Il “Tribuno del popolo„ redatto da Hermann Kriege a New York

Karl Marx (1846)


Questa è la versione della Circolare contro Kriege pubblicata nel Westfälisches Dampfboot di Bielefeld nel 1846 con le arbitrarie modifiche apportate al testo dall'editore del giornale, il "vero socialista" Otto Liming, che inoltre aggiunse una sua introduzione e conclusione estranee allo spirito del documento autentico.

Questa versione è pubblicata essendo stata la sola nota a Lenin.

Il testo integrale è stato pubblicato solo nel 1932 in: Marx/Engels, Gesamtausgabe, Erste Abteilung, Bd. 6, Berlin.

Tradotto da Nina Pignatari (Mongini Editore, Roma, 1908).

Trascritto da Leonardo Maria Battisti, luglio 2018

Un'introduzione al testo è disponibile qui.


Uno dei nostri primi collaboratori, il Signor Hermann Kriege, un giovane, che accanto alla rilevante capacità intellettuale possiede molta buona volontà e molto zelo, più entusiastico sentimento e ancora maggior talento declamatorio, si è stabilito in America dopo un più lungo soggiorno a Bruxelles e a Londra, e là a New York ha fondato il su nominato giornale, il Tribuno del popolo (Der Volkstribun), che egli stesso chiama la continuazione del Tribun du peuple di Babeuf. Egli offrì il suo giornale e i suoi servigi all'associazione della riforma sociale tedesca, non volendo essere niente altro che “il suo famulo„: “aiutarla doveva essere la sua sola ricompensa„. La terza riunione dell'associazione di riforma sociale accettò con riconoscenza l'offerta di Kriege di voler redigere gratuitamente il suo giornale pel meglio dell'associazione, e promise di non risparmiare alcun sacrifizio, per dare al giornale la maggior diffusione possibile. Lo Specchio della società (Gesellschaftspiegel), nel numero 10 saluta con gioia il Tribuno del popolo (Volkstribun) come un nuovo organo del Comunismo, pur ammettendo in fine che nei numeri pubblicati fin qui “non vi ha imparato ancora quasi niente sulla vera posizione sociale degli Stati Uniti, sulla caratteristica e il significato della locale agitazione comunista; sulla unione dei riformatori agrari, degli anti-renter, e niente del pari sul commercio e l'industria di America; vi ha letto invece troppo sentimentalismo generico, che non compensa punto la mancanza di istruttive informazioni sulle condizioni industriali e nazionali di America, dalle quali pure deve prendere le mosse la riforma sociale„. Certamente il pathos declamatorio non compensa la mancanza di critica competente delle presenti condizioni sociali; certo esso non può in nessun modo riparare la conseguente attuazione del principio comunista che si sviluppa dal presente movimento industriale. Ma così il pathos diventa vuota declamazione. E, se si mostra che il signor Kriege si perde in fantastici slanci di sentimento, invece di dimostrare la necessità del comune fare ed operare sulle condizioni di fatto, se egli spera con un appello sentimentale di veder nascere nei cuori sensibili dei possidenti i risultati del movimento mondiale storico ed industriale e le loro conseguenze, allora il nostro giudizio sarà più aspro di quello dello Specchio della società (Gesellschaftspiegel). Noi vogliam dunque vedere quali principi ci espone il signor Kriege nel Tribuno del popolo e come li propaghi; e di là deriverà il giudizio che ne daremo. Noi diamo perciò in estratto ai nostri lettori una minuta critica del Volkstribun. Essa è composta di aspre espressioni ma ha ragione di rigettare vigorosamente il sentimentalismo che si perde nel vuoto, le sentimentalità ora fanciullesche ora ampollose a cui Kriege si è dato nel nuovo mondo, perché per esse è solo turbato lo sviluppo delle condizioni reali e agli avversari viene offerta un'occasione troppo attraente per attaccare vittoriosamente il comunismo, se questo stesso non distrugge tali espettorazioni come qualche cosa ad esso assolutamente estranea. Perciò l'autore della nostra critica dice “che la tendenza rappresentata da Kriege nel Volkstribun non è in verun modo comunista; che la maniera fanciullesca e ampollosa con cui Kriege rappresenta questa, tendenza è compromettente al più alto grado pel partito comunista, in Europa come in America, in quanto egli passi come il rappresentante letterario del comunismo tedesco in America, che il fantastico slancio di sentimento che Kriege predica in America; sotto il nome di Comunismo debba agire nel grado più demoralizzante sui lavoratori, nel caso che sia adottato da essi„. Questo giudizio ha ora la sua diffusa dimostrazione in cinque capitoli.

PRIMO CAPITOLO.

Il cuore sensibile, che inorridisce alla vista della miseria dominante, è, come dice il signor Gutzkow, il più fervente intercessore del comunismo. L'universale amore umano, quale è predicato dal cristianesimo originario, che perciò è considerato da molti come la realizzazione del comunismo, è veramente una fonte, da cui emanarono le idee eccitatrici di riforme sociali. È noto che i primi sforzi d'emancipazione sociale e molti dei più recenti ebbero un'intonazione cristiana e religiosa; si predicava anche il regno dell'amore contro alla cattiva realtà e all'odio. Pel principio la cosa può andare. Ma quando l'esperienza insegna che quest'amore non è divenuto efficace in 1800 anni, che esso non potette mutare i rapporti sociali, nè fondare il suo regno, ne viene quindi manifestamente di conseguenza che questo amore che non potè vincere l'odio, non ha la forza d'impulso necessaria alle riforme sociali. Questo amore si perde in frasi sentimentali mediante le quali non vengono rinnovate le vere condizioni di fatto; esso infiacchisce l'uomo con una pappa calda di sentimento col quale lo nutre. Ma il bisogno dà agli uomini la forza; chi deve aiutarsi si aiuta da sè. E perciò le condizioni reali di questo mondo, l'aspro contrasto nella odierna società fra il capitale e il lavoro, fra la borghesia e il proletariato quali emergono nella forma più evoluta nei rapporti industriali, sono l'altra fonte, più gagliardamente zampillante, della concezione socialista, dell'aspirazione alle riforme sociali. Queste condizioni ci gridano: “Le cose non possono rimanere così, bisogna mutarle, e noi stessi, noi uomini, dobbiamo mutarle„. Questa ferrea necessità dà agli sforzi verso il socialismo diffusione e proseliti, ed essa aprirà il varco alle riforme socialiste prima di quanto non possa farlo tutto l'amore che fiorisce in tutti i cuori sensibili. Il signor Kriege, al contrario, è ancora interamente avvolto nella beatitudine dell'amore e con l'amore vuol guarire tutti i mali sociali e far felice il genere umano. Egli varia il suo tema d'amore in tutti i modi possibili: nel N. 13, come il nostro critico gli computa, l'amore comparisce sotto 35 aspetti. Noi ne citiamo qualcuno. Lo scritto è intitolato: Alle donne; e abbonda di frasi terribili. “È l'amore che ci ha mandati„; noi siamo “Apostoli dell'amore„. Si rivolge la parola alle donne come “a dilette sorelle„, come a “vere sacerdotesse dell'amore„. “Oh, ascoltateci, voi commettete un attentato contro l'amore, se non fate ciò„. “Anche nel manto della regina, non smentite la donna.... non avete anche imparato a speculare con le lagrime della infelicità; voi siete troppo tenere per far morire di fame a vostro vantaggio il povero figlio di una madre„. Il critico chiama questo una ipocrita captatio benevolentiae della donna. La donna può essere più inclinata alla beneficenza nelle piccole cose, nel suo più prossimo ambiente, perchè è più tenera e più debole e più accessibile perciò alla sentimentalità alimentata dalla pratica dell'elemosina. Se essa viene a trovarsi in condizioni più vaste e complesse, avviene della sua azione e dei pregiudizi da essa determinati come all'uomo. Il signor Kriege mostra oltre a ciò di desiderare solo dalla donna che ella non lasci morir di fame il figlio di una madre. Poichè non pare che sia altrettanto se la donna lasci morir di fame il figlio di un padre, così le frasi suddette sono del tutto prive di contenuto e di conseguenza.

10. “L'opera sacra d'amore che imploriamo da voi„ (imploriamo guaiolando).

c) Trivialità bibliche-letterarie: “La donna è destinata a partorire il figlio dell'uomo„; con che viene constatato che gli uomini non partoriscono figli.

11. “Dal cuore dell'amore deve svilupparsi lo spirito della comunità„. d) Episodica Ave Maria: “Benedette, tre volte benedette siate voi donne, che siete prescelte a dare la prima consacrazione al lungo regno promesso della beatitudine„.

17. “Vere sacerdotesse dell'amore„.

e) Parentesi estetica: “Se la vostra trepida anima non ha ancora dimenticato il bel volo„ (un pezzo artistico la cui perfezione deve solo dimostrarsi).

18 e 19. “Mondo dell'amore, regno dell'odio e regno dell'amore„.

f) Si fa girare il capo di fronte alle donne: “E poichè voi avete anche in politica una voce molto importante, non avrete bisogno che di usare la vostra influenza, e tutto il vecchio mondo dell'odio andrà in frantumi per far posto al nuovo regno dell'amore.

20. “Il vostro amore„. Con questa situazione si richiede dalle donne che il loro amore non sia “troppo piccolo„ per potere riunire “tutti gli uomini in un solo affetto„. Richiesta tanto incoerente quanto gonfia.

i) Scoperta della politica neocomunista: “Noi non vogliamo toccare la proprietà privata di nessun uomo: ciò che l'usuraio si trova d'avere conservi pure; noi vogliamo solo prevenire dalla più lontana rapina il bene del popolo, e impedire al capitale di usurpare ancora più a lungo alla povertà la sua legittima proprietà„. Questo scopo deve essere raggiunto, nel modo seguente: “ogni povero è subito mutato in un membro utile della società umana, appena gli si dà l'opportunità di mettersi a produrre„ (Così nessuno acquista maggiori meriti di fronte alla “società umana„ dei capitalisti, anche quelli di New York, contro i quali Kriege strepita così fortemente). “Ma ciò gli è per sempre assicurato, appena la società gli dà un pezzo di terra con cui egli possa mantenere sé e la sua famiglia... Questa immensa superficie di terreno (i 1400 milioni di acri dei campi appartenenti agli Stati nord-americani) è sottratta al commercio e in quantità conterminata assicurata al lavoro; così d'un colpo in America vien messo un dermine alla povertà; allora ognuno ha occasione di costruirsi una patria intangibile con l'aiuto delle proprie mani„. Che non sia in potere del legislatore di arrestare con un decreto la continuazione desiderata da Kriege dello stato patriarcale nello stato industriale, o di rigettare nella barbarie patriarcale gli Stati industriali e commerciali della costa orientale, è una perspicacia che si poteva attendere. Pel tempo in cui sarà abbattuta la signoria su descritta, Kriege prepara intanto la seguente diceria da parroco di campagna: “E allora noi possiamo insegnare agli uomini a vivere in pace l'uno accanto all'altro, ad alleviarsi scambievolmente i pesi e le fatiche della vita e

21. a fabbricare sulla terra la prima dimora al cielo dell'amore„.

(Pezzo per pezzo grande 160 acri).

“Rivolgetevi — così Kriege termina il suo discorso alle donne maritate — prima agli uomini del vostro amore, pregateli di volger le spalle alla vecchia politica, mostrate loro i propri figli e scongiurateli in loro nome (dell'irrazionale) di accettare la voce della ragione„. E alle “vergini„ così parla: “Lasciate che pei vostri innamorati la liberazione, della terra sia la pietra di paragone della loro dignità di uomini, e non vi fidate del loro amore, se prima essi non abbiano giurato per l'umanità„ (Come si deve chiamar ciò?). Quando le vergini partoriranno, egli garantisce loro “che i loro figli divengono amanti come esse„ (cioè gli uccelli del cielo), e chiude la canzone con la ripetizione di “vere sacerdotesse dell'amore„, “gran regno della comunità„ e della “consacrazione„. La risposta a Sollta nello stesso N. 13 del Volkstribun non è meno gonfia d'amore. “Egli (il grande spirito della comunità) fiammeggia come fuoco dell'amore dagli occhi del fratello„. “Che cos'è una donna senza l'uomo che ama, a cui può dare la sua anima trepida?„, “a prima voce dell'amore„, “raggi dell'amore„ e così via. Lo scopo del comunismo è “di sottoporre l'intera vita ai suoi (del cuore sensibile) battiti„. “Il suono dell'amore si dilegua dinanzi al tintinnio del danaro„. “Con l'amore e l'abnegazione si viene a capo di tutto„, ma, aggiungiamo, che non si può punto eliminare una borghesia cosciente, la quale non si fa illusione sullo stato di dritto (Rechtsstaat) e simili, ma combatte semplicemente una questione di vita e di morte pei suoi interessi materiali.

A questo sdilinquimento d'amore, continua il nostro critico, corrisponde il fatto che Kriege rappresenta il comunismo come l'amorevole antitesi dell'egoismo, e riduce un mondiale movimento storico al paio di parole amore-odio, comunismo-egoismo. Parimenti si riferisce a ciò stesso la viltà con cui egli lusinga gli usurai, promettendo di lasciar loro quello che hanno, e più oltre egli assicura di non voler distruggere gli intimi sentimenti della vita di famiglia, del patriottismo e della popolarità, ma di volerli “completare„. Questa ipocrita esposizione del comunismo non come distruzione ma come compimento delle cattive condizioni esistenti e delle illusioni che i borghesi si fanno su di ciò, continua per tutti i numeri. A questo si adatta la posizione che egli prende nelle discussioni coi politici. Ritiene (N. 10) come un peccato contro il comunismo quanto si scrive contro i fantastici politici cattolizzanti come Lamennais e Börne, mentre anche uomini, come Proudhon, Cabet, Dezamy, in una parola tutti i comunisti francesi sono semplicemente gente “che si chiama comunista„. Kriege avrebbe già dovuto imparare in Germania, a Bruxelles e a Londra, che i comunisti tedeschi sono andati molto oltre Börne, come i francesi sono andati molto oltre Lamennais.

Quale opera snervante esercita su ambo i sessi questa nenia amorosa, e che collettivo isterismo e clorosi deve evocare tra le “vergini„, è cosa su cui Kriege stesso potrebbe riflettere.

SECONDO CAPITOLO. Economia del “Volkstribun” e sua posizione verso la giovane America.

Noi riconosciamo completamente la giustificazione storica del movimento riformista nazionale americano. Sappiamo che questo movimento si sforza di giungere ad un risultato che in verità affretterebbe pel momento l'industrialismo della moderna società civile, ma che come risultato di un movimento proletario, come assalto alla proprietà fondiaria in generale e specialmente nelle condizioni esistenti in America, deve per le sue stesse conseguenze portare verso il comunismo. Kriege, che si è unito a New York coi comunisti tedeschi al movimento Anti-rent1, ricopre questo esiguo fatto colle sue frasi ampollose senza mai approfondire il contenuto del movimento, e prova così di conoscere ben poco il rapporto della giovane America con le condizioni americane. Noi portiamo qui ancora un esempio per mostrare come egli orpella del suo entusiasmo umanitario secondo l'uso americano un frazionamento del terreno di carattere agrario.

Nel N. 10. “Che cosa vogliamo„, si dice: “I riformisti nazionali americani chiamano il terreno l'eredità comune di tutti gli uomini... e vogliono veder conservati all'intera umanità, come inalienabile bene pubblico, per mezzo del potere legislativo, i 1400 milioni di acri di terreno che non seno ancora caduti nelle mani di speculatori rapaci. E per conservare questa eredità comune, questo bene inalienabile„ nella sua comunanza all'intera umanità, egli adotta il piano dei riformisti nazionali: “assegnare ad ogni agricoltore, di qualunque paese egli sia, 160 acri americani di terreno pel suo nutrimento, o come si dice nel N. 14: “Risposta a Conze„: “Di questa ricchezza del popolo ancora intatta nessuno può possedere più di 160 acri, ed anche questi nel solo caso che egli stesso li coltivi„. Il terreno deve rimanere perciò “inalienabile bene pubblico„ e in verità “di tutta l'umanità„ e che si cominci senza indugio a dividerlo. Kriege s'immagina così di poter proibire mediante la legge la necessaria conseguenza di questa divisione, concentrazione, progresso industriale e simili; 160 acri di terra hanno per lui il valore di una massa sempre uguale, come se il valore di una tal superficie non sia diverso secondo la sua qualità. Gli “agricoltori„, se non i loro terreni, devono scambiarsi, l'un l'altro e con altri, i prodotti de' loro terreni e quando la gente è giunta a tal punto si dimostra presto che un “agricoltore„ anche senza capitale, col suo lavoro e la maggior produzione originaria dei suoi 160 acri riduce l'altro ancora, a suo servo. E allora non è lo stesso se “il terreno„ o il prodotto del terreno “cada nelle mani di speculatori rapaci?„. Prendiamo una volta, sul serio il regalo di Kriege all'umanità: 1400 milioni di acri devono essere conservati “a tutta l'umanità come inalienabile bene pubblico„. E veramente a ogni agricoltore devono così toccare 160 acri. Dopo di che si può calcolare a quando ascende l'intera umanità di Kriege — precisamente otto milioni e settecento cinquantamila “agricoltori„, che come padri di famiglia rappresentano ognuno una famiglia di cinque persone, tutta una massa dunque dì 43 milioni e settecento cinquantamila. Noi possiamo similmente calcolare quanto duri “tutta l'eternità„, per la cui durata “il proletariato nella sua qualità di umanità„ può pretendere almeno negli Stati Uniti “tutta la terra„; se la popolazione degli Stati Uniti cresce, come fin qui, accadrà che sarà raddoppiata in venticinque anni, e così questa “tutta l'eternità„ non dura nemmeno quaranta anni; in questo tempo questi 1400 milioni di acri sono occupati, e ai successori non rimane niente altro da pretendere. Ma poichè la libera concessione, della terra aumenterebbe molto l'immigrazione, “l'eternità„ di Kriege si potrebbe già avere prima del «tutti»; specialmente se sì pensa che la terra distribuita a 44 milioni di uomini non sarebbe un sufficiente canale di uscita pel pauperismo europeo ora esistente, poichè in Europa per ogni dieci uomini vi è un povero e le isole britanniche forniscono solo 7 milioni di poveri. Una simile ingenuità economica si trova nel N. 13: “Alle donne„, ove Kriege ritiene che se la città dì New York concedesse gratuitamente i suoi 52,000 acri a Long Island, ciò basterebbe per liberare “d'un tratto„ e per sempre New York, da ogni specie di pauperismo, di miseria e di delinquenza.

Se Kriege avesse concepito il movimento per la liberazione della terra come una prima forma del movimento proletario necessaria in determinate condizioni come un movimento che per la posizione di vita della classe da cui vien fuori deve assolutamente svilupparsi in un movimento comunista: se egli avesse mostrato come le tendenze comuniste dovevano originalmente apparire in America in questa appariscente forma agraria tendente al completo comunismo, non vi sarebbe stato nulla da dire in contrario. Ma così veramente egli spiega una forma di movimento ancora subordinata di determinati uomini reali come una causa dell'umanità; la pone, contro il miglior modo di intenderla, come l'ultima e più alta meta di tutto il movimento in generale e cambia così gli scopi determinati del movimento in una sciocchezza bella e buona. Egli continua intanto a cantare indisturbato nello stesso opuscolo (N. 10) il suo canto trionfale: così dunque si realizzerebbero alfine i vecchi sogni degli Europei, si preparerebbe loro da questa parte dell'Oceano un posto che essi dovrebbero solo abitare e rendere fruttifero col lavoro delle loro mani per poter gridare con orgoglio a tutti i tiranni del mondo:

Quest'è il mio abituro

Che voi non fabbricate,

Quest'è il mio focolare

Il cui calore voi mi invidiate».

Egli avrebbe potuto aggiungere: Quest'è il mio letame, che io e mia moglie, mio figlio, il mio servo e il mio bestiame abbiamo prodotto. Ma quali son dunque gli Europei, i cui “sogni„ qui si realizzano? Non gli operai comunisti, ma i bottegai e gli artigiani falliti o i contadini minati che corrono dietro la fortuna per ridivenire in America piccoli borghesi e piccoli proprietari. E che specie di desiderio è questo che dovrebbe realizzarsi mediante i 1400 milioni di acri? Niente altro che quello di mutare tutti gli uomini in proprietari privati, un desiderio che è tanto inaccessibile e comunista quanto quello di cambiare tutti gli uomini in imperatori, re e papi.

TERZO CAPITOLO. Fanfaronate metafisiche.

Benchè Kriege nel N. 13, risposta a Sollta, affermi “di non essere assuefatto a compiere logiche danze sulla corda nella gretta farraggine dell'astrazione„, pure si scalmana anche molto, quantunque non sempre logicamente, con frasi filosofiche e sentimentali. Egli parla della posizione dell'individuo rispetto alla specie. “Egli (l'uomo comunista) porta il bollo della specie„ (chi non fa già questo da sè?), “stabilisce i suoi propri scopi secondo gli scopi della specie,, (come se la specie fosse una persona che potesse avere degli scopi) “e cerca solo per ciò di appartenere interamente a sè stesso, per potersi sacrificare alla specie in tutto ciò che egli è e può divenire„ (Sacrificio completo e umiliazione di sé stesso dinanzi a una fantastica immagine nebulosa). “Noi tutti e la nostra particolare attività non siamo che un sintomo del gran movimento che si effettua profondamente nell'interno dell'umanità„. “Profondamente nell'interno dell'umanità„ — dove è ciò? Secondo questa ipotesi gli uomini reali son dunque solamente dei “sintomi„, indizio di un “movimento„ che si effettua “nell'intimo„ di un fantasma dell'immaginazione. Finalmente dipenderebbe dal “piacere„ del genio creatore dell'umanità„, che non esiste in nessun luogo, di mettere fine alla presente condizione delle cose„. Certo a Dio niente è impossibile. Kriege muta la lotta per la società comunista nella “ricerca di quel grande spirito della Comunità„ che egli lascia “spumeggiare dalla coppa bella e piena della comunione„, e “fiammeggiare„ come lo Spirito Santo “dall'occhio del fratello„. “Questo Spirito ha solo bisogno di essere riconosciuto per congiungere tutti gli uomini nell'amore„. Precede questo resultato metafisico il seguente scambio del Comunismo con la Comunione: “Lo Spirito, che soggioga il mondo, lo Spirito, che comanda alla tempesta e al temporale (!!!), lo Spirito, che guarisce i ciechi e i lebbrosi, lo Spirito che impone a tutti gli uomini di bere di un vino„ (noi preferiamo le molteplici specie) “e di mangiare del suo pane„ (i comunisti francesi e inglesi hanno maggiori pretese), “lo Spirito che è l'eternamente là e dappertutto, questo è lo spirito della comunità„. Se questo “Spirito„ è “eterno e presente in ogni luogo„ non si comprende affatto come, secondo Kriege, la proprietà privata abbia potuto esistere sì a lungo. Ma certo, Egli non era “riconosciuto„ ed era quindi “eterno e presente in ogni luogo„ soltanto nella sua propria immaginazione.

Qui Kriege predica dunque in nome del Comunismo la vecchia fantasia religiosa e filosofica tedesca, che contrasta direttamente al Comunismo. La fede, e veramente la fede nello “Spirito Santo della comunità„ è l'ultima cosa, che vien desiderata per l'adempimento del Comunismo.

QUARTO CAPITOLO. Frivolezze religiose.

Si comprende da sè che gli sdilinquimenti d'amore di Kriege e la sua antitesi dell'egoismo non sono niente altro che le ampollose rivelazioni di un sentimento sempre più e più saturo di religione.

Egli cerca di proporre nuovamente all'uomo, sotto l'insegna del Comunismo, la completa abnegazione che il Cristianesimo richiede dagli uomini.

N. 10. “Che cosa vogliamo„ e “Hermann Kriege ed Harro Harring„ determinano così lo scopo della lotta comunista: “rendere una verità la religione dell'amore e fare una realtà della comunanza tanto sospirata dai beati abitatori del cielo. Kriege trasanda semplicemente che questi entusiasmi cristiani sono solo la fantastica espressione del mondo esistente, e perciò la sua “realtà„ esiste già nelle tristi condizioni di questo mondo esistente. “Noi domandiamo in nome di quella religione dell'amore, che dà da mangiare all'affamato, dà da bere all'assetato e veste gli ignudi„: una domanda che si è già ripetuta fino alla nausea e senza successo da 1800 anni. “Noi insegniamo ad esercitare l'amore per ricevere amore„. Nel suo regno dell'amore non possono crescere diavoli„. “È più sacro bisogno dell'uomo quello di fondersi con la sua intera individualità nella comunione delle anime amanti, di fronte a cui egli non deve conservare niente altro che il suo amore sconfinato„. Data questa illimitatezza, si dovrebbe credere che la teoria dell'amore ha raggiunto il suo più alto culmine, già così alto che non si può fantasticare più oltre: ma si va ancora più su. Questo caldo dilagare dell'amore, questa abnegazione verso Tutti, questo impulso divino verso la comunione — che cos'è altro se non l'intima religione dei comunisti, che solo difetta d'un corrispondente mondo esterno per mostrarsi nella “pienezza della vita umana?„. Il presente “mondo esteriore„ mostra intanto di bastare completamente, perchè Kriege possa “mostrare„ nel modo più ampio la sua “intima religione„ il suo “impulso divino la sua dedizione verso Tutti„ e il “suo caldo dilagare„ nel suo “pieno amore dell'umanità„. “Non abbiam forse ragione„ egli dice inoltre, “di prendere sul serio il desiderio a lungo contenuto del cuore religioso, e di cominciare la lotta in nome dei poveri, degli infelici, degli abbandonati per la realizzazione finale del bel regno dell'amor fraterno?„ Egli scende dunque in lotta per soddisfare seriamente il bisogno non del cuore vero, profano, ma del religioso; non di quello esacerbato dal bisogno, ma del cuore gonfio di beate fantasie. Egli mostra subito così il suo “cuore religioso„ poichè egli scende in campo come prete, in nome d'altri, cioè in nome dei “poveri„, così; poichè egli evidentemente fa comprendere che non ha per sé stesso alcun bisogno del Comunismo, che egli entra in lotta semplicemente per immolarsi con generosità, con abnegazione, con spirito di sacrifizio pei poveri, gli infelici e gli abbandonati che hanno bisogno di lui — elevato sentimento che gonfia il petto del galantuomo nelle tristi ore solitarie e bilancia tutta la pena del mondo malvagio. Finalmente egli conchiude: “Chi non appoggia un tal partito può essere con ragione, trattato come un nemico dell'umanità„. Questa intollerante proposizione sembra contraddire alla “abnegazione verso Tutti„ alla “religione dell'amore„ a tutto. Ma è una conclusione del tutto conseguente di questa nuova religione, che come ogni altra odia e perseguita a morte tutti i suoi nemici. Il nemico del partito vien di conseguenza trasformato in eretico, mentre da nemico del vero partito, con cui si combatte, lo si muta in un peccatore contro la nuova umanità esistente nell'immaginazione, peccatore che deve esser punito.

N. 12. “Risposta a Koch l'antiprete„. Si dice: “Già il Vangelo dell'eterna redenzione del mondo commuove gli occhi e — perfino le mani„.

Questo miracolo dell'“evangelo che commuove„, questa inconcludenza della “eterna redenzione del mondo„ corrisponde interamente all'altro miracolo, che le profezie dei vecchi evangelisti, a cui si era da molto tempo rinunziato, avranno il loro adempimento contro ogni aspettazione per opera di Kriege.

Da questo punto di vista religioso la risposta a tutte le questioni importanti può consistere solo in alcune gonfie immagini religiose che annebbiano ogni senso, in alcune pompose, etichette come “genere umano„, umanità„ “specie„ e così via in una trasformazione di ogni fatto reale in una frase fantastica.

Questo appare inoltre nell'articolo del N. 8: “Che cos'è il proletariato?„ A questo titolo interrogativo si risponde: “Il proletariato è l'umanità„. Una consapevole bugia, secondo la quale i comunisti pervengono alla abolizione dell'umanità. Questa risposta dovrebbe esser la stessa che Sieyès dette alla domanda: Che cos'è il tiers etat? Così il proletariato prende in possesso la terra “in sua proprietà come umanità„; or ora il proletariato era l'umanità, ora l'umanità è una proprietà del proletariato. Oltre le solite parole caratteristiche “bandito„ e così via, a cui si aggiunge il religioso “maledetto„ le comunicazioni di Kriege sul proletariato, si limitano alle seguenti immagini bibliche e mitologiche: “Il Prometeo incatenato„. “L'agnello di Dio, che porta i peccati del mondo„. “L'ebreo errante„, e finalmente vien poi lanciata la notevole domanda: “Deve dunque l'umanità vagare eternamente sulla terra come un vagabondo senza patria? Mentre, poi, l'esclusivo accamparsi di una parte dell'“Umanità„ sulla terra è per lui una spina nell'occhio.

La religione di Kriege mostra il suo punto centrale nel seguente passo: “Noi abbiamo ancora qualcosa di più da fare, che aver cura della nostra meschina esistenza: noi apparteniamo all'umanità„. Con questo nauseante servilismo verso una “Umanità„ distinta e separata dall'“individuo„ (“Selbst„) e che è quindi per esso una finzione metafisica e anche religiosa, con questa umiliazione da schiavi al sommo grado meschina, finisce questa religione, come finisce ogni altra. Una simile dottrina che predica la delizia dell'umiliazione e del disprezzo di se medesimo, è interamente adatta per bravi monaci, ma giammai per gli uomini energici e ancora meno in un tempo di lotta. Manca solo che questi monaci coraggiosi diano sufficientemente prova di castrare il loro “meschino individuo„ (Selbst) e di conseguenza la loro fiducia nella potenza di procreare dell'“Umanità„. — Se Kriege non sa proporre niente di meglio di queste sentimentalità male stilizzate, sarebbe cosa molto più savia a tradurre, di volta in volta, il suo “Padre„ Lammenais in ogni numero del Volkstribun.

Quali pratiche conseguenze abbiano questa pietà sconfinata e questa illimitata rassegnazione, lo mostrano le stizzose richieste di lavoro pei nuovi arrivati, che si trovano quasi in ogni numero. In se stesso non vi è davvero nulla da dire contro questa richiesta di lavoro, che è anzi da lodarsi; ma non si dovrebbe dare una forma tanto ampollosa a cosa tanto semplice, come se la salvezza del mondo dipendesse dal fatto che Giovanni Stern di Mecklemburg e Carlo Gescheidtle di Baden — “un uomo giovane del più elevato talento, non senza una molto elevata istruzione — che sembra così fedele, così buono, io lo garantisco, è la rettitudine in persona„ — trovino o non trovino lavoro. “Per l'anima mia, Capitano Pistol, queste sono parole assai forti„, dice l'ostessa dell'osteria Alla testa di cinghiale, a Gastcheap, ove Falstaff si rimpinzava.

QUINTO CAPITOLO. Comparsa personale di Kriege.

Come si è presentato personalmente Kriege nel suo giornale, vien fuori di necessità dai passi innanzi riferiti: noi ne notiamo solo qualche punto. Kriege si avanza come un profeta, e quindi necessariamente anche come emissario di una occulta lega di Esseni, della “lega della giustizia„. Quando perciò non parla, in nome degli “oppressi„ egli parla in nome della “giustizia„, che non è però la solita giustizia ma quella della “lega della giustizia„. Non mistifica semplicemente sé stesso, ma mistifica anche la Storia. Egli mistifica in tal modo il vero sviluppo storico del Comunismo nei diversi paesi d'Europa che non conosce, poichè egli riduce l'origine e i progressi del comunismo a favolosi e romantici intrighi campati in aria da questa Lega degli Esseni.

Si vedano su ciò tutti i numeri, specialmente la risposta ad Harro Herring, ove vengono espresse anche le più deliranti fantasie sulla potenza di questa lega.

Come vero apostolo dell'amore, Kriege si rivolge innanzi tutto alle donne, che egli non crede capaci della malvagità di poter resistere a un cuore palpitante d'amore; poi agli agitatori già esistenti “con animo filiale e condiscendente„ — come “figlio„ — come “fratello„ — come “fratello del cuore„ — e finalmente come uomo ai Ricchi. Appena giunto a New York, lancia le sue lettere a tutti i ricchi negozianti tedeschi; pone loro sul petto lo schioppo dell'amore, si guarda bene di dir loro quello che richiede da essi; ora si sottoscrive “Un uomo„ ora “Un filantropo„, ora “Un pazzo„ — e lo credereste, amici miei? — nessuno risponde alle sue sciocchezze altisonanti. Di ciò non può meravigliarsi alcuno, eccetto lo stesso Kriege. — Le note frasi d'amore già citate sono talvolta drogate con esclamazioni, come (N. 12, risposta a Koch): “Hurrah! Viva l'umanità! viva l'uguaglianza! viva l'amore!„. Pratiche domande e dubbi (N. 14, risposta a Conze), egli sa chiarirli soltanto con volontaria malizia e pervicacia. Come puro profeta e rivelatore dell'amore, egli manifesta tutta l'isterica irritazione di una bell'anima ingannata, sui dileggiatori, gl'infedeli e gli uomini del vecchio mondo, che soltanto mediante il dolce ardore d'amore possono magicamente trasformarsi in “beati abitatori del cielo„. In questa malcontenta disposizione sentimentale, egli dice loro nel N. 11, sotto l'etichetta “Frühling„ (Primavera): Proprio perché oggi ci disprezzate, diverrete tosto pii, poiché, sapete, verra, la, primavera!„.



Fin qui il nostro critico. La sua critica è forte e pungente, ma giusta. Alcuni forse troveranno non conveniente che nel partito ciò si prenda troppo sul serio. Io ho già, menzionato questo più sopra: i gusti sono anche diversi. Non ho niente altro da aggiungere. — Se mai un attento lettore presumesse di scorgere in certo modo un pezzetto di critica del Dampfboot in singoli punti dello scritto che precede, non ce ne sentiremmo per nulla annoiati. Non abbiamo mai creduto di aver completato il nostro sviluppo; noi vogliamo apprendere e profittare col tempo e dal tempo, con e dalle reali condizioni di esso, col movimento e dal movimento degli uomini reali. Noi crediamo ancora e sempre che non vi sia nessun arresto, che non va addietro solo chi va avanti. Inoltre siamo spesso forzati da condizioni esterne a evitare la parola giusta, e a far uso di frasi metaforiche; ciò che del resto non ci fa assolutamente alcun piacere.

Note

1. Il partito costituitosi tra il 1849 e il 1848 contro il pagamento degli affitti in certi poderi dello Stato di New York


Ultima modifica 2018.07.03