Voltaire

Dizionario Filosofico

 

N-O

 

 

 

 

NECESSARIO

 

OSMIN: Voi affermate che tutto è necessario, vero?

SELIM: Se tutto non fosse tale, ne seguirebbe che Dio avrebbe fatto delle cose inutili.

OSMIN: Vale a dire che era necessario alla natura divina fare tutto quel che ha fatto?

SELIM: Credo di sì, o almeno lo suppongo. C'è gente che la pensa in altro modo; non la capisco, forse ha ragione. Temo le dispute su questo problema.

OSMIN: Vorrei parlarvi anche di un altro genere di necessità.

SELIM: Di quale? Di quel che è necessario a un onest'uomo per vivere? Di quel che si patisce quando ci manca il necessario?

OSMIN: No, perché ciò che è necessario a uno non è sempre tale a un altro: è necessario a un indiano avere del riso, a un inglese avere della carne; a un russo occorre una pelliccia, e a un africano una stoffa di velo. Uno crede che dodici cavalli da carrozza gli siano necessari, un altro si limita a un paio di scarpe, un altro ancora cammina allegramente a piedi nudi: io invece voglio parlarvi di quel che è necessario a tutti gli uomini.

SELIM: A me sembra che Dio abbia dato tutto quel che è necessario alla nostra specie: occhi per vedere, piedi per camminare, una bocca per mangiare, un esofago per trangugiare, uno stomaco per digerire, un cervello per ragionare, degli organi per riprodurci.

OSMIN: E come accade che certi uomini nascano privi di una parte di queste cose necessarie?

SELIM: Perché le leggi generali della natura hanno provocato incidenti che han fatto nascere dei mostri; ma, in genere, l'uomo è provvisto di tutto quel che gli occorre per vivere in società.

OSMIN: Esistono nozioni comuni a tutti gli uomini, che servano a farli vivere in società?

SELIM: Sì. Ho viaggiato con Paul Lucas, e, dappertutto dove son passato, ho visto che si rispettavano il padre e la madre, che ci si riteneva obbligati a mantenere le proprie promesse, si aveva pietà per gli innocenti oppressi, si odiava la persecuzione, si considerava come un diritto naturale la libertà di pensare, e i nemici di questa libertà come nemici del genere umano; e quelli che la pensavano diversamente mi sono sembrate creature male inserite, mostri come coloro che sono nati senza occhi e senza mani.

OSMIN: Queste cose necessarie sono tali in tutti i tempi e in tutti i luoghi?

SELIM: Sì. Altrimenti non sarebbero necessarie alla specie umana.

OSMIN: E dunque una credenza nuova non era necessaria alla nostra specie. Gli uomini potevano vivere benissimo in società e adempiere i loro doveri verso Dio, anche prima di credere che Maometto abbia avuto frequenti colloqui con l'angelo Gabriele.

SELIM: Niente di più evidente: è ridicolo pensare che non sarebbe stato possibile adempiere i propri doveri d'uomo prima che Maometto fosse venuto al mondo; non era affatto necessario alla specie umana credere nel Corano; prima di Maometto, il mondo andava avanti come va oggi. Se il maomettanesimo fosse stato necessario al mondo, sarebbe esistito fin dal principio del mondo, sarebbe esistito in ogni luogo. Dio, che ha dato a tutti noi gli occhi per vedere il sole, ci avrebbe dato anche un'intelligenza per scorgere la verità della religione musulmana. Questa setta è, dunque, come le leggi positive, che cambiano a seconda dei tempi e dei luoghi; come le mode, come le opinioni dei fisici che si susseguono le une alle altre.

Perciò la setta musulmana non poteva essere essenzialmente necessaria all'uomo.

OSMIN: Ma, dato che esiste, Dio l'ha permessa?

SELIM: Sì, come ha permesso che il mondo sia pieno di sciocchezze, di errori e di calamità. Non voglio dire che gli uomini siano essenzialmente fatti per essere tutti sciocchi e infelici. Dio permette che alcuni uomini siano mangiati dai serpenti; ma non perciò si può dire: «Dio ha fatto l'uomo perché sia mangiato dai serpenti».

OSMIN: Che cosa intendete per «Dio permette»? Senza i suoi ordini può forse accadere qualcosa? Permettere, volere e fare non sono per lui la stessa cosa?

SELIM: Egli permette il delitto, ma non lo commette.

OSMIN: Commettere un delitto è agire contro la giustizia divina, disobbedire a Dio. Ora Dio non può disobbedire a se stesso, non può commettere delitti; eppure l'uomo, così come l'ha fatto, ne commette molti: per quale ragione?

SELIM: C'è gente che lo sa, io no. Tutto quel che so è che il Corano è ridicolo, sebbene qua e là vi si trovino cose abbastanza buone. Certo, il Corano non era necessario all'uomo. Io mi attengo a questo; vedo chiaramente quel che è falso e conosco pochissimo quel che è vero.

OSMIN: Credevo che m'istruiste, e non mi insegnate niente.

SELIM: E vi par poco conoscere la gente che vi inganna e gli errori grossolani e pericolosi in cui vi intrappola?

OSMIN: Mi lamenterei di un medico che mi facesse l'elenco delle piante nocive, e poi non me ne mostrasse nemmeno una salutare.

SELIM: Io non sono medico, e voi non siete malato. Ma mi sembra che vi darei un'ottima ricetta se vi dicessi: «Diffidate di tutte le invenzioni dei ciarlatani, adorate Dio, siate un uomo onesto, e credete che due più due fanno quattro.»

 

ORGOGLIO

 

Cicerone, in una delle sue lettere, scrive in tono familiare a un amico: «Mandami a dire a chi vuoi ch'io faccia assegnare le Gallie.» In un'altra, si lamenta d'essere stufo delle tante lettere di non so quali principi che lo ringraziano di aver fatto innalzare le loro province alla dignità dei regni; e aggiunge che non sa nemmeno in che paese si trovino questi regni.

Può darsi che Cicerone, il quale d'altronde aveva visto spesso il popolo romano, il popolo-re, acclamarlo e obbedirgli, e che veniva ringraziato da re che non conosceva, abbia provato qualche moto d'orgoglio e di vanità.

Sebbene questi sentimenti non convengano affatto a un così meschino animale qual è l'uomo, tuttavia potremmo perdonarli a un Cicerone, a un Cesare, a uno Scipione; ma che nel fondo di una delle nostre province semibarbare, un uomo che abbia comprato una modesta carica e fatto stampare versi mediocri, reputi di sentirsene orgoglioso, è cosa da far ridere parecchio.


Ultima modifica 12.01.2009