Speculazioni!

Bordiga (1921)

 


Articolo per Ordine Nuovo del 11 aprile 1921.
Trascritto dai compagni del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)


 

Se in Italia alla politica presidiasse incontaminato il dibattito di alte idealità umane e sociali, la speculazione sui cadaveri non sarebbe possibile.

Queste elezioni, imposte al Paese di sorpresa, non preoccupano noi comunisti che nulla ci ripromettiamo da certe fiere. Noi non abbiamo bisogno di speculazioni nel senso di approfittare elettoralmente di uno stato d'animo delle folle per gridare al consenso per le nostre idee. Noi dobbiamo inesorabilmente respingere quanti vengano a noi determinati dalla forza della corrente; noi abbiamo saper risalire la sorgente con fatica e contro corrente perché con noi debbono essere coloro che mai più ci abbandoneranno, decisi a tutto perdere. Quando è possibile ad un uomo di governo giuocare tutta una rappresentanza nazionale sul < forse che si forse che no > delle elezioni; quando, nel giuoco delle forze parlamentari, Partiti che traggono vita dall'humus popolo debbono deformarsi, adattarsi sino a rimanere presi fra le strette della tenaglia, proprio quando nelle piazze ruggisce il leone proletario, nessuna fiducia s'ha ragione di riporre su questo istituto borghese, nessuno spreco di energie merita una tale conquista, nessuna speranza poi di poter piegare a sé lo strumento della legalità borghese. Ha più grande valore il prestigio politico sulla piazza, in pieno terreno illegale, che fra i progetti di legge e le accademie nell'aula e negli Uffici del Parlamento.

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Ma se a noi poco conta il numero dei deputati comandati, come dice Bilotti, dall'Esecutivo del Partito, a stare in vedetta nel Parlamento borghese, non così, ed è naturale, la pensano i socialisti.

I quali, come tutti gli speculatori del giuoco elettorale, stanno preoccupandosi della piattaforma come dicesi in gergo elettorale, su cui svolgere il programma per la conquista di seggi in Parlamento.

E l'han trovata! I morti del Diana, con dissertazioni filosofiche sull'uso più o meno ammaestrato e condizionato della violenza.

Turati ne ha fatto già un panegirico ricordandosi anche dell'avvocato Giordani e per poco dei poveri fascisti caduti in disegual tenzone con la canaglia proletaria. E quasi non bastasse il funerale di prima classe che messer Giolitti ha fatto fare al cosiddetto < controllo operaio delle fabbriche >, a voluto seppellire, con tutti gli onori borghesi, la bella battaglia combattuta dagli operai con l'occupazione delle fabbriche. Dicono che abbia riportato un gran successo. Chissà chi lo ascoltava.

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Dunque la violenza è una < frode >.

E' verissimo, le frodi rasentano l'adulterio ed i socialisti che così ora concionano sono dei frodatori da basso mercato. Hanno l'aria dei resipiscenti ora con la violenza il serpente borghese e capitalista si è destato dal torpore e morde l'organizzazione proletaria.

Prima corsero dietro al consenso di tutti i delusi della guerra, di tutti gli spostati, di tutti coloro che soffrivano per l'elevato costo della vita e furono per Lenin, per la dittatura, per l'armamento del proletario. Ora che la reazione padronale è in efficienza e più si acutizzerà quanto più si sentirà condannata a perire per i suoi stessi errori, ora gettano via i fardelli ingombranti e prendono a prestito i morti della guerra civile per condannare il proletariato.

Si, perchè non è che condanna per la reazione proletaria quella che Turati ha recitato a Milano per dare l'intonazione alla battaglia socialista. Ma prima di ricordare il prode, valoroso, gentile Giordano, prima di ricordare i dilaniati dalla bomba del Diana, perché non ha ricordato i primi caduti proletari per mano dei fascisti assassini? Perché non ha ricordato i primi uccisi a Bologna? Perché non ha ricordato tutti gli altri proletari freddati dalle Puglie alla Toscana, al Ferrarese, al Polesine unicamente perché organizzatori o perché cantavano l'inno della loro riscossa? Perché non ha detto che la massa operaia subisce incendi dolorosi, devastazioni, prigionia, insulti senza reagire? E ciò malgrado, la delinquenza fascista non s'arresta un sol momento. Chi ha armato la mano del nostro lavoratore se non l'esasperazione del fascismo?

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Ah! il lavoratore che ama la sua tessera deve sputarci sopra perché così vogliono una decina di fascisti che lo aggrediscono? Deve il socialista, l'anarchico, il comunista dichiarare di non essere tale e gridare <viva il re> perché questo vuole una turba briaca di fascisti? Perché non si insegna a quel lavoratore, a quell'anarchico, comunista o socialista ad essere fiero di sé ed a non subire intimazioni ed insulti? < Per non - direbbe Turati - commettere una violenza che è frode e che non ha trionfi>. Sta bene per te, Turati, che ti conosciamo da tempo, non più socialista; ma per tutti coloro che si daranno alla fiera elettorale a rimasticare le tue elucubrazioni filosofiche, il tuo umanesimo, fuori luogo, in mezzo a tanti lupi, unico consenso delle folle proletarie sarebbe il linciaggio vero e proprio, perché, perdio, non è lecito canzonare una falange di schiavi del salario, proprio mentre la borghesia fa la sua guerra di classe.

Gli speculatori, i comunardi parigini, gli attaccarono alla lanterna. Noi non scorgiamo differenza fra quegli e gli odierni speculatori delle passioni proletarie a fini di mercato elettorale. Gli uni valgono gli altri.

 


Ultima modifica 2.10.2000