Parigi, la capitale del XIX secolo. 2. Daguerre o i panorami

Walter Benjamin (†1955)


«Daguerre oder Die Panoramen è il secondo dei sei brevi testi che compongono Paris, die Hauptstadt del XIX. Jahrhunderts (Parigi, la capitale del XIX secolo), l'Exposé redatto da Benjamin nel 1935 e pubblicato postumo nel 1955». [L'opera d'arte nell'epoca della riproducibilità tecnica e altri saggi sui media, a cura di Giulio Schiavoni, RCS Libri, Milano 2013].

Traduzione indiretta dall'inglese di: Leonardo Maria Battisti.

Fonte: Walter Benjamin: Reflection. Essays, Aphorisms, Autobiographical, Writings, Harcourt Brace Jovanovich, Inc., New York 1978.


«Soleil, prends garde à toi!»
A.J. Wiertz, Œuvres littéraires, Paris 1870

Come l'architettura inizia a disfarsi dell'arte con le costruzioni in ferro, così fa la pittura coi panorami. La produzione di panorami toccò l'acme con la nascita delle gallerie commerciali. Si tentava indefessi, con vari espedienti tecnici, di far dei panorami sedi di perfetta mimesi della natura. Si tentava di riprodurre nel paesaggio lo scorrere della giornata, il sorgere della luna, il rumore delle cascate. David consiglia ai suoi allievi di disegnar panorami dal vivo. Nel tentativo di ricreare decettivamente nella natura rappresentata trasformazioni fedeli, i panorami prefigurano, nonché la fotografia, il film muto e sonoro.

Insieme alla diffusione dei panorami nasce una letteratura panoramica. Annovera: Le livre des Cent-et-Un; Les Français peints par eux-mêmes; Le diable à Paris; La grande ville. In tali libri si prepara l'attività bellettrìstica collettiva per cui negli anni trenta Girardin ideò un sito nel feuilleton. Si tratta di singoli schizzi, la cui veste aneddotica corrisponde al primo piano del panorama (plasticamente raffigurato), e l'elemento informativo allo sfondo dipinto del panorama. Tale letteratura è panoramica pure socialmente. Per l'ultima volta il lavoratore appare al di fuori della sua classe, come fregio di un idillio.

I panorami che dichiarano una rivoluzione nel rapporto fra arte e tecnica, sono al contempo espressione di un nuovo senso della vita. Il cittadino, la cui superiorità politica sulla campagna si palesa di continuo lungo il secolo, tenta di portar la campagna in città. Nei panorami la città si dilata a paesaggio, come farà poi, in modo più sottile, per il flâneur. Daguerre è allievo del pittore di panorami Prévost, il cui studio ha sede nel Passage des Panoramas. (Descrizione dei panorami di Prévost e Daguerre). Nel 1839 il panorama di Daguerre brucia. Nello stesso anno egli annuncia l'invenzione della dagherrotipia.

Arago presenta la fotografia in un discorso alla Camera. Le assegna un posto a sé nella storia della tecnica. Ne prevede le applicazioni scientifiche. Da parte loro, gli artisti iniziano a discuterne il valore artistico. La fotografia porta all'estinzione della professione di miniaturista. La ragione non è solo economica. Le prime fotografie erano artisticamente superiori ai ritratti in miniatura. Il motivo tecnico risiede nel lungo tempo di posa, spillante al soggetto ritratto la massima concentrazione. Il motivo sociale è che i primi fotografi appartenevano all'avanguardia, donde proveniva gran parte della loro clientela. La superiorità di Nadar sui colleghi si rivela allorché fece fotografie al sistema di canalizzazione parigino. Ciò per la prima volta esige dall'obiettivo delle scoperte. La sua importanza cresce quanto più l'elemento soggettivo nell'informazione pittorica e grafica viene diffidato alla luce della nuova realtà tecnica e sociale.

L'Esposizione Universale del 1855 ha per la prima volta una mostra speciale intitolata: Fotografia. Nello stesso anno, Wiertz pubblica un lungo articolo in cui attribuisce alla fotografia il ruolo di illuminare filosoficamente la pittura. Compito che intendeva in senso politico, come indicano i suoi stessi dipinti. Così si può ritenere Wiertz il primo che abbia richiesto, se non previsto, il montaggio come utilizzo della fotografia a fini sediziosi. Al crescer dell'ambito delle comunicazioni, cala il significato informativo della pittura che, in reazione alla fotografia, inizia ad accentuar gli elementi colorati del dipinto. Quando l'impressionismo cede il passo al cubismo, la pittura si ritaglia un ulteriore ambito in cui la fotografia, per il momento, non può seguirla. A sua volta la fotografia, (a partir da metà ‛800) espande massicciamente l'ambito dell'economia commerciale, offrendo sul mercato illimitate quantità di figure, scene, eventi prima affatto inutilizzabili (salvo se commissionate da un singolo cliente). Per accrescere le vendite, la fotografia rinnova i suoi soggetti con cambiamenti, dettati dalla moda, della tecnica di ripresa che determineranno la sua storia successiva.



Ultima modifica 2019.11.29