Il tira e molla dell'opportunismo italiano

Bordiga (1921)

 


Articolo per Ordine Nuovo del 24 luglio 1921.
Trascritto dai compagni del Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)


 

L 'Avanti! prende le mosse dalla poca soddisfazione da noi manifestata per le decisioni del Congresso Comunista Internazionale sulla questione italiana, per compiacersi prima che Mosca non sia giunta al punto che desideravamo noi nella sconfessione dell'opportunismo italiano e quindi, con strana contraddizione, per irridere ai "sistemi tira e molla" e di "sbloccamento delle opposizioni" che Mosca adotterebbe.

Il giornale socialdemocratico si compiace naturalmente di attribuire alla deliberazione del Congresso due motivazioni che si completano tra loro: la considerazione che il Partito Socialista è un partito di massa che ha sempre fatto il suo dovere, ecc. e quella che il Partito comunista fa i primi passi guidato da un arcobaleno di tendenze, ecc.

Per quanto riguarda i "rabbuffi" di Lenin a Terracini, dei quali si occupa con tanto sollazzo la stampa socialopportunista italiana, non mancheremo di parlarne chiarendo i termini di questo dissenso quando avremo avuto la possibilità di meglio riordinare il materiale relativo alle sedute del Congresso di Mosca dedicate a discutere la tesi di Radek sulla tattica, alle quali era stata proposta una serie di emendamenti ( non condivisi dalla Delegazione del K.A.P.D.) dalle Delegazioni italiana, austriaca e tedesca (maggioranza) e che il nostro Terracini venne delegato a sostenere con un discorso al Congresso di cui ci manca ancora un resoconto esteso. Sono - occorre ancora una volta dirlo? - questioni che discutiamo elevatamente e serenamente tra comunisti, potendo su di esse dissentire in dati apprezzamenti in seno alla Internazionale o anche al Partito, senza che ciò abbia nulla colla lotta senza quartiere che si svolge tra noi e i nemici o i transfughi dell'Internazionale.

Quanto alla pretesa eterogeneità del nostro Partito, di cui invitiamo chicchessia ad indicarci le reali manifestazioni nello svolgersi della nostra azione politica, essa è un bel ridicolo argomento, se debba servire a sostenere la opportunità di estendere questa gamma aggregando a noi un pezzo dell'attuale Partito socialista! La Internazionale troverebbe che noi non andiamo d'accordo tra di noi stessi, e per rimediare a questo penserebbe di introdurre nel nostro movimento qualcuno di quei gentiluomini ai quali, con una concordanza che l'Avanti! riconosce, dedichiamo le critiche più aspre e le più fiere rampogne? Non sarebbe un rimedio peggiore del male?

Quanto alla tattica usata da "Mosca" contro le opposizioni, è certo che se ne discuterà ed amplissimamente, ed il Congresso del Partito Comunista si pronuncerà chiaramente in proposito. Noi non abbiamo che ripetere pregiudizialmente la nostra illimitata disciplina alla tattica deliberata dal Congresso comunista Internazionale, anche se non la condividiamo personalmente od anche come partito.

Ma se anche la "tattica di Mosca" nella sua elasticità, del resto più volte teorizzata da valorosi compagni dell'Internazionale, potesse a noi apparire come un "tira e molla" che giudichiamo non adatto allo scopo (che è indubbiamente, per tutti i comunisti, lo "sbloccamento" del proletario oggi ancora in gran parte soggetto alla tutela opportunistica dei centristi e dei riformisti); se anche noi trovassimo opportuno sostenere la tattica dei "tirare" sempre, senza mollare mai; se anche noi a suffragio della unità di un simile metodo recassimo le pagine migliori della attività del "nostro" partito intendendo, in questa designazione quello che il partito in cui militano dal gennaio di quest'anno e quello che era il partito socialista quando lottando nelle sue file evitammo che cadesse preda dell'opportunismo (non noi, ma gli scrittori dell'Avanti!, se pur hanno portato seco una etichetta, hanno cambiato partito; se anche noi usufruissimo, come faremo se ne sarà il caso, di un nostro incontestabile diritto nell'assumere la posizione di sostenitori di una simile tesi o che diritto hanno i fuoriusciti di Livorno, quelli che ulteriormente chiesero e non ottennero adattamenti ed accomodamenti, di criticare le "oscillazioni" della tattica di "Mosca"?

Si può veramente dire che gli opportunisti italiani vogliono vedere il fuscello negli occhi altrui e non la trave nel proprio, se si attentano a parlare di "tira e molla". Credono essi che le masse non abbiano assistito allo spettacolo della loro politica da un anno a questa parte? Alle esitanze ed ai volteggiamenti incessanti della retorica rivoluzionaria alle più base forme di transazione?

Si può ammettere che "Mosca" avesse dal secondo Congresso un obbiettivo preciso: dividere i massimalisti elezionisti rappresentati da Serrati, magari attraverso una malattia diplomatica di costui, dalla destra riformista; ed in tal caso non si potrebbe nemmeno parlare di tira e molla perché la risoluzione attuale del Terzo Congresso non mira che a questa richiesta ultimativa. Si può ammettere ancora che "Mosca" abbia trovata troppo audace quella esperienza storica che noi abbiamo sicuramente convintamente perseguita e realizzata; di applicare le ventuno condizioni non come modello su cui si dovesse "volontaristicamente" tagliare un nuovo partito, ma come un reagente politico sullo sviluppo logico degli avvenimenti, per giungere al taglio netto tra i comunisti e tutte le sfumature dell'opportunismo, compresavi quella - degli sfiatati declamatori di rivoluzioni a scopo elettorale. Si può anche ammettere ( ed ogni definitiva opinione deve essere rinviata) che il Congresso pur trovando felice tale soluzione non partecipasse della nostra ferma opinione che essa fornisse la sufficiente base di per la "impostazione" del definitivo partito comunista, e volesse avvisare ai mezzi per "allargare" quella base attraverso un secondo esperimento del medesimo reagente, una seconda invocazione della stessa dimostrazione pratica che Serrati "preferisce l'unione coi riformisti a quella colla Terza Internazionale" che noi formuleremmo piuttosto così: i comunisti preferiscono che Serrati e i suoi si uniscano ai riformisti anziché a loro.

Ma, in conclusione, pare che ai socialisti italiani il metodo del "tira e molla" faccia una sgradevole impressione. Presto sapremo dire loro qualche cosa di preciso sui limiti entro i quali "Mosca" è proclive a mollare con loro. Ma per evitare le loro critiche e i loro rimarchi, vogliamo cordialmente fin ora assicurarli di una cosa solidamente stabilita: i comunisti italiani, se sono prontissimi a qualunque sacrificio alla disciplina accentratrice internazionale che risulti dalle risoluzioni del Congresso, non "molleranno" mai neppure un millimetro dalla più ferma delle loro opinioni: che cioè la "sinistra" del vecchio e glorioso Partito socialista italiano è quella che raccoglie nelle file del suo stato maggiore gli opportunisti più nefasti e i più insidiosi nemici della rivoluzione proletaria.

Non ci vedrete mai a ballare il trescone imbecille dell'embrasson nous, smorfia tipicamente opportunista contro la quale milita tutto il nostro passato di inflessibile fedeltà all'ammaestramento, veramente glorioso, scaturito dagli ultimi anni di lotta socialista in Italia: Tu non distinguerai tra gli avversari; tu non perdonerai ai rinnegati.

 


Ultima modifica 4.10.2000