Istruzioni per i delegati del Consiglio Centrale Provvisorio dell'A.I.L.

Marx (20.2.1867)

 


Si ringraziano i compagni de La Contraddizione
HTML mark-up: Mishù, gennaio 2004

 

Coordinamento internazionale degli sforzi tramite l'ufficio di collegamento dell'associazione nella lotta tra lavoro e capitale

a) Da un punto di vista generale tale questione abbraccia l'intera attività dell'Associazione Internazionale che tende a coordinare e generalizzare gli sforzi, finora scollegati, diretti all'emancipazione delle classi lavoratrici nei diversi paesi.

b) Reagire agli intrighi dei capitalisti sempre pronti, in caso di scioperi e serrate, all'uso perverso dei lavoratori stranieri come strumento contro quelli locali, è una delle funzioni particolari che la nostra associazione ha finora praticato con successo. Uno dei grandi propositi dell'Associazione è non solo far sentire ma far agire come fratelli e compagni i lavoratori di diversi paesi nell'esercito dell'emancipazione.

c) Un grande "coordinamento internazionale di sforzi" che in particolare suggeriamo è un'inchiesta statistica sulla situazione delle classi lavoratrici di tutti paesi, condotta da parte dei lavoratori stessi. Per agire con un qualche successo, è necessario che si conosca la materia su cui agire. Iniziando un lavoro così importante, i lavoratori dimostreranno la capacità di prendere nelle loro mani il proprio destino. Proponiamo perciò che:

- in ogni località in cui esistano diramazioni della nostra Associazione abbia immediatamente inizio il lavoro, e si raccolgano le prove sui diversi punti specificati nel seguente schema di inchiesta;

- il Congresso inviti tutti i lavoratori d'Europa e Stati Uniti d'America a collaborare raccogliendo le informazioni statistiche sulla classe operaia, spedendo i rapporti e le prove al Consiglio Centrale;

- quest'ultimo li elabori in un rapporto generale aggiungendo le prove in appendice;

- questo rapporto unitamente alla sua appendice sia fornito prima del prossimo congresso annuale e, dopo aver ricevuto la sua approvazione, sia stampato a spese dell'Associazione.

Schema generale dell'inchiesta
(che naturalmente può essere modificato per ogni località)

1. Industria, denominazione.
2. Età e sesso del lavoratore occupato.
3. Numero degli occupati
4. Stipendi e salari: a) apprendisti b) salari a giornata o a cottimo; forme di pagamento da parte degli intermediari. Media settimanale, annuale.
5. a) Ore di lavoro nelle fabbriche; b) ore di lavoro presso i piccoli imprenditori e a domicilio, qualora l'attività sia svolta in quei diversi modi; c) lavoro diurno e notturno
6. Orario dei pasti e di riposo.
7. Condizioni dell'ambiente e del lavoro: superaffollamento, ventilazione insufficiente, mancanza di luce solare, uso di luce a gas; pulizia, ecc.
8. Tipo di attività.
9. Effetti del lavoro sulla condizione fisica.
10. Condizione morale. Istruzione.
11. Caratteristiche del tipo di lavoro: se lavoro stagionale, o più o meno distribuito uniformemente durante l'anno; se molto fluttuante, se esposto a concorrenza straniera, se principalmente destinato al mercato interno o estero, ecc.

 

Limitazione della giornata di lavoro

La limitazione della giornata di lavoro è una condizione preliminare, senza la quale ogni ulteriore tentativo per il miglioramento e l'emancipazione deve considerarsi infruttuoso.

È necessario ristabilire la salute e le energie fisiche della classe lavoratrice, cioè la gran maggioranza di ogni nazione, come pure assicurarle la possibilità di uno sviluppo intellettuale, di relazioni pubbliche, di azione politica e sociale.

Noi proponiamo otto ore quale limite legale della giornata di lavoro. Dato che tale limitazione è stata unanimemente richiesta dai lavoratori degli Stati Uniti d'America, il voto del Congresso la eleverà a piattaforma comune delle classi lavoratrici in tutto il mondo.

Per informazione dei membri continentali, la cui esperienza sulla legislazione di fabbrica è relativamente di breve data, aggiungiamo che tutte le restrizioni legali cadranno e saranno eliminate dal capitale se non sarà fissato il periodo della giornata in cui si devono considerare le otto ore di lavoro. La lunghezza di tale periodo dovrebbe essere determinata dalle 8 ore di lavoro più le pause per i pasti. A esempio, se le diverse interruzioni per i pasti assommano a un'ora, il periodo legale della giornata dovrebbe includere 9 ore, cioè dalle 7 alle 16, o dalle 8 alle 17. Il lavoro notturno dev'essere permesso in via eccezionale, in attività o rami di attività stabilite per legge. In prospettiva si tenderà a sopprimere ogni genere di lavoro notturno.

Questo paragrafo si riferisce soltanto agli adulti, uomini e donne: queste ultime tuttavia debbono essere rigorosamente escluse da qualsiasi tipo di lavoro notturno, e da ogni sorta di lavoro in contrasto con la delicatezza propria del sesso, o dall'esporre il proprio corpo ad agenti velenosi o altrimenti nocivi. Per adulti intendiamo tutti coloro che hanno raggiunto o superato i 18 anni.

Lavoro giovanile o infantile (di entrambi i sessi)

Riteniamo che la tendenza dell'industria moderna sia quella di far cooperare i fanciulli e i giovani di entrambi i sessi nel vasto processo produttivo, come una tendenza progressiva, valida e legittima, sebbene sotto il capitale venga distorta in un abominio.

In una condizione razionale della società qualsiasi ragazzo dall'età di 9 anni dovrebbe diventare un lavoratore produttivo, nello stesso modo in cui nessun adulto valido dovrebbe essere esentato dalla legge generale di natura: cioè lavorare per essere in grado di mangiare, e lavorare non solo con la mente ma anche con le mani.

Per il momento tuttavia abbiamo a che fare soltanto con i fanciulli e i giovani di ambo i sessi appartenenti alla popolazione lavoratrice. Essi dovrebbero dividersi in tre classi da trattare in maniera differente; la prima classe riguarda l'età compresa tra i 9 e i 12 anni; la seconda tra i 13 e i 15; la terza tra i 16 e i 17. Proponiamo che l'occupazione della prima classe in qualsiasi laboratorio o lavoro domestico debba essere legalmente ridotta a due ore; quella della seconda a quattro e quella della terza a sei. Per la terza classe deve esserci un'interruzione di almeno un'ora per i pasti e per il riposo.

Può essere desiderabile iniziare l'istruzione alla scuola elementare prima dei nove anni; ma ora trattiamo solo degli antidoti assolutamente indispensabili contro le tendenze di un sistema sociale che degrada l'uomo che lavora a mero strumento dell'accumulazione di capitale, e che trasforma i genitori spinti dalle necessità in mercanti di schiavi o in venditori dei propri figli. Il diritto dei fanciulli e dei giovani dev'essere rivendicato. Essi sono nell'impossibilità di difendersi. È perciò dovere della società agire a loro favore. Se le classi medie e alte trascurano i loro doveri verso i propri discendenti, è colpa loro. Usufruendo dei privilegi di queste classi, i fanciulli sono condannati a essere danneggiati dai loro pregiudizi.

Il caso della classe lavoratrice si presenta in maniera del tutto diversa. Il lavoratore non agisce affatto liberamente. Molto spesso è anche troppo ignorante per capire il vero bene di suo figlio, o le condizioni normali di sviluppo umano. Tuttavia il settore più avanzato della classe lavoratrice comprende esattamente che il futuro della sua classe, e perciò del genere umano, dipende totalmente dalla formazione di una generazione di lavoratori che cresce. Essi sanno che prima di qualunque altra cosa i fanciulli e i giovani lavoratori devono essere preservati dagli effetti deleteri del sistema attuale. Si può ottenere ciò soltanto trasformando lo spirito sociale in forza sociale e, in date circostanze, non esiste altro metodo per far ciò se non attraverso leggi generali, imposte dal potere dello stato. Rivendicando tali leggi, la classe lavoratrice non rafforza il potere del governo. Al contrario, trasforma quel potere ora usato contro di essa in mezzo a suo favore. Essa ottiene con un atto generale ciò che vanamente avrebbe tentato con una gran quantità di sforzi individuali isolati.

Procedendo da questo punto di vista, affermiamo che nessun genitore e nessun datore di lavoro dovrebbero avere la possibilità di utilizzare il lavoro giovanile, salvo nel caso in cui fosse collegato all'istruzione.

Per istruzione intendiamo tre cose.
Primo: educazione mentale.
Secondo: educazione fisica, così come viene data nelle scuole di ginnastica, e con eserci­zi militari.
Terzo: addestramento tecnologico, che impartisce i principi generali di ogni processo di produzione, e contemporaneamente inizia il fanciullo e il giovane all'uso pratico e manuale degli strumenti elementari di ogni tipo di lavoro.

Un corso graduale e progressivo di addestramento mentale, ginnico e tecnologico do­vrebbe corrispondere alla classificazione dei giovani lavoratori. I costi delle scuole tecnologiche dovrebbero essere coperti in parte dalla vendita dei loro prodotti.

La combinazione di lavoro produttivo pagato, educazione mentale, esercizio fisico e ad­destramento politecnico, solleverà la classe lavoratrice a un livello ben più elevato di quello delle classi medie ed alte.

È sottinteso che l'occupazione di tutte le persone tra i 9 e i 17 anni (inclusi) nel lavoro not­turno e in ogni attività nociva alla salute dev'essere tassativamente proibita per legge.

Lavoro cooperativo

È compito dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori coordinare e generalizzare i movimenti spontanei delle classi lavoratrici, ma non ordinare o imporre un qualsiasi sistema dottrinario. Il Congresso perciò non dovrebbe proclamare nessun sistema speciale di cooperazione, ma limitarsi all'enunciazione di pochi principî generali.

a) Riconosciamo il movimento cooperativo come una delle forze trasformatrici della società attuale basata sull'antagonismo di classe. Il suo grande merito consiste nel mostrare praticamente che l'attuale sistema pauperizzante e dispotico della subordinazione del lavoro al capitale può essere soppiantato dal sistema vantaggioso di tipo pubblico dell'associazione di produttori liberi e uguali.

b) Ristretto tuttavia alle forme insignificanti in cui i singoli schiavi salariati possono elaborarlo con i loro sforzi individuali, il sistema cooperativo non trasformerà mai la società capitalistica. Per modificare la produzione sociale in un unico sistema vasto e armonioso di lavoro libero e cooperativo, si richiedono cambiamenti sociali generali - cambiamenti delle condizioni generali della società che non saranno mai realizzati se non con il trasferimento delle forze organizzate della società, cioè il potere dello stato, dai capitalisti e dai proprietari fondiari ai produttori stessi.

c) Raccomandiamo ai lavoratori di incoraggiare le cooperative di produzione piuttosto che le cooperative di consumo. Mentre queste ultime non sfiorano che la superficie del sistema economico attuale, le altre attaccano la sua base.

d) Raccomandiamo a tutte le società cooperative di destinare una parte del loro reddito comune a un fondo per propagare i loro principi sia con l'esempio sia con la preparazione, in altri termini, sia con il promuovere la costituzione di nuove cooperative sia con l'insegnamento e con i discorsi.

e) Al fine di prevenire la degenerazione delle società cooperative in semplici società per azioni della classe media, tutti i lavoratori occupati, associati o meno, devono parteciparvi nella stessa misura. Come espediente puramente temporaneo, siamo disposti a concedere agli associati un basso tasso di interesse.

I sindacati. Loro passato. presente e futuro

a) Loro passato
Il capitale è concentrato in una forza sociale, mentre il lavoratore deve disporre soltanto della sua forza-lavoro. Il contratto tra capitale e lavoro, pertanto, non può mai essere stabilito in termini equi - equi anche nel senso di una società che pone da una parte la proprietà dei mezzi materiali di sussistenza e il lavoro, e dalla parte opposta le energie produttive vitali. Il solo potere sociale dei lavoratori è la loro numerosità. La forza della numerosità è tuttavia annullata dalla disunione. La disunione dei lavoratori è creata e perpetuata dall'inevitabile concorrenza tra di loro.
Originariamente i sindacati sorsero dai tentativi spontanei dei lavoratori di eliminare o almeno frenare tale concorrenza, al fine di conquistare un tale livello di contrattazione che permettesse loro di sollevarsi almeno al di sopra della condizione di meri schiavi. L'obiettivo im­mediato dei sindacati fu perciò limitato alle necessità quotidiane, a espedienti per impedire l'incessante usurpazione del capitale, in una parola, a questioni di salari e tempo di lavoro. Quest'attività dei sindacati non solo è legittima, ma necessaria. Non può essere eliminata finché dura l'attuale sistema di produzione. Al contrario, dev'essere generalizzata con la formazione e il coordinamento dei sindacati in tutti i paesi. D'altro lato, i sindacati stavano inconsciamente formando centri di organizzazione della classe operaia, così come le municipalità medievali e i comuni fecero per la classe media. Se i sindacati sono necessari per le battaglie di guerriglia tra capitale e lavoro, sono ancora più importanti in quanto organizzazioni per il superamento del sistema stesso di lavoro salariato e capitale.

b) Loro presente
Impegnati in maniera troppo esclusiva nelle lotte locali e immediate contro il capitale, i sindacati non hanno ancora pienamente compreso il loro potere d'azione proprio contro il siste­ma di schiavitù dei salari. Pertanto si sono tenuti troppo in disparte dai generali movimenti so­ciali e politici. Negli ultimi tempi, tuttavia, sembra che si siano risvegliati al senso della loro grande missione storica, come appare, a esempio, dalla loro partecipazione in Inghilterra al re­cente movimento politico, dalla visione più ampia della loro funzione negli Stati Uniti, e dalla seguente risoluzione approvata alla recente grande conferenza dei delegati sindacali a Sheffield:
“Questa conferenza, apprezzando completamente gli sforzi compiuti dall'Associazione Internazionale per unire in un unico vincolo comune di fraternità i lavoratori di tutti i paesi, col più grande fervore raccomanda alle diverse società qui rappresentate l'opportunità di affiliarsi a tale associazione, ritenendo ciò essenziale al progresso e alla prosperità dell'intera comunità dei lavoratori”.

c) Loro futuro
A parte i loro propositi originari, i sindacati debbono ora imparare ad agire cosciente­mente per essere centri organizzati della classe lavoratrice nel generale interesse della sua completa emancipazione. Devono aiutare ogni movimento politico e sociale tendente verso questa direzione. Considerandosi ed agendo come i campioni e i rappresentanti dell'intera classe lavoratrice, essi non possono non inserire nei loro ranghi coloro che ancora non sono associati. Devono fare molta attenzione agli interessi delle categorie di lavoro peggio pagate, come quella dei lavoratori agricoli, rese impotenti e private di ogni resistenza organizzata da circostanze eccezionali. Devono convincere il mondo intero che i loro sforzi, lungi dall'essere ristretti ed egoisti, tendono all'emancipazione di milioni di oppressi.

Imposizione diretta e indiretta

a) Nessuna modifica della forma di imposizione può produrre un qualche importante cambiamento nelle relazioni tra lavoro e capitale.

b) Ciononostante, dovendo scegliere tra due sistemi di imposizione, raccomandiamo la totale abolizione delle imposte indirette, e la loro sostituzione generale con le imposte dirette. Ciò perché le imposte indirette aumentano i prezzi delle merci, in quanto i commercianti aggiungono a quei prezzi non solo l'ammontare delle imposte stesse, ma l'interesse e il profitto sul capitale anticipato per pagarle. Ciò perché le imposte indirette nascondono all'individuo quanto egli paga allo stato, mentre invece una imposta diretta non è mascherata né mistificata, e non può essere fraintesa neppure dalle persone meno capaci. L'imposizione diretta permette dunque a ognuno di controllare i poteri dello stato, mentre l'imposizione indiretta distrugge ogni tendenza all'autogoverno.

 

Eserciti
(Eserciti permanenti; loro rapporti con la produzione)

a) L'influenza deleteria di grandi eserciti permanenti sulla produzione, è stata sufficientemente esposta a tutti i tipi di congressi della classe media, ai congressi della pace, ai congressi economici, ai congressi statistici, ai congressi filantropici, ai congressi sociologici. Riteniamo perciò del tutto superfluo dilungarci su questo punto.

b) Proponiamo l'armamento generale del popolo e la sua istruzione generale sull'uso delle armi.

c) Accettiamo come necessità transitoria piccoli eserciti permanenti per formare scuole per gli ufficiali militari; e che ogni cittadino di sesso maschile serva in tali eserciti per un periodo di tempo molto limitato.