Preghiere capitalistiche

Paul Lafargue (1886)


Fonte: Paul Lafargue, Il diritto all’ozio. La religione del Capitale, a cura di Lanfranco Binni, Firenze, Il Ponte Editore, 2015.

Trascritto da Leonardo Maria Battisti su licenza concessa dal Fondo Walter Binni, febbraio 2019.


I. Orazione domenicale

Capitale, padre nostro, che siete di questo mondo, Dio onnipotente che cambiate il corso dei fiumi e forate le montagne, separate i continenti e unite le nazioni, creatore delle merci e fonte di vita, che comandate i re e i sudditi, i padroni e i salariati, sia fatto il vostro regno su tutta la terra.

Dateci molti compratori per le nostre merci, quelle buone e anche quelle cattive;

Dateci dei lavoratori miserabili che accettino senza ribellarsi ogni lavoro e si accontentino del più infimo salario;

Dateci dei gonzi che credano alle nostre pubblicità; Fate che i nostri debitori paghino integralmente i loro debiti*1 e che la Banca sconti il nostro credito;

Fate che Mazas1 non si apra mai per noi e proteggeteci dal fallimento;

Accordateci rendite perpetue.

Amen.

II. Credo

Credo nel Capitale che governa la materia e lo spirito; Credo nel Profitto, suo figlio assolutamente legittimo, e nel Credito, lo Spirito Santo che procede da lui, insieme a lui adorato;

Credo nell’Oro e nell’Argento che, torturati nella Zecca, fusi nel crogiolo e coniati al bilanciere, ricompaiono nel mondo come Moneta legale e, ritenuti troppo pesanti, dopo aver circolato per tutta la terra, scendono nei sotterranei della Banca per resuscitare in forma di Carta-moneta;

Credo nella Rendita del cinque per cento, ma anche del quattro e del tre per cento, e all’autentica Quotazione dei valori;

Credo nel Grande Libro del Debito pubblico, che garantisce il Capitale dai rischi del commercio, dell’industria e dell’usura;

Credo nella Proprietà privata, frutto del lavoro altrui, e nella sua durata fino alla fine dei secoli;

Credo nella necessità della Miseria, che fornisce salariati ed è la madre del superlavoro;

Credo nell’Eternità del Salariato che libera il lavoratore dalle preoccupazioni della proprietà;

Credo nel Prolungamento della giornata di lavoro e nella Riduzione dei salari, e anche nella Falsificazione dei prodotti;

Credo nel dogma sacro «comprare a basso prezzo e vendere caro», e credo ugualmente nei principi eterni della nostra santissima Chiesa, l’Economia politica ufficiale.

Amen.

III. Saluto

(Ave Miseria)

Salve, Miseria, che schiacciate e domate il lavoratore, che dilaniate le sue viscere con i tormenti incessanti della fame, che lo condannate a vendere la sua libertà e la sua vita per un boccone di pane; che spezzate lo spirito di rivolta, che infliggete al produttore, a sua moglie e ai suoi bambini i lavori forzati dei bagni penali capitalisti, salve, Miseria, piena di grazia.

Vergine santa che generate il Profitto capitalista, temibile dea che ci consegnate la classe avvilita dei salariati, siate benedetta.

Madre tenera e feconda del Superlavoro, generatrice di rendite, vegliate su di noi e sui nostri.

Amen.

IV. Adorazione dell’oro

Oro, merce miracolosa, che porti in te tutte le altre merci;

Oro, merce primigenia, in cui si converte ogni merce;

Dio, misura di ogni cosa;

Tu, la piú perfetta, la piú ideale materializzazione del Dio Capitale,

Tu, il piú nobile, il piú magnifico elemento della natura,

Tu che non conosci muffa né punteruoli, né ruggine;

Oro, merce inalterabile, fiore fiammeggiante, raggio radioso, sole splendente; metallo sempre vergine che, strappato dalle viscere della terra, la madre antica delle cose, torni a nasconderti, lontano dalla luce, nelle casseforti degli usurai e nei sotterranei della Banca e che, dal fondo dei nascondigli dove ti accumuli, trasmetti alla carta vile e miserabile la tua forza che essa moltiplica senza sosta;

Oro inerte, che muovi l’universo, davanti alla tua fulgida maestà i secoli viventi si inginocchiano e ti adorano umilmente;

Concedi la tua grazia divina ai fedeli che ti implorano e che, per possederti, sacrificano l’onore e la virtù, la stima degli uomini e l’amore della donna del loro cuore e dei figli della loro carne, e sfidano il disprezzo per se stessi.

Oro, padrone supremo, sempre invincibile, eterno vittorioso, ascolta le nostre preghiere;

Costruttore di città e distruttore di imperi;

Stella polare della morale;

Tu, che pesi le coscienze;

Tu, che detti la legge alle nazioni e pieghi sotto il tuo giogo i papi e gli imperatori, ascolta le nostre preghiere;

Tu, che insegni allo scienziato a falsificare la scienza, che persuadi la madre a vendere la verginità della figlia e costringi l’uomo libero ad accettare la schiavitú della fabbrica, ascolta le nostre preghiere;

Tu, che compri le sentenze del giudice e i voti del deputato, ascolta le nostre preghiere;

Tu, che produci fiori e frutti sconosciuti alla natura;

Che semini i vizi e le virtú;

Che generi le arti e il lusso, ascolta le nostre preghiere;

Tu, che prolunghi gli anni inutili dell’ozioso e accorci i giorni del lavoratore, ascolta le nostre preghiere;

Tu, che sorridi al capitalista nella sua culla e colpisci il proletario nel ventre della madre, ascolta le nostre preghiere;

Oro, viaggiatore instancabile, che ti diletti in raggiri e imbrogli, esaudisci i nostri voti;

Interprete di ogni lingua,

Abile intermediario,

Seduttore irresistibile,

Misura degli uomini e delle cose, esaudisci i nostri voti;

Messaggero di pace e fomentatore di discordie;

Dispensatore di svaghi e di superlavoro;

Ausiliario della virtú e della corruzione, esaudisci i nostri voti;

Dio della persuasione che fai udire i sordi e sciogli la lingua ai muti, esaudisci i nostri voti;

Oro maledetto e invocato da innumerevoli preghiere, venerato dai capitalisti e amato dalle cortigiane, esaudisci i nostri voti;

Dispensatore dei beni e dei mali;

Sciagura e gioia degli uomini;

Guarigione dei malati e balsamo dei dolori, esaudisci i nostri voti;

Tu, che streghi il mondo e corrompi la ragione umana;

Tu, che abbellisci le brutture e rimedi alle sciagure;

Pacificatore universale, che rendi onorevoli la vergogna e il disonore, e rispettabili il furto e la prostituzione, esaudisci i nostri voti;

Tu, che premi la viltà con le glorie dovute al coraggio; Che accordi alla bruttezza gli omaggi dovuti alla bellezza;

Che doni alla vecchiaia decrepita amori dovuti alla giovinezza;

Mago malefico, esaudisci i nostri voti;

Demone che scatena l’assassinio e infonde la follia, esaudisci i nostri voti;

Fiamma che illumina le strade della vita;

Guida e protettore e salvezza dei capitalisti, esaudisci i nostri voti.

Oro, re di gloria, sole di Giustizia;

Oro, forza e gioia della vita. Oro, illustre, vieni a noi;

Oro, amabile per il capitalista, temibile per il produttore, vieni a noi;

Specchio dei godimenti;

Tu, che doni all’ozioso i frutti del lavoro, vieni a noi;

Tu, che riempi le cantine e i granai di chi non vanga e non pota le vigne, non ara e non miete, vieni a noi;

Tu, che nutri di carne e di pesci chi non porta al pascolo gli armenti né sfida le tempeste in mare, vieni a noi;

Tu, la forza e la scienza, e l’intelligenza del capitalista, vieni a noi;

Tu, la virtù e la gloria, la bellezza e l’onore del capitalista, vieni a noi;

Oh! vieni a noi, Oro seducente, speranza suprema, inizio e fine di ogni azione, di ogni pensiero, di ogni sentimento capitalista.

Amen.


Note

*1. Il Pater noster dei cristiani, scritto da mendicanti e vagabondi per poveri diavoli schiacciati dai debiti, chiedeva a Dio la remissione dei debiti: dimite nobis debita nostra, dice il testo latino. Ma quando dei proprietari e degli usurai si convertirono al cristianesimo, i padri della Chiesa tradirono il testo primitivo e tradussero impudentemente debita con peccati. Tertulliano, dottore della Chiesa e ricco proprietario, che sicuramente avanzava crediti da una folla di persone, scrisse una dissertazione sull’Orazione domenicale sostenendo che bisognava intendere la parola debiti nel senso di peccati, gli unici debiti che i cristiani assolvono. La religione del Capitale, piú avanzata della religione cattolica, doveva reclamare l’integrale pagamento dei debiti, essendo il credito l’anima delle transazioni capitaliste [N.d.A.].

1. Carcere parigino.



Ultima modifica 2019.01.14