Manoscritti economico-filosofici del 1844
Karl Marx(1844)

Proprietà privata e lavoro



[I] ad pag. XXXVI.1
L'essenza soggettiva della proprietà privata, la proprietà privata in quanto attività che è per sé, in quanto soggetto, in quanto persona, è il lavoro. Si capisce dunque che solo l'economia politica che ha riconosciuto il lavoro come il proprio principio - Adam Smith -, e quindi non ha più considerato la proprietà privata come null'altro che uno stato esterno all'uomo, si capisce, ripeto, che questa economia politica sia da considerarsi come un prodotto della reale energia e del reale movimento della proprietà privata2, come un prodotto della industria moderna, allo stesso modo che essa d'altra parte ha accelerato, celebrato l'energia e lo sviluppo di questa industria, facendone un potere della coscienza. Pertanto a questa economia politica illuminata, che ha scoperto l'essenza soggettiva della ricchezza - nell'ambito della proprietà privata - appaiono come feticisti, come cattolici, i seguaci del sistema monetario e mercantilista che considerano la proprietà privata per l'uomo come un'essenza soltanto oggettiva. Engels ha dunque a ragione chiamato Adam Smith il Lutero dell' economia politica. Come Lutero riconobbe nella religione, nella fede, l'essenza del mondo reale e perciò si contrappose al paganesimo cattolico; come egli eliminò la religiosità esterna, riducendo la religiosità ad essenza interna dell'uomo; come ebbe a negare il prete esistente fuori del laico, avendo trasferito il prete nel cuore del laico; così viene soppressa la ricchezza che si trova al di fuori dell'uomo e da lui non dipende - che dunque deve essere acquistata e conservata soltanto in modo esterno -, in altre parole viene soppressa questa sua oggettività esterna e bruta non appena la proprietà privata viene incorporata nell'uomo stesso, e lo stesso uomo si riconosce come l'essenza della proprietà. Peraltro, da ciò segue che l'uomo vien posto nella determinazione della proprietà privata, come da Lutero vien posto nella determinazione della religione. Così, sotto l'apparenza di un riconoscimento dell'uomo, l'economia politica, il cui principio è il lavoro, non è, anzi, altro che la messa in atto conseguente della negazione dell'uomo, dal momento che egli non sta più in una tensione esterna nei confronti dell'essenza esterna della proprietà privata, ma è diventato egli stesso questa essenza, in tensione, della proprietà privata. Quello che prima era un essere - esterno - a sé, una reale alienazione dell'uomo, è diventato ora l'atto stesso dell'alienazione; cioè l'alienazione come tale. Dunque, l'economia politica comincia apparentemente col riconoscimento dell'uomo, della sua autonomia, della sua libera attività, ecc.; indi, trasferendo la proprietà privata nell'essere stesso dell'uomo, non può più essere condizionata dalle determinazioni locali, nazionali, ecc., della proprietà privata vata, considerata come un essere esistente al di fuori di essa e pertanto sviluppa un'energia cosmopolitica, universale, che travolge ogni barriera ed ogni vincolo per porsi al loro posto come l'unica politica, l'unica universalità, l'unica barriera e l'unico vincolo. Ma nel suo ulteriore sviluppo, la stessa economia politica deve rigettare questa ipocrisia, presentarsi in tutto il suo cinismo; e ciò fa sviluppando in modo assai più unilaterale, e quindi più penetrante e conseguente, la tesi che il lavoro è l'unica essenza della ricchezza senza preoccuparsi di tutte le apparenti contraddizioni, in cui questa tesi la avviluppa; dimostrando che le conseguenze di questa tesi in opposizione alla concezione originaria sono, se mai, disumane; infine dando il colpo mortale alla rendita fondiaria che è l'esistenza reale della proprietà privata e la fonte della ricchezza, ultima, individuale, naturale, ed indipendente dal movimento del lavoro, a questa espressione della proprietà feudale, già del tutto trasformata nel senso dell'economia politica e quindi incapace di opporre resistenza proprio all'economia politica (Scuola di Ricardo). Il cinismo dell'economia politica non solo cresce relativamente a partire da Smith attraverso Say sino a Ricardo, Mill, ecc., in quanto a questi ultimi le conseguenze dell'industria balzano agli occhi sempre più sviluppate e contraddittorie; ma anche positivamente costoro procedono nell'estraniazione contro l'uomo sempre e con coscienza oltre il loro predecessore. Del resto questo accade soltanto perché la loro scienza si sviluppa in modo più conseguente e più vero. Poiché essi riducono la proprietà privata nella sua forma attiva al soggetto, e quindi riducono l'uomo all'essenza [della proprietà privata] e insieme riducono a questa essenza l'uomo privato della sua essenza, la contraddizione della realtà corrisponde pienamente all'essenza contraddittoria che essi hanno riconosciuto come principio. Questa realtà lacerata [II] dell'industria, ben lungi dal confutare il suo principio lacerato in se stesso, lo conferma. Il suo principio è appunto il principio di questa lacerazione.
La dottrina fisiocratica del dottor Quesnay costituisce il momento di transizione dal sistema mercantilistico ad Adam Smith. La fisiocrazia è immediatamente la dissoluzione della proprietà feudale secondo l'economia politica, ma appunto perciò è anche immediatamente la trasformazione e la ricostituzione della medesima dallo stesso punto di vista, con la sola differenza che il suo linguaggio non è più feudale ma economico. Tutta la ricchezza viene risolta nella terra e nella coltivazione della terra (agricoltura). La terra non è ancora capitale; è ancora un modo particolare d'esistenza del medesimo, che deve valere nella sua particolarità naturale e in grazia di questa. Ma la terra è pure un elemento universale, naturale, mentre per il sistema mercantilistico solo il metallo nobile rappresentava l'esistenza della ricchezza. Cosi l'oggetto della ricchezza, la sua materia, ha subito ricevuto la suprema universalità nell'ambito dei limiti naturali, in quanto, anche come natura, esso è una ricchezza immediatamente oggettiva. E siccome la terra è per gli uomini solo attraverso il lavoro, attraverso l'agricoltura, cosi l'essenza soggettiva della ricchezza viene ormai trasferita nel lavoro. Però, siccome, ad un tempo, l'agricoltura è l'unico lavoro produttivo, ne viene che il lavoro non è ancora compreso nella sua universalità e nella sua astrazione, ma è ancora vincolato ad un particolare elemento naturale come a sua materia, ed è perciò ancora conosciuto soltanto in un particolare modo d'esìstere determinato naturalmente. Esso è quindi soltanto una determinata e particolare alienazione dell'uomo, allo stesso modo che il suo prodotto è concepito ancora come una ricchezza determinata, dovuta ancor più alla natura che allo stesso lavoro. La terra viene qui ancora riconosciuta come una realtà naturale indipendente dall'uomo, e non ancora come capitale, cioè come un momento dello stesso lavoro. Anzi il lavoro appare come un suo momento. Ma siccome il feticismo della vecchia ricchezza esterna, esistente soltanto come oggetto, viene ridotto ad un elemento naturale assai semplice, e la sua essenza viene ormai ritrovata in un modo particolare, se pure soltanto parzialmente, nella sua esistenza soggettiva, il progresso necessario sta in ciò che l'essenza universale dell ricchezza viene riconosciuta e di conseguenza il lavoro nella sua completa assolutezza, cioè nella sua astrazione viene elevato a principio. Viene dimostrato alla dottrina fisiocratica come l'agricoltura dal punto di vista econo mico, cioè dall'unico punto di vista legittimo, non si distingua da nessun'altra industria, e quindi come essa non sia un lavoro determinato, una manifestazione di lavoro particolare, legata ad un particolare elemento, ma come il lavoro in generale sia l'essenza della ricchezza.
La scuola fisiocratica nega la ricchezza particolare, esterna, soltanto oggettiva, affermando che essa ha come propria essenza il lavoro. Ma all'inizio il lavoro è per essa soltanto l'essenza soggettiva della proprietà fondiaria (essa prende le mosse da quella specie di proprietà che appare storicamente dominante ed è la prima ad essere riconosciuta); essa fa che soltanto la proprietà fondiaria diventi l'uomo alienato. Essa sopprime il carattere feudale della proprietà in quanto afferma che l'industria (l'agricoltura) ne è l'essenza; ma ha un atteggiamento negativo nei confronti del mondo dell'industria, e riconosce il sistema feudale, in quanto afferma che l'unica industria è l'agricoltura.
S'intende che non appena vien compresa soltanto l'essenza soggettiva dell'industria che si costituisce in opposizione alla proprietà fondiaria, cioè come industria, tale essenza implica quella sua opposizione. Infatti, come l'industria comprende la proprietà fondiaria soppressa, così l'essenza soggettiva di quella comprende l'essenza soggettiva di questa.
Come la proprietà fondiaria è la prima forma della proprietà privata, come all'inizio l'industria si contrappone storicamente ad essa unicamente come una specie particolare di proprietà, o è piuttosto lo schiavo affrancato della proprietà fondiaria; cosi nella comprensione scientifica dell'essenza soggettiva della proprietà privata, del lavoro, si riproduce questo processo, e il lavoro appare in un primo tempo soltanto come lavoro agricolo, mentre si fa valere in un secondo tempo come lavoro in generale.
[III] Ogni ricchezza è diventata ricchezza industriale, ricchezza del lavoro, e l'industria è il lavoro condotto al suo compimento, così come la fabbrica è l'essenza compiuta dell'industria, cioè del lavoro, e il capitale industriale è la forma oggettiva della proprietà privata, giunta al proprio compimento.
Vediamo come anche ora soltanto la proprietà privata possa condurre a compimento il suo dominio sugli uomini e diventare nella forma più generale la potenza della storia mondiale.

NOTE

1. Il presente frammento e il successivo (Proprietà privata e consumo) si presentano nel manoscritto come aggiunte ad un testo perduto. Ciò spiega il riferimento di pagina.

2. Nota supplementare: «Essa è il movimento autonomo della proprietà privata, diventato cosciente per sé, la moderna industria come tale».


Ultima modifica 02.01.2008