metodo col quale Mussolini è arrivato al potere non permette l'inganno; ed è questo che tormenta le anime candide dei conservatori.

Mussolini, se riesce a consolidare il suo potere, farà né più né meno quello che farebbe un qualsiasi altro ministro: servirà gli interessi della classe privilegiata ... e si farà pagare i suoi servizi. Ma non farà credere a nessuno ch'egli è arrivato al governo per volontà di popolo. La sua tirannide è troppo recente per poterne nascondere l'origine: forse per questo la sua torbida coscienza gli consiglia di fare appello a Dio!

Dei progetti e propositi, attuali o no, sinceri o meno, del nuovo governo non vogliamo occuparci. È sempre il solito rimasticamento di vecchie imposture, il vecchio tentativo di riparare una casa che crolla con una mano di pittura.

Per noi il solo cambiamento importante è questo: Eravamo nemici del governo perché il governo non è che il difensore armato di tutte le ingiustizie sociali, il creatore d'ingiustizie nuove, il nemico della libertà, l'ostacolo materiale sul cammino della civiltà. Ed eravamo nemici del fascismo perché è un movimento inteso a difendere i privilegi borghesi, a impedire l'ascesa proletaria, a soffocare ogni aspirazione verso una società più giusta e più libera, e si serviva per raggiungere i suoi scopi di mezzi brutali, feroci e vili.

Adesso governo e fascismo sono diventati la stessa cosa, e sono formati dallo stesso personale: non vi è dunque più possibilità di esitazione come quando quelle due forze di oppressione sembravano in contrasto tra di loro.

Situazione semplificata: tanto meglio. Tanto meglio se questo può servire a riunire tutte le forze di progresso nella lotta contro la barbarie trionfante.


Ultima modifica 08.06.2010