Piattaforma dell'Internazionale Comunista approvata al suo primo congresso

Bucharin (1919)

 


Piattaforma del 4 marzo 1919
Si ringrazia Antonio Maggio - Primo Maggio
HTML mark-up per il MIA: Mishù, novembre 2003.

 

1. La conquista del potere politico
2. Democrazia e dittatura
3. Esproprio della borghesia e socializzazione della produzione
4. La strada verso la vittoria

Le contraddizioni del sistema capitalistico mondiale, che gli stanno nascoste in seno, scoppiarono con forza enorme in una gigantesca esplosione, nella grande guerra mondiale imperialista.

Il capitalismo cercò di sopraffare l'anarchia che aveva in sé organizzando la produzione. Al posto dei numerosi uomini d'affari in concorrenza fra loro, furono formate delle potenti organizzazioni capitalistiche (gruppi monopolistici, cartelli, trust), il capitale finanziario si unì al capitale industriale; tutta la vita economica fu dominata dall'oligarchia finanziario-capitalistica, che ottenne l'assoluto predominio organizzandosi in base a questo potere. Il monopolio prese il posto della libera concorrenza. Il capitalista individuale diventò monopolista. La folle anarchia fu sostituita dall'organizzazione.

Ma mentre nell'ambito di ciascun paese l'anarchia del modo di produzione capitalistico fu soppiantata dall'organizzazione capitalistica, nell'economia mondiale le contraddizioni, la lotta concorrenziale e l'anarchia diventarono più acute che mai. La lotta tra i massimi stati, predoni organizzati, portò con ferrea necessità alla mostruosa guerra mondiale imperialista. L'avidità di profitti indusse il capitale mondiale a battersi per nuovi mercati, nuove prospettive d'investimento, nuove fonti di sostanze grezze, per la forza-lavoro a basso prezzo degli schiavi coloniali. Gli stati imperialisti che si dividevano tra di loro il mondo intero, che avevano trasformato molti milioni di proletari e contadini africani, asiatici, australiani e americani in bestie da soma, in quel terribile conflitto dovettero presto o tardi smascherare la vera natura anarchica deI capitale. Questa fu l'origine del maggiore fra tutti i crimini -la guerra mondiale di rapina.

Il capitalismo cercò anche di eliminare le contraddizioni nella propria struttura sociale. La società borghese è una società di classe. Nei maggiori stati "civili" il capitale volle mascherare le contraddizioni sociali. Il capitale corruppe i propri schiavi salariati a spese dei depredati popoli coloniali, creò una comunanza d'interessi tra gli sfruttati e gli sfruttatori nei confronti delle colonie oppresse -i popoli coloniali gialli, neri e rossi e incatenò la classe operaia europea e americana alla "patria" imperialista.

Ma lo stesso sistema di, solida corruzione che. creò il patriottismo della classe operaia,e la sua sottomissione morale, dalla guerra fu trasformato, nell'opposto. L'annientamento fisico, il completo asservimento del proletariato, la tremenda oppressione, l'impoverimento e il deterioramento, l'indigenza mondiale -questi furono i frutti finali della pace civile. Essa fallì. La guerra imperialista si trasformò in guerra civile.

E' nata una nuova epoca! L'epoca della dissoluzione (lei capitalismo, della sua disgregazione interna. L'epoca della rivoluzione comunista del proletariato.

Il sistema imperialista sta andando in sfacelo. Fermento nelle colonie, fermento tra le piccole nazioni che in passato erano dipendenti, insurrezioni del proletariato, rivoluzioni proletarie vittoriose in certi paesi, dissoluzione degli eserciti imperialisti, completa incapacità delle classi dirigenti di continuare a guidare i destini dei popoli - questo è oggi lo stato di cose in tutto il mondo.

L'umanità, la cui intera civiltà va ora in rovina, è minacciata dal completo annientamento. C'è una sola forza che può salvarla, ed è il proletariato. Il vecchio "ordine" capitalista non esiste più, non può più esistere. Il risultato finale del sistema di produzione ' capitalistico è il caos. E tale caos può essere sopraffatto soltanto dalla classe più vasta, dalla classe che produce, dalla classe operaia. Essa deve creare l'ordine autentico, l'ordine comunista. Deve distruggere il dominio del capitale, rendere impossibile la guerra, abolire le frontiere degli stati, mutare il mondo intero in un'unica comunità cooperativa, rendere realtà la fratellanza e la libertà dei popoli.

D'altra parte, il capitale mondiale si sta armando per la sua ultima battaglia. Sotto il manto della `'Società delle Nazioni", vomitando torrenti di parole pacifiste, sta compiendo sforzi estremi per rabberciare il sistema capitalistico, che spontaneamente sta andando a pezzi, e per volgere le proprie forze contro la rivoluzione proletaria che cresce continuamente. Il proletariato deve dare una risposta a questa nuova e mostruosa cospirazione della classe capitalista con la conquista del potere, volgendo questo potere contro i propri nemici di classe e usandolo come leva per dare avvio alla rivoluzione economica. La vittoria finale del proletariato mondiale significa l'inizio della vera storia dell'umanità liberata.

1. La conquista del potere politico

La conquista del potere politico da parte del proletariato significa l'annientamento del potere politico della borghesia. I più potenti strumenti dell'esercizio del potere da parte della borghesia sono costituiti dalla macchina statale borghese con il suo esercito borghese guidato da ufficiali junker-borghesi, la sua polizia e -gendarmeria, i suoi giudici e direttori di carcere, i suoi preti, funzionari ecc. La conquista del potere politico non significa soltanto un cambiamento della compagine ministeriale, ma l'annientamento dell'apparato statale del nemico, la conquista di una forza effettiva, il disarmo della borghesia, degli ufficiali controrivoluzionari, delle guardie bianche e l'armamento del proletariato, dei soldati rivoluzionari, della guardia rossa operaia; la destituzione di tutti i giudici borghesi e l'insediamento di tribunali proletari; l'abolizione del dominio dei funzionari statali reazionari e la creazione di nuovi organi d'amministrazione proletari. La vittoria del proletariato sta nel distruggere l'organizzazione del potere avversario e nell'organizzazione del potere proletario; sta nella distruzione del meccanismo statale borghese e nella costruzione della macchina statale proletaria. Soltanto dopo che il proletariato si sia conquistato la vittoria e abbia infranto la resistenza della borghesia esso può utilizzare i propri antichi avversari nel nuovo ordine tenendoli sotto controllo e recuperandoli gradualmente all'opera di edificazione comunista.

2. Democrazia e dittatura

Come tutti gli stati, lo stato proletario è uno strumento di repressione, ma è rivolto contro i nemici della classe operaia. Il suo scopo è di infrangere la resistenza degli sfruttatori, che utilizzano qualsiasi mezzo a propria disposizione nella disperata battaglia per soffocare nel sangue la rivoluzione, di rendere impossibile la loro resistenza. La dittatura del proletariato, che dà palesemente una posizione privilegiata al proletariato nella società, è comunque una istituzione provvisoria. Appena la resistenza dei borghesi sia infranta, appena essi siano stati espropriati, e trasformati gradualmente in un ceto lavoratore, la dittatura proletaria scompare, lo stato svanisce, e con esso le classi stesse.

La cosiddetta democrazia, cioè la democrazia borghese, non è niente altro che la dittatura mascherata della borghesia. La tanto esaltata "volontà collettiva del popolo" non esiste più di quanto esista il popolo come un tutto unico. Quello che esiste realmente sono le classi con volontà opposte e incompatibili. Ma dato che la borghesia è una piccola minoranza, ha bisogno di questa finzione, di questa impostura della “volontà del popolo” nazionale, cosicché dietro a queste parole altisonanti può consolidare il proprio dominio sulle classi lavoratrici e imporre loro la propria volontà di classe. Di contro il proletariato, in quanto larga maggioranza della popolazione, utilizza apertamente il potere delle proprie organizzazioni di massa, dei propri soviet, per abolire i privilegi della borghesia e garantire il passaggio alla società comunista senza classi.

Nella democrazia borghese viene data importanza alle dichiarazioni meramente formali di diritti e libertà, benché per i lavoratori, per i proletari e semiproletari privi di beni materiali, questi siano irraggiungibili, mentre la borghesia utilizza le proprie risorse materiali, la propria stampa e le proprie organizzazioni per ingannare e frodare. Di contro il sistema sovietico, questo nuovo tipo di potere statale, attribuisce la massima importanza al fatto di dare al proletariato la possibilità di rendere reali i propri diritti e le proprie libertà. Il regime sovietico dà i palazzi, le case, gli stabilimenti tipografici, le scorte migliori di carta al popolo per la sua stampa, le sue riunioni, le sue associazioni. Soltanto in questo modo è possibile avere una effettiva democrazia proletaria.

E' solo sulla carta che la democrazia borghese con il proprio sistema parlamentare dà alle masse una partecipazione nell'amministrazione dello stato. Di fatto le masse e le loro organizzazioni sono totalmente estromesse dall'effettivo potere e dall'effettiva amministrazione statale. Nel sistema sovietico l'amministrazione passa per le organizzazioni di massa, e tramite loro per le masse stesse, poiché i soviet accostano un numero sempre crescente di lavoratori all'amministrazione statale; questo é il solo modo in cui saranno gradualmente introdotti al governo dello stato tutti quanti i lavoratori. Il sistema sovietico é quindi basato sulle organizzazioni di massa del proletariato, sugli stessi soviet, sui sindacati rivoluzionari, sulle cooperative ecc.

Con la separazione tra potere legislativo e potere esecutivo, con la mancanza del diritto di revoca sui mandati parlamentari, la democrazia borghese e il sistema parlamentare allargano l'abisso tra le masse e lo stato. Il sistema sovietico, al contrario, con il proprio diritto di revoca, con la fusione di potere legislativo ed esecutivo, col carattere dei soviet in quanto comitati collegiali dei lavoratori, unisce le masse con gli organi dell'amministrazione; e allo stesso obiettivo mira il sistema elettorale sovietico, che non si basa su artificiosi collegi elettorali territoriali, ma sull'unità di produzione.

Perciò il sistema sovietico determina l'autentica democrazia proletaria, democrazia con e per il proletariato contro la borghesia. In questo sistema il proletariato industriale é privilegiato in quanto classe preminente, meglio organizzata e politicamente più matura, sotto la cui egemonia il livello dei semiproletari e dei piccoli contadini viene gradualmente elevato. Questi privilegi temporanei (lei proletariato industriale debbono venire utilizzati per liberare le masse più povere della piccola borghesia di campagna dall'influenza dei contadini ricchi e della borghesia, e per organizzarle e prepararle alla cooperazione nella edificazione del sistema comunista.

3. Esproprio della borghesia e socializzazione della produzione

In questo quadro dei rapporti di classe la dissoluzione dell'ordine capitalistico e della disciplina capitalistica della manodopera rendono impossibile ricostruire la produzione sulle antiche basi. Le lotte salariali dei lavoratori, anche quando hanno successo, non portano nelle loro condizioni di vita il miglioramento sperato, perché l'aumento dei prezzi di tutti i generi di consumo rende illusorio ogni successo. Le condizioni di vita dei lavoratori possono venir migliorate soltanto se é il proletariato, non la borghesia, a controllare la produzione. La pressione di possenti lotte salariali, condotte dai lavoratori in tutti i paesi, che ne rispecchiano con chiarezza le disperate condizioni e che tendono a generalizzarsi, rende impossibile la produzione capitalistica. Per far crescere le forze produttive, per spezzare il più in fretta possibile la resistenza della borghesia, che prolunga l'agonia mortale della vecchia società e che minaccia quindi la vita economica di rovina totale, la dittatura del proletariato deve espropriare l'alta borghesia e gli junker e rendere i mezzi di produzione e di scambio proprietà comune dello stato proletario.

Il comunismo sta ora sorgendo dalle rovine del capitalismo; la storia non offre nessun'altra via per l'umanità. Gli opportunisti che continuano utopisticamente a richiedere la ricostruzione della società capitalistica per rimandare la nazionalizzazione, non fanno che prolungare il processo di dissoluzione, che comporta il pericolo della rovina totale. La rivoluzione comunista é nel contempo il migliore e l'unico metodo con cui si può sostenere la forza produttiva più importante - il proletariato - e con essa la società stessa.

La dittatura proletaria non comporta assolutamente alcuna spartizione dei mezzi di produzione e di distribuzione. Al contrario, suo scopo é centralizzare anche di più le forze di produzione e subordinare la produzione globale ad un piano unificato.

I primi passi in direzione della nazionalizzazione dell'intera economia includeranno: la nazionalizzazione delle grosse banche, che ora controllano la produzione: la presa di possesso degli organi economici dello stato capitalista e il loro trasferimento al potere statale proletario; l'acquisizione del controllo di tutte le aziende municipali, la nazionalizzazione delle industrie organizzate in gruppi monopolistici e in trust e di quei rami dell'industria in cui la concentrazione e la centralizzazione del capitale la rendono tecnicamente possibile; la nazionalizzazione dei latifondi agricoli e la loro trasformazione in imprese agricole socialmente amministrate.

Quanto alle piccole aziende, il proletariato deve fonderle gradualmente insieme in modo adatto alle loro dimensioni.

In questo caso bisogna mettere esplicitamente in evidenza che le piccole proprietà non saranno espropriate, e che i proprietari che non utilizzano manodopera salariata non saranno sottoposti a nessuna misura coercitiva. Questa classe sociale deve essere gradualmente inserita nell'organizzazione socialista, con l'esempio, con la dimostrazione pratica dei vantaggi derivanti dal nuovo regime, un regime che libererà i piccoli contadini e la piccola borghesia urbana dalla pressione economica del capitale usuraio e degli junker, dal gravame fiscale (in particolar modo con la cancellazione del debito pubblico, ecc.).

Il compito della dittatura del proletariato in campo economico può essere portato a termine soltanto in condizioni che mettano in grado il proletariato di creare degli organi centralizzati per la gestione della produzione e di rendere effettiva l'amministrazione da parte dei lavoratori. In questo lavoro ci si servirà necessariamente di quelle organizzazioni di massa che sono più strettamente legate al processo di produzione.

Nel campo della distribuzione la dittatura del proletariato deve sostituire al commercio l'equa distribuzione dei beni; i passi in questa direzione comportano le misure seguenti: la nazionalizzazione del commercio all'ingrosso, il rilevamento da parte del proletariato di tutto il meccanismo borghese di distribuzione a livello statale e municipale, il controllo delle grandi associazioni cooperative, la cui organizzazione continuerà a giocare un ruolo economico importante nel periodo di transizione; la centralizzazione graduale di tutti questi organi e la loro trasformazione in un tutto unico che comporti una razionale distribuzione dei beni. Nella distribuzione, come nella produzione, bisogna utilizzare tutti i tecnici e gli specialisti qualificati quando se ne sia spezzata la resistenza politica e abbiano imparato ad adattarsi non al capitale, ma al nuovo sistema di produzione.

Il proletariato non li opprimerà, ma darà loro, per la prima volta, l'opportunità di sviluppare il lavoro creativo più intenso. La dittatura del proletariato sostituirà la separazione tra lavoro manuale e intellettuale, che il capitalismo incoraggiava, con la cooperazione e in questo modo unirà la scienza con il lavoro.

Oltre all'esproprio di fabbriche, miniere, poderi, ecc., il proletariato deve anche abolire lo sfruttamento della popolazione da parte dei proprietari terrieri capitalisti, consegnare gli edifici pubblici ai consigli operai locali, trasferire i lavoratori nelle case borghesi, ecc.

In questo periodo di grandi mutamenti il potere sovietico deve continuare fermamente a centralizzare l'intero meccanismo amministrativo, introducendo nello stesso tempo più vasti settori di lavoratori nell'amministrazione diretta.

4. La strada verso la vittoria

L'epoca rivoluzionaria esige che il proletariato si serva di quei metodi di lotta che ne concentrano tutta l'energia, vale a dire i metodi dell'azione di massa che conducono logicamente a scontri diretti in lotta aperta con l'apparato dello stato borghese. Tutti gli altri sistemi, come ad esempio l'uso rivoluzionario dei parlamenti borghesi, devono essere subordinati a questo scopo.

Per la riuscita di questa lotta é necessario rompere non solo con i puri e semplici lacchè del capitale e con i carnefici della rivoluzione comunista - ruolo giocato dalla destra socialdemocratica - ma anche cori il "centro" (kautskiani) che; nei momenti più critici, abbandona il proletariato per civettare con i suoi nemici dichiarati.

D'altra parte é necessario formare un blocco con quegli elementi del movimento rivoluzionario dei lavoratori che, benché non appartengano ufficialmente al partito socialista, ora aderiscono nel complesso al punto di vista della dittatura del proletariato sotto forma di potere sovietico, per esempio, certi quadri sindacali.

La crescita del movimento rivoluzionario in tutti i paesi, il pericolo che l'alleanza degli stati capitalisti soffochi questo movimento, i tentativi da parte dei partiti socialtraditori di unirsi (la formazione dell’ "internazionale gialla" a Berna) per rendere dei servizi alla cricca di Wilson, infine l'assoluta necessità di coordinare l'azione proletaria - tutto ciò deve indurre alla fondazione di un'internazionale comunista veramente rivoluzionaria, veramente proletaria.

L'Internazionale, che subordina i cosiddetti interessi nazionali agli interessi della rivoluzione internazionale, darà forma concreta al mutuo soccorso del proletariato di diversi paesi, perché senza mutuo soccorso in campo economico e in altri campi il proletariato non sarà in grado di organizzare la nuova società. D'altra parte, in contrasto con l'internazionale gialla socialpatriottica, il comunismo proletario internazionale appoggerà i popoli coloniali sfruttati nelle loro lotte contro l'imperialismo al fine di favorire la rovina definitiva del sistema imperialistico mondiale.

Allo scoppio della guerra i criminali capitalisti affermarono di limitarsi a difendere la propria patria comune. Ma con le proprie azioni sanguinose in Russia, in Ucraina, in Finlandia, l'imperialismo tedesco svelò in breve tempo la propria natura predatoria. Ora gli stati dell'Intesa vengono smascherati anche agli occhi delle classi sociali più arretrate della popolazione, e si rivelano ladri e assassini del proletariato. Insieme alla borghesia c ai socialpalrioti tedeschi, con ipocrite parole di pace sulle labbra, stanno usando le proprie

armi e le proprie truppe coloniali , barbare e abbrutite, per soffocare la rivoluzione del proletariato europeo. Il terrore bianco dei cannibali borghesi é indescrivibile. Le vittime nella classe operaia sono innumerevoli . I migliori - Liebknecht, la Luxemburg - li abbiamo perduti.

Il proletariato deve difendersi, ad ogni costo. L'Internazionale comunista chiama il proletariato di tutto il mondo a quest'ultima battaglia...

Abbasso la cospirazione imperialista del capitale! Viva la repubblica internazionale dei soviet proletari!

 


Ultima modifica 25.11.2003