Terrorismo e gli omicidi di Rasputin e Nicola II

Trotsky (14 novembre 1938)

 


Tradotto, dalla versione in inglese presente sul MIA, e trascritto da Mishù, Gennaio 2001

 

Voi chiedete che ruolo io abbia giocato nell'assassinio di Rasputin e nell'esecuzione di Nicola II. Dubito che questa domanda, che appartiene già alla storia, possa interessare ai giornali; essa riguarda periodi da lungo tempo andati. Per quanto riguarda l'assassinio di Rasputin, io non ne ho avuto assolutamente nulla a che vedere. Rasputin fu ucciso il 30 dicembre 1916. In quel momento io ero a bordo della nave che stava trasportando me e mia moglie dalla Spagna agli Stati Uniti. Già solo questa separazione geografica prova che io non ho avuto mano in questa faccenda.

Ma esistono anche serie ragioni politiche. I marxisti russi non avevano nulla in comune col terrorismo individuale; essi erano gli organizzatori del movimento rivoluzionario di massa. Di fatto, l'assassinio di Rasputin fu compiuto da elementi attorno alla corte imperiale. Tra i diretti partecipanti dell'assassinio sono inclusi deputati della Duma, il monarchico ultrareazionario Purishkevich, il principe Yusupov, che aveva legami con la famiglia dello zar, ed altri personaggi del genere; pare che anche uno dei Grandi Duchi, Dimitri Paviovich, prese parte direttamente all'assassinio.

L'obiettivo dei cospiratori era quello di salvare la monarchia, sbarazzandola da un "cattivo consigliere". Il nostro obiettivo era quello di eliminare la monarchia con tutti i suoi consiglieri. Non abbiamo mai occupato il nostro tempo con le avventure degli omicidi individuali, ma piuttosto con il compito di preparare la rivoluzione. Come è ben noto, l'assassinio di Rasputin non ha salvato la monarchia; la rivoluzione lo ha seguito già due mesi più tardi.

L'esecuzione dello zar fu una questione completamente differente. Nicola II era già stato arrestato dal Governo Provvisorio; egli fu dapprima tenuto a Pietrogrado, e poi spedito a Tobolsk. Ma Tobolsk è una piccola città senza fabbriche né proletari, e non rappresentava una residenza sufficientemente sicura per lo zar; ci si sarebbe potuti attendere dai controrivoluzionari un tentativo di liberarlo per metterlo alla testa delle Guardie Bianche. Le autorità sovietiche lo hanno così trasportato da Toblosk a Ekaterinburg (negli Urali), un importante centro industriale. Là era possibile star certi che lo zar sarebbe stato sufficientemente sorvegliato.

La famiglia imperiale viveva in un'abitazione privata e godeva di alcune libertà. Ci fu la proposta di organizzare un pubblico processo per lo zar e per la zarina, ma essa non venne mai messa in atto. Nel frattempo lo sviluppo della guerra civile decise differentemente.

Le Guardie Bianche circondarono Ekaterinburg e da un momento all'altro avrebbero potuto scendere in città. Il loro obiettivo principale era quello di liberare la famiglia imperiale. Sotto tali condizioni, il Soviet locale decise di giustiziare lo zar e la sua famiglia.

In quel momento io mi trovavo in un'altra parte del fronte e, per quanto possa apparire strano, non ho saputo nulla dell'esecuzione per più di una settimana, se non forse per un tempo ancora maggiore. Nella turbolenza degli eventi, il fatto dell'esecuzione non mi fece una grossa impressione. Non mi sono mai interessato di scoprire "come" essa fosse avvenuta. Devo aggiungere che uno speciale interesse negli affari dei regnanti o degli ex-regnanti contiene una certa misura di istinti servili. Durante la guerra civile, che fu provocata unicamente dai capitalisti russi e dai proprietari terrieri, in collaborazione con l'imperialismo straniero, sono morte centinaia di migliaia di persone. Se tra esse si possono contare i membri della dinastia dei Romanov, era impossibile non considerare queste morti come un pagamento parziale per tutti i crimini commessi dalla monarchia zarista. Il popolo messicano, che ha a che fare così duramente con lo stato imperiale di Massimiliano [1], ha una tradizione a tal proposito che non lascia certo a desiderare.

 

Note

1. Massimiliano Ferdinando Giuseppe d'Asburgo, arciduca d'Austria e imperatore del Messico (1832-1867).

 


Ultima modifica 23.12.2003