Principi Elementari di Filosofia

Parte terza

LO STUDIO DELLA METAFISICA


 

In che cosa consiste il metodo metafisico


Sappiamo che gli errori dei materialisti del XVIII secolo provengono dal loro modo di ragionare, dal loro metodo particolare di ricerca, che abbiamo chiamato « metodo metafisico ». Il metodo metafisico rappresenta quindi una concezione particolare del mondo e occorre notare che, se al materialismo premarxista opponiamo il materialismo marxista, allo stesso modo al materialismo metafisico opponiamo il materialismo dialettico.
Per questo dobbiamo adesso conoscere in che cosa consiste il metodo metafisico per esaminare in seguito cos'è, al contrario, il metodo dialettico.

1. Le caratteristiche di questo metodo
Quello che analizzeremo qui è questo « vecchio metodo di indagine e di pensiero, che Hegel chiama "metafisico" ». Cominciamo subito con una semplice annotazione. Cos'è che sembra più naturale alla maggioranza delle persone: il movimento o l'immobilità? Qual è, per essi, lo stato normale delle cose: il riposo o la mobilità? In genere si pensa che il riposo esiste prima del movimento e che una cosa, per essersi potuta mettere in movimento, era prima allo stato di riposo.
Anche la Bibbia ci dice che prima dell'universo, che venne creato da Dio, esisteva l'eternità immobile, cioè il riposo.
Ecco dei termini che impiegheremo spesso: riposo, immobilità, ma anche movimento e cambiamento. Ma queste ultime due parole non sono sinonimi.

Il movimento, nel senso stretto della parola, è lo spostamento. Esempio: una pietra che cade, un treno in moto sono in movimento. Il cambiamento, nel senso proprio della parola, è il passaggio da una forma all'altra. Esempio: l'albero che perde le foglie ha cambiato forma. Ma è anche il passaggio da uno stato all'altro. Esempio: l'aria è divenuta irrespirabile; è un cambiamento.
Quindi movimento significa cambiamento di luogo, e cambiamento significa cambiamento di forma o di stato. Cercheremo di rispettare questa distinzione al fine di evitare confusione (quando studieremo la dialettica saremo chiamati a rivedere il significato di queste parole).

Abbiamo appena visto che, in linea generale, si pensa che movimento e cambiamento siano meno normali del riposo ed abbiamo indubbiamente una certa propensione a considerare le cose in 'riposo e senza cambiamento. Esempio: abbiamo comperato un paio di scarpe gialle e, dopo un po' di tempo, dopo numerose riparazioni (sostituzione di suola e di tacchi, rappezzature) diciamo ancora: « Metterò le scarpe gialle », senza renderci conto che non sono più le stesse. Per noi sono sempre le scarpe gialle che abbiamo acquistato in una certa occasione e che abbiamo pagato una certa somma. Non consideriamo il cambiamento avvenuto nelle nostre scarpe: sono sempre le stesse, sono identiche. Trascuriamo il cambiamento per non vedere che l'identità, come se nulla di importante fosse avvenuto.

Prima caratteristica: il principio di identità. Consiste nel preferire l'immobilità al movimento e l'identità al cambiamento rispetto agli avvenimenti. Da questa preferenza, che costituisce la prima caratteristica del metodo metafisico, deriva tutta una concezione del mondo. Si considera l'universo come se fosse irrigidito, dirà Engels. Lo stesso sarà per la natura, la società e l'uomo. Così si sostiene spesso: « Non vi è nulla di nuovo sotto il sole », il che significa che, da sempre, non vi è stato nessun cambiamento, l'universo è rimasto immobile e identico. Con questo si intende anche spesso un ritorno periodico ai medesimi avvenimenti. Dio ha creato il mondo dotandolo di pesci, di uccelli, di mammiferi ecc., e da allora nulla è mutato, il mondo non si è mosso. Si dice anche: « Gli uomini sono sempre gli stessi », come se gli uomini, da sempre, non fossero mai cambiati.
Queste espressioni correnti sono il riflesso di questa concezione, profondamente radicata in noi, nella nostra mente; e la borghesia sfrutta in pieno questo errore. Quando si critica il socialismo, uno degli argomenti che si fornisce più volentieri è che l'uomo è egoista e che è necessario che una forza intervenga per reprimerlo, altrimenti regnerebbe il disordine. Questo è il risultato della concezione metafisica che vuole che l'uomo abbia per sempre una natura fissa che non può cambiare.
È ovvio che se improvvisamente avessimo la possibilità di vivere in un regime comunista, cioè se si potessero suddividere immediatamente i prodotti, dando a ciascuno secondo i propri bisogni e non secondo il proprio lavoro, questo comporterebbe una corsa per soddisfare i propri capricci e una simile società non potrebbe reggere. E però, è questa la società comunista, ed è proprio questo fatto che è razionale. Ma appunto perché abbiamo una concezione metafisica radicata in noi ci rappresentiamo l'uomo futuro, che vivrà in un avvenire relativamente lontano, in tutto simile all'uomo di oggi.

Quindi, quando si afferma che una società socialista o comunista non è realizzabile perché l'uomo è egoista, si dimentica che se la società cambia anche l'uomo cambierà. Ogni giorno sentiamo delle critiche all'Unione Sovietica, critiche che ci rivelano le difficoltà di comprensione di coloro che le formulano. Questo avviene perché hanno una concezione metafisica del mondo e delle cose. Tra i numerosi esempi che potremmo citare, prendiamo solo questo. Ci dicono: « Nell'Unione Sovietica un lavoratore percepisce un salario che non corrisponde al valore totale di ciò che produce, vi è dunque un plusvalore, cioè un prelievo effettuato sul suo salario. Quindi è derubato. In Francia è lo stesso: gli operai sono sfruttati; non vi è quindi differenza tra un lavoratore sovietico e un lavoratore francese ».

Dov'è, in quest'esempio, la concezione metafisica? Consiste nel non considerare che si è in presenza di due tipi di società e nel non tener conto delle differenze tra queste due società. Poiché vi è plusvalore sia qui che li, si crede che sia la stessa cosa e non si considerano i cambiamenti avvenuti in URSS, dove l'uomo e la macchina non hanno più il medesimo significato economico e sociale che in Francia. Ora, nel nostro paese, la macchina esiste per produrre (al servizio del padrone) e l'uomo per essere sfruttato. In URSS la macchina esiste per produrre (al servizio dell'uomo) e l'uomo per godere il frutto del proprio lavoro. In Francia il plusvalore va al padrone; in URSS, allo Stato socialista, cioè alla collettività senza sfruttatori. Le cose sono cambiate. Da questo esempio vediamo dunque che i difetti di giudizio provengono, in coloro che sono sinceri, da un metodo metafisico di pensiero e, in particolare, dall'applicazione della prima caratteristica di questo metodo, caratteristica fondamentale, che consiste nel sottovalutare il cambiamento e nel considerare preferibilmente l'immobilità o, in altre parole, nel tendere a perpetuare l'identità.

Ma cos'è quest'identità? Abbiamo visto, per esempio, costruire una casa che venne terminata il 1° gennaio 1935. Il 1° gennaio 1936, cosi come ogni anno successivo, diremo che questa casa è identica perché ha sempre due piani, venti finestre, due porte sulla facciata, ecc.; perché rimane sempre la stessa, non cambia, non è diversa. Dunque essere identico significa rimanere lo stesso, non diventare altro. Però questa casa è cambiata! Soltanto a prima vista, superficialmente, è rimasta la stessa. L'architetto o il muratore, che vedono la cosa con altri occhi, più da vicino, sanno bene che la casa non è già più la stessa, neppure una settimana dopo la sua costruzione: qui si è prodotta una piccola fessura, lì si è mossa una pietra, li si è sbiadita la tinta, ecc. Dunque è solamente quando si considerano « in grosso » che le cose sembrano identiche. Analizzandole nel dettaglio, cambiano incessantemente.

Ma quali sono le conseguenze pratiche della prima caratteristica del metodo metafisico? Dato che preferiamo vedere l'identità nelle cose, cioè vederle restare quelle che sono, diciamo per esempio: « La vita è la vita, e la morte è la morte ». Affermiamo che la vita rimane la vita, che la morte rimane se stessa, la morte, e basta. Abituandoci a considerare le cose nella loro identità, le separiamo le une dalle altre. Dire « una seggiola è una seggiola » è una constatazione naturale, ma è mettere l'accento sull'identità e voler anche dire « ciò che non è una seggiola è un'altra cosa ».
È talmente naturale dire questo che sembra perfino puerile sottolinearlo. Nello stesso ordine di idee diremo: « Il cavallo è il cavallo, e ciò che non è il cavallo è qualcos'altro ». Separiamo quindi da un lato la seggiola, dall'altro il cavallo e facciamo cosi per ogni cosa. Facciamo quindi delle distinzioni, separando rigorosamente le cose le une dalle altre, e siamo cosi portati a trasformare il mondo in una collezione di cose separate.

Seconda caratteristica: isolamento delle cose. Ciò che abbiamo appena detto assieme sembra talmente naturale che ci si può chiedere: perché starlo a ribadire? Vedremo che, nonostante tutto, era necessario, perché questo modo di ragionare ci porta a vedere le cose sotto una ben determinata angolazione. Ancora una volta è dalle conseguenze pratiche che giudicheremo la seconda caratteristica del metodo metafisico. Se nella vita corrente consideriamo gli animali e ne parliamo in quanto esseri separati, non vediamo più ciò che vi è di comune tra quelli di genere e di specie differenti. Un cavallo è un cavallo, e una mucca è una mucca. Tra di loro non vi è alcun rapporto. È il punto di vista dell'antica zoologia, che classifica gli animali separandoli nettamente gli uni dagli altri e che non vede alcun rapporto tra di loro. Questo è uno dei risultati dell'applicazione del metodo metafisico.
Come altro esempio potremo citare il fatto che la borghesia vuole che la scienza sia la scienza, che la filosofia resti se stessa, e cosi la politica, e che naturalmente non vi sia nulla in comune, non vi sia assolutamente nessun rapporto tra loro tre.
La conclusione pratica di un simile ragionamento è che uno scienziato deve rimanere uno scienziato e non dovrebbe mescolare la scienza con la filosofia e con la politica. Sarà lo stesso per il filosofo e per l'uomo politico.

Quando un uomo in buona fede ragiona così, si può dire che ragiona da metafisico. Lo scrittore inglese Wells è andato in Unione Sovietica alcuni anni fa ed è andato a trovare il grande scrittore ora scomparso, Maksim Gorkij, proponendogli di creare un club letterario dove non si sarebbe fatta politica, perché nella sua mente la letteratura era letteratura e la politica era politica. Gorkij e i suoi amici pare si siano messi a ridere e Wells ne rimase offeso. Wells, infatti, vedeva e concepiva lo scrittore come uno che vive al di fuori della società mentre Gorkij e i suoi amici sapevano bene che non è cosi nella vita dove, in verità, tutte le cose sono legate tra di loro, che lo si voglia o no. Nella pratica corrente ci sforziamo di classificare, di isolare le cose, di vederle, di studiarle solo isolatamente. Coloro che non sono marxisti vedono lo Stato in generale, isolandolo dalla società, come indipendente dal tipo di società. Ragionare in questo modo, isolare lo Stato dalla società, significa isolarlo dai suoi rapporti con la realtà.
Ed è lo stesso errore quando si parla dell'uomo isolandolo dagli altri uomini, dal suo ambiente, dalla società. Se si considera anche la macchina per se stessa, isolandola dalla società in cui produce, si commette l'errore di pensare: « Macchina a Parigi, macchina a Mosca; plusvalore qui e là, non c'è differenza, è esattamente la stessa cosa ».
Ecco perciò un ragionamento che si può trovare continuamente e quelli che lo leggono l'accettano perché l'opinione generale e abituale è di isolare, di dividere le cose. È un'abitudine caratteristica del metodo metafisico.

Terza caratteristica: divisioni eterne e insormontabili. Dopo aver mostrato la nostra preferenza a considerare le cose immobili e immutabili, le abbiamo classificate, catalogate, creando in questo modo delle divisioni che ci fanno dimenticare i rapporti che possono avere le une con le altre. Questo modo di vedere e di giudicare ci porta a credere che tali divisioni esistono una volta per tutte (un cavallo è un cavallo) e che sono assolute, insormontabili ed eterne. Ecco la terza caratteristica del metodo metafisico. Ma dobbiamo stare attenti quando parliamo di questo metodo; perché quando noi, marxisti, diciamo che nella società capitalistica vi sono due classi, la borghesia e il proletariato, facciamo anche delle divisioni che possono sembrare simili al punto di vista metafisico. Soltanto, non è semplicemente per il fatto di introdurre delle divisioni che si è metafisici, è per la maniera, il modo in cui si stabiliscono le differenze, i rapporti che esistono tra queste divisioni. Per esempio, quando diciamo che vi sono due classi nella società, la borghesia pensa immediatamente che vi sono ricchi e poveri. E, beninteso, ci dirà: « Vi sono sempre stati ricchi e poveri ».

« Vi sono sempre stati » e « vi saranno sempre »: ecco un modo metafisico di ragionare. Si classificano per sempre le cose indipendentemente le une dalle altre, e si stabiliscono tra di loro delle divisioni, dei muri insuperabili. Si divide la società tra ricchi e poveri, invece di constatare l'esistenza della borghesia e del proletariato e, se anche si ammette quest'ultima divisione, li si considera al di fuori dei loro reciproci rapporti, cioè della lotta di classe. Quali sono le conseguenze pratiche di questa terza caratteristica, che stabilisce tra le cose delle barriere definitive? È che tra un cavallo e una mucca non vi può essere nessun legame di parentela. Cosi per tutte le scienze e per tutto ciò che ci circonda. Vedremo più avanti se questo è giusto, ma ci rimane da esaminare quali sono le conseguenze di queste tre diverse caratteristiche appena descritte.

Quarta caratteristica: opposizione dei contrari. Da quanto abbiamo appena visto deriva che quando diciamo: « La vita è la vita, e la morte è la morte », affermiamo che nulla in comune vi è tra la vita e la morte. Le classifichiamo a parte Fuma dall'altra, vedendo la vita e la morte ognuna per sé, senza vedere i nessi che possono esistere tra di loro. In queste condizioni, un uomo che ha appena perso la vita deve essere considerato come una cosa morta, perché è impossibile che sia contemporaneamente vivo e morto, poiché vita e morte si escludono reciprocamente. Nel considerare le cose come isolate, definitivamente diverse le une dalle altre, giungiamo ad opporle le une alle altre.

Eccoci alla quarta caratteristica del metodo metafisico, che oppone i contrari gli uni agli altri e che afferma che due cose contrarie non possono esistere contemporaneamente. Difatti, in questo esempio della vita e della morte, non vi può essere una terza possibilità. Dobbiamo assolutamente scegliere una o l'altra di queste due possibilità. Riteniamo che una terza possibilità sarebbe una contraddizione, che tale contraddizione è un'assurdità e quindi una impossibilità.

La quarta caratteristica del metodo metafisico è quindi l'orrore della contraddizione. Le conseguenze pratiche di questo ragionamento sono che quando, per esempio, si parla di democrazia e di dittatura, ebbene, il punto di vista metafisico richiede che una società scelga tra le due; perché la democrazia è la democrazia e la dittatura è la dittatura. La democrazia non è la dittatura; e la dittatura non è la democrazia. Dobbiamo scegliere, altrimenti ci troviamo di fronte ad una contraddizione, ad un'assurdità, ad una impossibilità.

L'atteggiamento marxista è completamente diverso. Al contrario noi pensiamo, per esempio, che la dittatura del proletariato sia nello stesso tempo dittatura delle masse e democrazia per le masse sfruttate.
Pensiamo che la vita, quella degli esseri viventi, sia possibile solo perché vi è una lotta perpetua tra le cellule e che continuamente alcune ne muoiono per essere sostituite da altre. Così la vita ha in sé la morte. Pensiamo che la morte non sia così totale e separata dalla vita come pensa invece il metafisico, perché da un cadavere non è sparita ogni forma di vita, poiché alcune cellule continuano a vivere per un certo periodo e da questo cadavere nasceranno altre vite.

2. Messa a punto


Vediamo dunque che le diverse caratteristiche del metodo metafisico ci obbligano a considerare le cose sotto un certo punto di vista e ci portano a ragionare in un certo modo. Constatiamo che questo modo di analizzare possiede una certa « logica » che studieremo più avanti e constatiamo anche che questo corrisponde largamente al modo di vedere, di pensare, di studiare, di analizzare che si incontra in generale. Si comincia (e questa enumerazione ci consentirà di fare un riassunto) col

1. vedere le cose nella loro immobilità, nella loro identità;

2. separare le cose le une dalle altre, staccarle dai loro reciproci rapporti;

3. stabilire tra 'le cose delle divisioni eterne, dei muri insuperabili;

4. opporre i contrari, affermando che due cose contrarie non possono esistere contemporaneamente.


Quando abbiamo esaminato le conseguenze pratiche di ogni caratteristica, abbiamo visto che nulla di tutto ciò corrispondeva alla realtà.

Il mondo è conforme a questa concezione? Le cose sono davvero immobili e senza cambiamento nella natura? No. Constatiamo che tutto cambia e vediamo il movimento. Quindi, questa concezione non è d'accordo con le cose stesse. Evidentemente è la natura che ha ragione ed è questa concezione che è errata. Fin dal principio abbiamo definito la filosofia come tentativo di spiegare l'universo, l'uomo, la natura, ecc. Se le scienze studiano i problemi particolari, la filosofia è, abbiamo detto, lo studio dei problemi più generali, studio che affianca e continua le scienze. Ma il vecchio metodo di pensiero metafisico che si applica a tutti i problemi è anche una concezione filosofica che considera l'universo, l'uomo e la natura in un modo particolare.

«Per il metafisico le cose e le loro immagini riflesse nel pensiero, i concetti, sono oggetti isolati di indagine, da considerarsi successivamente e indipendentemente l'uno dall'altro, fissi, rigidi, dati una volta per sempre. Egli pensa per antitesi assolutamente immediate; il suo discorso è: si, si; no, no. Tutto ciò che oltrepassa questo appartiene al maligno. Per lui, una cosa esiste o non esiste; ugualmente è impossibile che una cosa nello stesso tempo sia se stessa ed un'altra. Positivo e negativo si escludono reciprocamente in modo assoluto; causa ed effetto stanno del pari in rigida opposizione reciproca. » (1)

La concezione metafisica considera dunque « l'universo come un insieme di cose rigide ». Per meglio afferrare questo modo di pensare, studieremo come concepisce la natura, la società, il pensiero.

3. La concezione metafisica della natura

La metafisica considera la natura come un insieme di cose definitivamente stabilite. Ma vi sono due modi di considerare le cose in questo modo.

Il primo modo considera che il mondo è assolutamente immobile, il movimento è soltanto un'illusione dei nostri sensi. Se eliminiamo quest'apparenza di movimento, il mondo non si muove.
Questa teoria fu sostenuta da una scuola di filosofi greci, chiamati eleatici. Questa concezione semplicistica è talmente in contraddizione violenta con la realtà che non è più sostenuta ai nostri giorni.

Il secondo modo, quello di considerare la natura come un insieme di cose statiche, è molto più sottile. Non si dice che la natura è immobile, le viene concesso di muoversi, ma si afferma che è animata da un movimento meccanico. Qui, il primo modo sparisce; non si nega più il movimento e questa sembra non essere una concezione metafisica. Tale concezione si chiama « meccanicistica » (o « meccanicismo »). Costituisce un errore che si commette molto spesso e che ritroviamo tra i materialisti del XVII e del XVIII secolo. Abbiamo visto che questi non considerano la natura immobile ma in movimento, solo che, per loro, questo movimento è semplicemente un cambiamento meccanico, uno spostamento.
Ammettono tutto l'insieme del sistema solare (la terra gira intorno al sole) ma pensano che questo movimento sia puramente meccanico, ossia un semplice cambiamento di posto, e lo esaminano soltanto sotto questo aspetto.
Ma le cose non sono poi cosi semplici. Che la terra giri, questo è certo un movimento meccanico ma può, pur girando, subire delle influenze, per esempio raffreddarsi. Non vi è dunque solamente uno spostamento, ma avvengono anche altri cambiamenti.

Ciò che caratterizza questa concezione, detta « meccanicistica », è che viene considerato soltanto il movimento meccanico. Se la terra gira continuamente e non le succede niente di più, cambia posizione ma non cambia se stessa; rimane identica a se stessa. Non fa che continuare, prima di noi e dopo di noi, a girare ancora e sempre. Cosi tutto avviene come se nulla fosse avvenuto. Vediamo quindi che ammettere il movimento ma farne un puro e semplice movimento meccanico è una concezione metafisica, perché questo movimento è senza storia. Un orologio che avesse degli organi perfetti, costruito con materiali indistruttibili, funzionerebbe in eterno senza cambiare in nulla, e l'orologio non avrebbe storia. Questo tipo di concezione dell'universo lo ritroviamo puntualmente in Cartesio, che cerca di ridurre alla meccanica tutte le leggi fisiche e fisiologiche. Non ha alcuna idea della chimica (si veda la sua spiegazione della circolazione del sangue) e la sua concezione meccanica delle cose resterà la stessa anche tra i materialisti del XVIII secolo. (Faremo un'eccezione per Diderot che è meno strettamente meccanicista e che, in certi suoi scritti, intravede la concezione dialettica.) Ciò che caratterizza i materialisti del XVIII secolo è che riducono la natura a un meccanismo ad orologeria.
Se fosse veramente cosi le cose tornerebbero continuamente allo stesso punto senza lasciare traccia e la natura rimarrebbe identica a se stessa, il che costituisce la prima caratteristica del metodo metafisico.

4. La concezione metafisica della società


La concezione metafisica vuole che nulla cambi nella società. Ma, in generale, non si presenta questo concetto tale e quale. Si riconosce che avvengono dei cambiamenti, come per esempio nella produzione, quando dalle materie prime si producono degli oggetti, o nella politica, dove i governi si succedono gli uni agli altri. La gente riconosce tutto questo ma considera il regime capitalistico come definitivo ed eterno e talvolta lo paragona anche a una specie di macchina. Così si parla della macchina economica che talvolta si guasta, ma che occorre riparare per conservare. Questa macchina economica la si vuole far continuare a distribuire, come un apparecchio automatico, agli uni dividendi, agli altri miseria. Si parla anche della macchina politica, che è il regime parlamentare borghese, e non le si chiede che una cosa: di funzionare per mantenere al capitalismo i suoi privilegi, un po' a « destra », un po' a « sinistra ».

Ecco, in questo modo di considerare la società, una concezione meccanicistica, metafisica. Se fosse possibile che proseguisse continuamente il suo cammino, questa società, nella quale funzionano tutti questi ingranaggi, non lascerebbe traccia e, quindi, non avrebbe storia.

Vi è anche una concezione meccanicistica molto importante, che vale per tutto l'universo, ma soprattutto per la società: consiste nel diffondere l'idea di un cammino regolare e di un ritorno periodico dei medesimi avvenimenti sotto la formula: « La storia è un perpetuo ritorno ». Occorre notare che queste concezioni sono molto diffuse. Non si nega il movimento e il cambiamento, che esistono e che si notano nella società, ma si falsifica il movimento stesso trasformandolo in un semplice meccanismo.

5. La concezione metafisica del pensiero

Intorno a noi, qual è la concezione che ci si fa del pensiero? Crediamo che il pensiero umano sia e sia sempre stato eterno. Crediamo che, se le cose sono cambiate, il nostro modo dì ragionare è uguale a quello degli uomini ohe vivevano un secolo fa. I nostri sentimenti li consideriamo uguali a quelli dei greci, la bontà e l'amore, sentimenti sempre esistiti nello stesso modo; così si parla di « amore eterno ». È molto diffuso credere che i sentimenti umani non siano cambiati. È ciò che, per esempio, fa dire e scrivere che una società non può esistere senza avere altra base che l'arricchimento individuale ed egoistico. Per questo sentiamo spesso dire che « i desideri degli uomini sono sempre gli stessi ».
Pensiamo spesso in questo modo, in realtà troppo spesso. Nel movimento del pensiero, come in tutti gli altri, lasciamo che penetri la concezione metafisica. Questo perché, alla base della nostra educazione, vi è questo metodo, « questa maniera di pensare che ci appare a prima vista estremamente plausibile per il fatto che essa è proprio quella del cosiddetto senso comune » (1). Ne risulta che il modo di vedere, il modo di pensare metafisico non è solamente una concezione del mondo, ma è anche un modo di procedere per pensare.

Ora, se è relativamente facile respingere i ragionamenti metafisici è, d'altra parte, più difficile disfarsi del metodo di pensiero metafisico. A questo proposito dobbiamo apportare una precisazione. Definiamo il modo in cui vediamo l'universo come una concezione e il modo in cui cerchiamo le spiegazioni come un metodo. Esempi:

a) I cambiamenti che riscontriamo nella società sono soltanto apparenti, rinnovano ciò che è già stato. Ecco una « concezione ».

b) Quando si ricerca nella storia della società ciò che è già avvenuto, per poi concludere « non vi è nulla di nuovo sotto il sole », ecco il « metodo ».

E notiamo che la concezione ispira e determina il metodo. Certo, una volta ispirato dalla concezione, il metodo reagisce a sua volta su questa, dirigendola, guidandola. Abbiamo visto cos'è la concezione metafisica; vedremo qual è il suo metodo di ricerca. Si chiama la logica.

6. Cos'è la logica?

Si dice della « logica » che è l'arte di pensare correttamente. Pensare in conformità alla verità significa pensare secondo le regole della logica. Quali sono queste regole? Vi sono tre grandi regole principali:

1. Il principio d'identità: è, l'abbiamo già visto, la regola che vuole che una cosa sia identica a se stessa, che non cambi {il cavallo è il cavallo).

2. Il principio di non-contraddizione: una cosa non può essere allo stesso tempo se stessa e il suo contrario. Occorre scegliere (la vita non può essere la vita e la morte).

3. Principio del terzo escluso (o esclusione del terzo caso): tra due possibilità contraddittorie, non vi è posto per una terza. Occorre scegliere tra la vita e la morte, non vi è una terza possibilità. Quindi essere logico significa pensare correttamente. Pensare correttamente è non dimenticarsi di applicare queste tre regole. Riconosciamo qui dei principi già studiati e che provengono dalla concezione metafisica.

Logica e metafisica sono quindi intimamente legate; la logica è uno strumento, un metodo di ragionare che procede classificando ogni cosa in modo ben determinato, che obbliga quindi a vedere le cose come identiche a loro stesse; la logica ci obbliga in seguito a scegliere, a dire si o no e, in conclusione, esclude tra due casi (la vita e la morte per esempio) una terza possibilità. Quando si dice: « Tutti gli uomini sono mortali; questo compagno è un uomo; quindi questo compagno è mortale », abbiamo ciò che si chiama un sillogismo (è la forma tipica del ragionamento logico). Ragionando in questo modo, abbiamo cosi fatto una classificazione.

Quando incontriamo un uomo o una cosa, tendiamo di solito a dirci: come occorre classificarlo? La nostra mente si pone questo solo problema. Vediamo le cose come dei cerchi o delle scatole di diverse dimensioni e la nostra preoccupazione consiste nel far entrare questi cerchi o queste scatole gli uni negli altri, e con un certo ordine.
Nel nostro esempio stabiliamo prima un grande cerchio che contiene tutti i mortali; poi un cerchio più piccolo che contiene tutti gli uomini; e, in seguito, soltanto questo compagno. Se desideriamo classificarli, faremo successivamente, secondo una certa « logica », entrare i cerchi gli uni negli altri.
La concezione metafisica è quindi costruita con la logica e il sillogismo. Il sillogismo è un gruppo di tre proposizioni: le due prime sono chiamate premesse, che significa « messe prima »; e la terza è la conclusione. Altro esempio: « In Unione Sovietica, prima dell'ultima Costituzione, esisteva la dittatura del proletariato. La dittatura è la dittatura. In URSS vi è la dittatura. Quindi non vi era alcuna differenza tra l'URSS, l'Italia e la Germania, paesi a dittatura ». Non si guarda qui per chi e su chi si esercita la dittatura; così come, quando si esalta la democrazia borghese, non si dice a profitto di chi si esercita questa democrazia. È così che si arriva a porre i problemi, a vedere le cose e il mondo sociale come facenti parte di cerchi separati e a fare entrare i cerchi gli uni negli altri.

Certo, queste sono questioni teoriche che incitano ad agire in un certo modo nella pratica. Cosi possiamo citare l'infelice esempio costituito dalla Germania del 1919, in cui la socialdemocrazia, per mantenere la democrazia, ha ucciso la dittatura del proletariato, senza vedere che agendo in quel modo lasciava vivere il capitalismo e dava via libera al nazismo. Vedere e studiare le cose separatamente è ciò che fecero la zoologia e la biologia, fino al momento in cui si è visto e capito che esisteva un'evoluzione degli animali e delle piante. Prima si classificavano tutti gli esseri pensando che, da sempre, le cose erano state ciò che erano.

«E, in realtà [..'.] fino alla fine del secolo scorso, le scienze naturali furono prevalentemente raccoglitive, scienze di cose compiute in se stesse. ». Possiamo ora concludere.

7. Spiegazione della parola « metafisica »


Vi è nella filosofia una parte importante che si chiama metafisica. Ma la sua importanza la si riscontra solo nella filosofia borghese, poiché questa si occupa di Dio e della anima. Tutto vi è eterno. Dio è eterno poiché non cambia, poiché rimane identico a se stesso; anche l'anima. Lo stesso avviene per il bene, il male, ecc., dato che tutto ciò è chiaramente definito, definitivo ed eterno. In questa parte della filosofia che si chiama la metafisica si vedono dunque le cose come un insieme statico e si procede nel ragionamento per opposizione: si oppone lo spirito alla materia, il bene al male, ecc., cioè si ragiona per opposizione dei contrari tra di loro. Questo modo di ragionare, di pensare, questa concezione viene chiamata « metafisica » perché tratta di cose e di idee che si trovano al di fuori della fisica come: Dio, la bontà, l'anima, il male, ecc. Metafisica viene dal greco meta, che vuol dire « al di là », e da fisica, scienza dei fenomeni del mondo. Quindi la metafisica è ciò che si occupa di cose situate al di là del mondo.

È anche a causa di un accidente storico che questa concezione filosofica viene chiamata metafisica. Aristotele, autore del primo trattato di 'logica (quello di cui ci si serve ancora), ha scritto molto. Dopo la sua morte, i suoi discepoli hanno classificato i suoi scritti; hanno fatto un catalogo e, dopo uno scritto intitolato Fisica, hanno trovato un altro scritto (senza titolo) che trattava di cose dello spirito. L'hanno classificato chiamandolo Dopo la fisica, in greco Metafisica.

In conclusione, vogliamo insistere sul legame che esiste tra i tre termini studiati.

La metafisica, il meccanicismo, la logica. Queste tre discipline si presentano sempre insieme e si richiamano l'uria all'altra. Formano un sistema e non possono comprendersi che l'una attraverso l'altra.

Domande di controllo
1. Dimostrare, con l'aiuto di esempi, che siamo abituati a considerare le cose nella loro immobilità.
2. Dare qualche esempio di concezione metafisica del mondo.
3. Che cos'è il meccanicismo e perché è metafisico?
4. Che cos'è la logica.
5. Quali sono le caratteristiche della concezione e del metodo metafisici?



Note

1. F. Engels, Antiduhring

 


Ultima modifica 22.11.2008