Per la Critica dell'Economia Politica

Lettere

 

Indice

Marx a Lassalle - 22 febbraio 1858

Marx a Engels - 2 aprile 1858

Marx a Lassalle - 12 novembre 1858

Marx a Engels - circa 13 gennaio 1859

Marx a Engels - 21 gennaio (1859)

Marx a Weydemeyer - 1 febbraio 1859

 


 

Marx a Lassalle

 

 

22 febbraio 1858

Caro Lassalle,

[...] Voglio dirti a che punto sta il lavoro economico. Da qualche mese ho messo mano in fact all'elaborazione finale. La faccenda procede però con molta lentezza, perchè argomenti ai quali da molti anni ci si è dedicati, facendone l'oggetto principale dei propri studi, mostrano sempre nuovi aspetti e suscitano nuovi dubbi, non appena si tratta di trarne le conclusioni definitive. Per di più non sono padrone del mio tempo, ma rather [*1] ne sono il servo. Per me stesso mi rimane solo la notte, e attacchi e ricadute di una malattia del fegato disturbano molto spesso anche questo lavoro notturno. Date queste circostanze la cosa più comoda per me sarebbe di poter pubblicare in fascicoli sciolti tutto il lavoro. Ciò presenterebbe forse anche il vantaggio che sarebbe più facile trovare un editore, poichè si investirebbe nell'impresa poco capitale d'esercizio. Of course [*2] ti sarò molto obbligato se cercherai di scovare a Berlino uno che si assuma l'impresa. Per "fascicoli" intendo qualcosa del genere di quelli in cui è stata pubblicata a puntate l'Estetica di Vischer.

Il lavoro di cui si tratta per ora è la critica delle categorie economiche o if you like [*3] il sistema dell'economia borghese esposto criticamente. E' in pari tempo esposizione del sistema e critica dello stesso per mezzo dell'esposizione. Non so assolutamente quanti fogli di stampa richiederà il tutto. Se avessi tempo, tranquillità e mezzi per elaborare il tutto prima di consegnarlo al pubblico, lo condenserei fortemente, poichè ho sempre amato il metodo della condensazione. Ma stampata così - forse a vantaggio della comprensione del pubblico, ma certo a scapito della forma - in dispense, la cosa necessariamente prenderà un pò più spazio. Nota bene: Quando sai se la cosa si può fare o no a Berlino, abbi la bontà di scrivermi, perchè se là non è possibile, farò un tentativo ad Amburgo. Un altro punto è che devo essere pagato dall'editore che intraprende la cosa, necessità questa che può far fallire la faccenda a Berlino.

L'esposizione, mi riferisco alla maniera, è puramente scientifica, quindi non contraria alle leggi nel senso comune del termine. Il tutto si divide in 6 libri. 1) Del capitale (contiene alcuni capitoli preliminari). 2) Della proprietà fondiaria. 3) Del salario. 4) Dello Stato. 5) Commercio internazionale. 6) Mercato mondiale. Non posso fare a meno, naturalmente, di occuparmi di quando in quando criticamente di altri economisti, particolarmene polemizzo con Ricardo, quando anch'egli, qua [*4] borghese, è costretto a commettere degli errori, anche dal punto di vista strettamente economico. Nell'insieme, però, la critica e la storia dell'economia politica e del socialismo dovrebbe formare oggetto di un altro lavoro. Infine, il breve schizzo storico dello sviluppo delle categorie e dei rapporti economici dovrebbe essere un terzo. After all [*5] ho il presentimento che ora, nel momento in cui, dopo 15 anni di studi, sono al punto di poter mettere mano alla faccenda, i tempestosi movimenti esterni probabilmente si metteranno a interfere. Never mind [*6]. Se arrivo in ritardo per trovare il mondo ancora attento a simili cose, il difetto è evidente my own [*7].

Il tuo K. M.  

 

 


 

Marx a Engels

 

 

2 aprile 1858

Caro Frederick,

Io soffro talmente della mia bile che per questa settimana non posso né pensare, né leggere, né scrivere, né fare qualsiasi cosa, save [*8] gli articles per la Tribune. Questi, naturalmente, non li debbo saltare, perchè sono costretto a trarre cambiali su quei porci appena possibile. Ma la malattia è un guaio, perchè non posso cominciare a sistemare il lavoro per Duncker finchè non starò bene e non sentirò di nuovo vigour e grasp [*9] nelle dita.

Quanto segue è short outline of the first part [*10]. Tutta questa merda sarà distribuita in sei libri: 1) Del capitale. 2) Proprietà fondiaria. 3) Lavoro salariato. 4) Stato. 5) Commercio internazionale. 6) Commercio mondiale.

I. Capitale si divide in quattro sezioni: a) Capitale en général (Questa è la materia del primo fascicolo). b) La concorrenza, ossia l'azione reciproca dei molti capitali. c) Credito, dove di fronte ai singoli capitali, il capitale figura come elemento universale. d) Il capitale azionario, come la forma più perfetta (che trapassa nel comunismo), insieme a tutte le sue contraddizioni. Il passaggio dal capitale alla proprietà fondiaria è nello stesso tempo storico, perchè la forma moderna della proprietà fondiaria è un prodotto dell'effetto del capitale sulla proprietà feudale e fondiaria. Ugualmente il passaggio dalla proprietà fondiaria al lavoro salariato è non soltanto dialettico, ma storico, perchè l'ultimo prodotto della proprietà fondiaria moderna è il costituirsi ovunque del lavoro salariato, che appare quindi come la base di tutta questa merda. Well (it is difficult for me today to write) [*11] veniamo ora al corpus delicti.

I. Capitale. Prima parte. Il capitale in generale. (In tutta questa parte si presuppone che il salario sia sempre pari al suo minimo. Le oscillazioni del salario stesso e il cadere o il salire del minimo rientrano nello studio del lavoro salariato. Inoltre, la proprietà fondiaria viene posta = 0, cioè la proprietà fondiaria come particolare rapporto economico non entra ancora in causa qui. Soltanto con questo procedimento è possibile non parlare sempre di tutto per ogni singolo argomento.)

 

1. Valore.

Considerato puramente come quantità di lavoro; tempo come misura del lavoro. Il valore d'uso - considerato sia soggettivamente, come usefulness [*12] del lavoro, che obiettivamente come utility [*13] del prodotto - appare qui semplicemente come premessa materiale del valore, che per il momento resta completamente estranea alla determinazione economica della forma. Il valore come tale non ha altra "materia" che il lavoro stesso. Questa determinazione del valore accennata dapprima in Petty, elaborata in tutta la sua purezza da Ricardo, non è altro che la forma più astratta della ricchezza borghese. Già in sé essa presuppone: 1) l'eliminazione del comunismo naturale (Indie ecc.), 2) di tutti i modi preborghesi non sviluppati di produzione, nei quali lo scambio non la domina in tutta la sua estensione. Per quanto astrazione, è una astrazione storica, che appunto poteva esser fatta soltanto sulla base di un determinato sviluppo economico della società. Tutte le obiezioni contro questa definizione del valore derivano da rapporti di produzione meno sviluppati, o si fondano sulla confusione per cui le determinazioni economiche più concrete - di cui si astrae il valore, e che perciò possono anche essere considerate d'altra parte come ulteriore suo sviluppo - si fanno valere contro di esso in questa sua forma astratta non sviluppata. Data la mancanza di chiarezza degli stessi signori economisti, sul come questa astrazione si comporti nei confronti di forme ulteriori più concrete della ricchezza borghese, queste obiezioni erano plus ou moins giustificate.

Dalla contraddizione tra caratteri generali del valore e la sua esistenza materiale in una merce determinata, ecc. - questi caratteri generali sono gli stessi che più tardi appaiono nel denaro - risulta la categoria denaro.

 

2. Denaro.

Cenni sui metalli nobili come portatori della funzione del denaro.

a) Il denaro come misura.
Qualche osservazione marginale sulla misura ideale in Steuart, Attwood, Urquhart; in forma più comprensibile nei teorici del denaro-lavoro (Gray, Bray, ecc. Qualche botta ai proudhonisti, all'occasione). Il valore delle merci tradotto in denaro è il loro prezzo, che per il momento appare ancora in questa sua differenza soltanto formale col valore. Secondo la legge generale del valore, una determinata quantità di valore esprime soltanto una determinata quantità di lavoro materializzato. Fin dove è misura il denaro, la variabilità del suo stesso valore non conta.

b) Il denaro come mezzo di scambio o la circolazione semplice.
Qui c'è da considerare soltanto la forma semplice di questa circolazione stessa. Tutte le circostanze che la determinano ulteriormente stanno al di fuori di essa, perciò entrano in questione soltanto in seguito. (Presuppongono rapporti più sviluppati.) Se noi chiamiamo M le merci e D il denaro, la circolazione semplice mostra i due movimenti circolari, o cicli: M - D - D - M e D - M - M - D ( quest'ultimo costituisce il trapasso alla c), ma punto di partenza e punto di ritorno non coincidono affatto, o solo per caso. La maggior parte delle cosiddette leggi stabilite dagli economisti considera la circolazione del denaro non all'interno dei suoi propri confini, ma come sussunta e determinata da movimenti superiori. Tutto ciò è da scartarsi. (Appartiene in parte alla teoria del credito; in parte però anche da considerarsi in altri momenti in cui torna ad apparire il denaro, ma ulteriormente determinato.) Qui dunque il denaro come mezzo di circolazione (moneta). Ma nello stesso tempo anche come realizzazione (non semplicemente transitoria) del prezzo. Dalla semplice constatazione che la merce, posta come prezzo, è già scambiata idealmente col denaro, prima di essere scambiata realmente con esso, risulta automaticamente l'importante legge economica che la massa del mezzo circolante è determinata dai prezzi, e non al contrario. (Qui qualche osservazione storica sulla polemica relativa a questo punto.) Inoltre ne consegue che la velocità può sostituire la massa, ma che una massa determinata è necessaria per gli atti di scambio contemporanei, fin dove questi stessi non stiano in rapporto fra di loro come + e -, compensazione e considerazione che tuttavia in questo punto son da toccarsi soltanto a mo' di anticipazione. Qui non passo all'ulteriore sviluppo di questa parte. Osservo soltanto ancora che il divergere di M - D e D - M è la forma più astratta e superficiale in cui si esprime la possibilità delle crisi. Dallo sviluppo della legge sulla determinazione della massa circolante ad opera dei prezzi, ne consegue che qui son state fatte delle ipotesi che non si verificano affatto per tutte le situazioni sociali; quindi l'ingenuità, p. es., di accostare tout bonnement l'afflusso di oro dall'Asia a Roma e il suo effetto sui prezzi di lì, alle condizioni commerciali moderne. Le più astratte determinazioni esaminate attentamente, sempre rimandando ad un'ulteriore base storica concreta e determinata (Of course, perchè esse ne sono astratte in questa loro determinatezza).

c) Il denaro come denaro.
Questo è lo sviluppo della forma D - M - M - D. Il denaro in quanto esistenza del valore indipendentemente dalla circolazione; esistenza materiale della ricchezza astratta. Si presenta già nella circolazione, in quanto appare non solo come mezzo di circolazione, ma come realizzatore del prezzo. In questa proprietà c, nella quale a e b appaiono soltanto come funzioni, il denaro è merce generale dei contratti (qui la variabilità del suo valore, valore determinato dal tempo di lavoro, diviene importante), oggetto dello hoarding [*14] (Questa funzione appare importante in Asia ancora adesso, e nel mondo antico e nel Medioevo generally. Ora esiste solo subordinatamente nel sistema bancario. Nei periodi di crisi, importanza del denaro da capo in questa forma. Il denaro considerato in questa forma con le delusions storiche che produce, ecc. Proprietà negative, ecc.). Come realizzazione di tutte le forme superiori in cui si manifesterà il valore; forme definitive in cui tutti i rapporti di valore si definiscono esteriormente. Ma il denaro fissato in questa forma, che scompare nel portatore materiale del denaro, l'oro e l'argento, cessa di essere un rapporto economico. D'altra parte, in quanto esso entra nella circolazione e si scambia di nuovo M, il processo finale, il consumo delle merci, resta di nuovo al di fuori del rapporto economico. La semplice circolazione del denaro non ha in sé il principio della autoriproduzione e perciò accenna al di là di se stessa. Nel denaro - come lo dimostra lo sviluppo delle sue determinazioni - posto il postulato del valore che entra nella circolazione e che vi si conserva ponendo nello stesso tempo essa stessa - c'è il capitale. Questo trapasso è nello stesso tempo storico. La forma antidiluviana del capitale è il capitale mercantile, che sviluppa sempre denaro. Nello stesso tempo nascita del vero e proprio capitale dal denaro o dal capitale mercantile che si impadronisce della produzione.d) Questa circolazione semplice considerata in sé - ed essa è la superficie della società borghese, nella quale le operazioni più profonde da cui essa risulta sono scomparse - non mostra tra i soggetti dello scambio alcuna differenza se non formale e transitoria. Questo è il regno della libertà, dell'uguaglianza e della proprietà fondata sul "lavoro". L'accumulazione, come appare qui nella forma dello hoarding, non è allora altro che maggiore parsimonia, ecc. Ora abbiamo da una parte l'insulsaggine degli economisti dell'armonia, dei moderni freetraders (Bastiat, Carey, ecc.), di opporre a rapporti di produzione più sviluppati e ai loro antagonismi questo fatto superficialissimo e astrattissimo, come se fosse la loro verità. Insulsaggine dei proudhonisti e di simili socialisti, che contrappongono le idee di uguaglianza, ecc. corrispondenti a questo scambio di equivalenti (o presunti as such [*15]) alle disuguaglianze, ecc. in cui questo scambio ritorna e da cui proviene. Come legge dell'appropriazione, in questa sfera, l'appropriazione per opera del lavoro appare come uno scambio di equivalenti, di modo che lo scambio non fa che restituire lo stesso valore sotto altra materia. Insomma, qui è tutto "bello", ma presto andrà a finire male, e per l'appunto in conseguenza della legge dell'equivalenza. Infatti ora arriviamo a

 

3. Il capitale.

Questa è propriamente la parte importante di questo primo fascicolo, su cui soprattutto bisogna che io abbia il tuo parere. Ma oggi non posso seguitare a scrivere. Questo schifo di bile mi rende difficile tenere la penna, e a forza di stare a capo chino sul foglio mi vengono le vertigini. Sicchè for next time [*16].

Salut.

Tuo K. M.

 


 

Marx a Lassalle

 

 

12 novembre 1858

Caro Lassalle,

[...] Per quanto riguarda il ritardato invio del manoscritto, prima fu la malattia ad impedirmelo e poi dovetti, per guadagnare qualcosa, fare altri lavori che erano rimasti arretrati. Ma il vero motivo è il seguente: la materia ce l'avevo pronta; si trattava ormai solo della forma. Ma in tutto quello che scrivevo sentivo nello stile l'influenza del mal di fegato. Ed io ho un duplice motivo per non permettere a questo scritto di lasciarsi rovinare per cause sanitarie:

1. Esso è il risultato di ricerche durate 15 anni, cioè del migliore periodo della mia vita.

2. Esso propugna per la prima volta in modo scientifico una importante concezione dei rapporti sociali. Ho quindi il dovere verso il partito di impedire che la cosa venga deturpata da una maniera di scrivere ottusa e legnosa quale è propria di chi ha il fegato malato.

Non aspiro a una forma elegante, ma cerco solo di scrivere nel mio modo abituale, il che in questi mesi di sofferenza su questo tema almeno mi è stato impossibile, sebbene in questo periodo abbia dovuto scrivere ed abbia quindi scritto editoriali inglesi de omnibus rebus et quibusdam aliis [*17] che potrebbero riempire almeno 2 volumi a stampa. Se qualcuno, anche meno accorto di te, spiegherà al signor Duncker come stanno le cose, egli, ritengo, non potrà che approvare il mio modo di procedere, che nei riguardi di lui come editore si riduce semplicemente al fatto che io cerco di fornirgli per il suo denaro la merce migliore.

Finirò tra quattro settimane circa, dato che in fondo ho incominciato a scrivere [...].

Salve

Tuo K. M.  

 

 


 

Marx a Engels

 

 

[Circa il 13 gennaio 1859]

Caro Engels,

Sarebbe importante per me che tu mi potessi fornire un articolo per martedì, ed allora mi riserverei il venerdì seguente, perchè desidererei riuscire a mandare il mio manoscritto a Duncker per mercoledì, cosa impossibile se non posso disporre del martedì.

Il manoscritto è di about 12 fogli di stampa (3 fascicoli), e - non svenire - sebbene il suo titolo sia: Il capitale in generale, questi fascicoli non contengono ancora nulla sul capitale, ma soltanto due capitoli: 1) La merce, 2) Il denaro o la circolazione semplice. Vedi dunque che la parte stesa dettagliatamente (a maggio, quando venni da te) non compare ancora per niente. Ciò è un bene per due riguardi. Se la cosa va, può seguire presto il terzo capitolo sul capitale. In secondo luogo, siccome per la parte pubblicata, e data la natura stessa del soggetto, i porci non potranno ridurre la loro critica a semplici improperi di tendenza, e siccome l'insieme ha un'aria exceedingly seria e scientifica, costringo quelle canaglie a prendere poi rather seriously le mie idee sul capitale. Del resto penso che, a prescindere da tutti gli obiettivi pratici, il capitolo sul denaro sarà interessante per i competenti...

Tuo K. M.  

 

 


 

Marx a Engels

 

 

21 gennaio [1859]

Caro Engels,

Quel povero manoscritto è finito, ma non posso spedirlo perchè non ho un farthing per affrancarlo e assicurarlo. Quest'ultima cosa è necessaria perchè non ne ho copia. Perciò sono costretto a pregarti di mandarmi un pò di denaro per lunedì (post office a Tottenham Court Road corner). Se puoi mandarmi 2 sterline, sarebbero le benvenute, perchè ho rinviato a lunedi certe richieste di piccoli commercianti, che non posso assolutamente rimandar oltre. Capirai che non è affatto piacevole per me piombarti di nuovo tra capo e collo, ora che tu hai pagato o devi pagare la cambiale a F[reiligrath].

But iron necessity [*18]. La settimana prossima vedrò - perchè mi concedo otto giorni di ferie quoad [*19] continuazione del manoscritto - se mi riesce in qualche modo di fare un buon colpo finanziario. Non credo che nessuno mai abbia scritto su "il denaro" con una tale mancanza di denaro. La maggior parte degli autores di questo subject erano in pace assoluta col subject of their researches [*20].

Se a Berlino la cosa avrà successo, è possibile che io esca da tutte queste miserie. Ne è proprio high time [*21].

Tuo K. M.

 

 


 

Marx a Weydemeyer

 

 

1 febbraio 1859

Caro Weiwi,

[...] E ora passiamo all'argomento principale. La mia Critica dell'economia politica uscirà a fascicoli (il primo fascicolo tra 10 giorni da oggi) presso Franz Duncker, a Berlino (Bessersche Verlagsbuchandlung). Solo lo straordinario zelo e la forza persuasiva di Lassalle hanno potuto indurre Duncker a questo passo. Si è però riservato una scappatoia. Il contratto definitivo dipende dalla vendita del primo fascicolo.

Suddivido tutta l'economia politica in 6 libri: capitale, proprietà fondiaria, lavoro salariato, Stato, commercio estero, mercato mondiale.

Il libro I sul capitale è composto di 4 sezioni.

Sezione I: Il capitale in generale si divide in tre capitoli: 1) La merce; 2) Il lavoro o la circolazione semplice; 3) Il capitale, 1) e 2) about 10 fogli, costituiscono il contenuto dei primi fascicoli che usciranno. Tu comprendi i motivi politici che mi hanno indotto a indugiare col 3º capitolo del Capitale, fino a quando non avrò di nuovo rafforzato la mia posizione.

Il contenuto dei fascicoli che stanno per uscire è il seguente:

Primo fascicolo: La merce.

A. Cenni storici sull'analisi della merce. William Petty (inglese dei tempi di Carlo II); Boisguillebert (Luigi XIV); B. Franklin (primo scritto giovanile 1719); i fisiocratici, Sir James Steuart; Adam Smith, Ricardo e Sismondi.Secondo capitolo: Il denaro ossia la circolazione semplice.

 

1. Misura dei valori.

B. Teorie sull'unità di misura del denaro (Fine del XVI secolo, Locke e Lowndes; il vescovo Berkeley (1750). Sir James Steuart; i lord Castlereagh, Thomas Attwood, John Gray, proudhoniani).

 

2. Mezzi di circolazione.

a) La metamorfosi delle merci.

b) La circolazione del denaro.

c) Moneta. Segno di valore.

 

3. Denaro.

a) Tesaurizzazione.

b) Mezzo di pagamento.

c) Moneta mondiale (money of the world).

 

4. I metalli nobili.

 

5. Teorie su mezzo di circolazione e denaro (Sistema monetario: Spectator, Montesquieu, David Hume, Sir James Steuart, A. Smith, J. B. Say, bullion committee, Ricardo, James Mill, lord Overstone e scuola, Thomas Tooke, James Wilson, John Fullarton).

In questi due capitoli viene contemporaneamente scalzato dalle fondamenta il socialismo proudhoniano, ora fashionable [*22] in Francia, il quale vuole conservare la produzione privata, ma vuole organizzare lo scambio dei prodotti privati, vuole la merce, ma non il denaro. Il comunismo deve, prima di ogni altra cosa, sbarazzarsi di questo "falso fratello". Ma, a prescindere da ogni fine polemico, tu sai che l'analisi delle forme semplici del denaro è la parte più difficile, perchè più astratta, dell'economia politica.

Spero di conquistare al nostro partito una vittoria scientifica. Ma esso da parte sua deve mostrare ora se è abbastanza numeroso da comperare un numero di copie sufficiente a placare gli "scrupoli di coscienza" dell'editore. Dalla vendita del primo fascicolo dipende il proseguimento dell'impresa. Non appena ho un contratto definitivo, tutto è all right [*23].

Salve

Tuo K. Marx

 

 

Note

*1. Piuttosto.

*2. Naturalmente.

*3. Se si preferisce.

*4. In qualità di.

*5. Dopo tutto questo.

*6. Interferire. Non importa.

*7. Mio.

*8. Eccetto.

*9. Forza e vigore.

*10. Breve disegno della prima parte.

*11. Bene (è difficile per me scrivere oggi).

*12. Utilità.

*13. Utilizzabilità.

*14. Tesaurizzazione.

*15. Come tali.

*16. Per la prossima volta.

*17. Su tutte le cose e su altre ancora.

*18. Ma questa è la ferrea necessità.

*19. Per ciò che riguarda la.

*20. Argomento delle loro ricerche.

*21. Tempo.

*22. Di moda.

*23. In ordine.

 


Ultima modifica 30.9.2002